Lun 29 Aprile 2024

ll 60% dei siti di e-commerce è irregolare

Davide Rossi Presidente Optime

Secondo un’indagine sull’E-commerce della Commissione Europea, il 60% dei siti è irregolare. E ogni anno sono almeno 400 milioni gli euro spesi dagli italiani per acquisti su siti online non regolari. Per Davide Rossi, presidente di OPTIME, Osservatorio per la Tutela del Mercato dell’Elettronica in Italia, l’allarmismo è inutile; servono piuttosto azioni tempestive concentrate sui casi urgenti e macroscopici

Recentemente sono stati resi noti i risultati dell’indagine condotta dalla Commissione Europea su 560 portali specializzati in e-commerce o commercio elettronico che dir si voglia. Ciò che emerge dal rapporto è che il 60% dei siti presi in esame è caratterizzato da irregolarità di varia natura ed importanza, relative soprattutto alle modalità di presentazione di prezzi e offerte speciali.

Per oltre il 31% dei siti web che offrono sconti, le autorità di tutela dei consumatori sospettano che le offerte speciali siano fasulle, oppure hanno constatato che la modalità di calcolo del prezzo scontato non è chiara e quindi può indurre all’errore. Su ben 211 portali analizzati, ad esempio, il prezzo finale a pagamento era superiore al prezzo iniziale offerto. Il 39% non presentava informazioni adeguate sulle spese di spedizione, i metodi di pagamento, le spese di prenotazione e altre maggiorazioni analoghe. In quasi il 30% dei siti web monitorati sono state riscontrate irregolarità per quanto riguarda le modalità di presentazione delle informazioni relative al diritto di recesso dei consumatori.

“Sono senza dubbio interessanti le osservazioni del Commissario UE per la Giustizia, i Consumi e l’Equità di Genere, Vera Jourovà, che, pur dichiarandosi inorridita da un numero così alto di irregolarità, non esclude si tratti di «inconsapevolezza» dei vari operatori” commenta Davide Rossi, Presidente di OPTIME (nella foto), e prosegue: “È tuttavia un punto di vista che, anche in relazione ai numerosi fatti di cronaca giudiziaria, fatico a condividere.
Abbiamo costituito OPTIME, Osservatorio per la Tutela del Mercato dell’Elettronica in Italia, proprio perché siamo di fronte a un allarme: sono ogni anno almeno 400 milioni gli euro spesi dagli italiani per acquisti su siti online non regolari. La crescita vertiginosa dell’e-commerce rappresenta una grande opportunità per imprese e consumatori, ma allo stesso tempo implica rischi senza precedenti.
Sono necessarie azioni mirate ed efficaci, perché oltre a rappresentare un danno per i consumatori, portano a situazioni di grave distorsione del mercato.
Quest’indagine condotta dalla Commissione Europea rappresenta un passo importante verso questa consapevolezza e conferma che siamo sulla strada giusta, ma non serve a nulla generalizzare. Abbiamo denunziato formalmente casi evidenti di truffa ai danni di migliaia di consumatori, non solo facendo nomi e cognomi ma anche allegando copioso materiale probatorio, ma ancora i risultati repressivi stentano ad arrivare. Sarebbe pertanto prima di tutto opportuno impostare i controlli e i relativi interventi individuando una lista di priorità”.

Da parte nostra, non possiamo che concordare con le parole di Rossi ed aggiungere che non vanno dimenticati, quando si parla di E-commerce, altri problemi, dal rischio di incappare (soprattutto da parte dei meno esperti) in organizzazioni dalla natura  truffaldina, al fatto che in molti casi i siti sono legati a società che – per collocazione geografica o altro – eludono o evadono tasse ed imposte varie (ed in sostanza determinano maggiori carichi fiscali per aziende e persone oneste, come nel caso di esaori di qualsiasi tipo).

Aggiungiamo che un rapporto costante e di fiducia con un venditore ‘fisico’, all’altezza del mercato odierno, è tangibile sotto ogni punto di vista, e alla fine può portare ad ottenere prezzi comunque competitivi rispetto alle organizzazioni virtuali. Non contando la possibilità di effettuare permute, di effettuare test in diretta, o anche solo di scambiare qualche parola con il negoziante davanti ad un caffè. Quanto vale un rapporto umano?

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