Compensi SIAE per copia privata, siamo al ridicolo

SIAE

La nuova bozza del Ministero della Cultura ignora le sentenze europee e scarica i costi su consumatori, imprese e sistema Paese aumentando i compensi SIAE per copia privata: aumenti fino al 40% su smartphone, PC e sistemi di storage. Insorge giustamente l’ASMI: “Tariffe da ridurre”.

Sappiamo tutti quale piaga sia la pirateria, e Tutto Digitale è sempre stata in prima linea per aiutare i consumatori a capire il concetto “NO COPY” per qualsiasi opera dell’ingegno (noi stessi abbiamo patito in passato per furti delle pagine delle riviste, messi on line….). Tuttavia, quanto recentemente ipotizzato dal Ministero della Cultura (sic) è francamente ridicolo… Solo per dirne una, che senso può avere oggi ultratassare alcuni supporti che di certo non sono più usati per il furto di qualsiasi opera intellettuale, ma solo e poco per cose personali?

Per tale ragione, pubblichiamo integralmente il comunicato stampa relativo alla posizione di ASMI su Compensi SIAE per copia privata.

Compensi SIAE per copia privata: aumenti fino al 40% su smartphone, PC e sistemi di storage. ASMI: “Tariffe da ridurre”
La nuova bozza del Ministero della Cultura ignora le sentenze europee e scarica i costi su consumatori, imprese e sistema Paese

Milano, 11 settembre 2025 – ASMI, l’Associazione di Categoria dei Produttori di Supporti e Sistemi Multimediali, denuncia con fermezza la bozza di Decreto Ministeriale notificata il 9 luglio 2025 dal Ministero della Cultura, relativa al rinnovo delle tariffe dell’equo compenso per copia privata.

La proposta prevede esclusivamente aumenti generalizzati fino al 40% su smartphone, tablet PC e smartwatch, con rincari anche per CD, DVD, microSD, USB, HDD, SSD (+20%) e memorie integrate (+17%). Lo schema introduce inoltre nuove voci di compenso per tutti i dispositivi ricondizionati e persino per il cloud storage, colpendo strumenti digitali di uso quotidiano per cittadini e imprese.

“Le tariffe devono essere diminuite, non aumentate, ha dichiarato Mario Pissetti, Presidente di ASMI. In un mercato deflattivo come quello della tecnologia, le imprese non hanno più margini per assorbire i compensi per Copia Privata, che ricadrebbero interamente sui consumatori, generando un abnorme aggravio dei prezzi, sui quali già oggi pesa un prelievo che spesso supera il valore stesso del bene. Il rischio è di compromettere la competitività delle imprese italiane oneste, lasciando nuove opportunità alla malavita, con ripercussioni occupazionali ed effetti distorsivi sul mercato legale.”

ASMI sottolinea infatti come il nuovo decreto rappresenti un favore al mercato illegale e operatori esteri, i cui dispositivi sono soggetti ad oneri generalmente molto più bassi o assenti. Una scelta che penalizzerebbe il sistema Paese, riducendo i consumi e la sostenibilità dell’intero comparto tecnologico e culturale. E che porterebbe, in definitiva, a un abbassamento della raccolta netta dei Compensi per Copia Privata, erosi da un inevitabile fenomeno di contrabbando ed evasione, se le tariffe non verranno riviste al ribasso.

“Invece di aumentare le tariffe, occorre lavorare per un sistema più equo e trasparente, ha proseguito Pissetti. Un abbassamento dei compensi porterebbe più risorse agli Autori e alla SIAE, grazie al recupero di evasione, IVA e tasse oggi sottratte al fisco, con benefici per l’intera Nazione. Una tariffa equa, allineata all’Europa, eviterebbe di alimentare il mercato parallelo e lo spostamento delle filiali e delle reti di vendita fuori dall’Italia.”

ASMI ricorda che la Corte di Giustizia Europea e il Consiglio di Stato hanno già in passato annullato decreti analoghi, riconoscendo la sproporzione degli aumenti. E questo è ancor più evidente in un contesto di fruizione dei contenuti drasticamente cambiato, con il ricorso oramai quasi esclusivo allo streaming, fattispecie che esclude per sua stessa natura la copia privata.

ASMI ribadisce la propria disponibilità a collaborare con le Autorità competenti per una normativa conforme alla Direttiva Europea 2001/29 e alle sentenze delle Corti, che tuteli gli operatori senza scaricare costi insostenibili su consumatori e imprese.

PS – Nota di Tutto Digitale: nella rassegna stampa di ASMI dedicata alla questione “equo compenso” è riportato l’articolo “Mic e SIAE, la strana coppia” da 150 milioni all’anno” con il “racconto di uno scandalo sul quale non interviene nessuno”, scritto da Angelo Vitale e pubblicato il 

www.asmi.net

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