Sarà allestita negli spazi espositivi di Palazzo Ragazzoni a Sacile (PN) dal 17 maggio al 29 giugno 2025 la mostra “Oltre l’immaginario. Il mondo in scena nelle foto di Daniele Indrigo”, progetto realizzato dal Piccolo Teatro Città di Sacile grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Friuli e del Comune di Sacile
Focus della mostra è il rapporto tra il mondo delle arti visive e quelle performative, che trova la sua perfetta declinazione nelle opere di Daniele Indrigo, fotografo e parte attiva nell’ideazione e realizzazione dei progetti scenotecnici e visuali della Compagnia.
Le note critiche della mostra (catalogo Antiga Edizioni), curate da Walter Criscuoli, introducono a un viaggio nell’antologia di una serie di progetti artistici che rivelano lo sguardo del tutto personale di Indrigo nel cercare sempre di “aprire un sipario” sui propri soggetti, siano essi animati o inanimati, scelti tra le infinite meraviglie della natura e le altrettanto splendide creazioni degli uomini, fra teatro e arte visiva.
L’esposizione spazia nella produzione di Indrigo degli ultimi 15 anni, suddivisa in diverse sezioni, con netta predilezione per le immagini restituite in un raffinato bianconero: “Terre | Sogni” esplora il mondo del paesaggio naturale, nella sua accezione più “dramatic”, come suggerisce un termine molto appropriato che non a caso può riferirsi ai molti scatti ripresi nei Paesi del Nord Europa, dalla Bretagna all’Inghilterra alla Scozia. Tra questi poi una sezione distinta è dedicata alle “Faroe, le isole del silenzio”, piccolo compendio dei paesaggi nordici ritratti in tutta la loro imponente, e ammaliante, solitudine. “Gotica. Contrappunti d’architettura” riporta lo sguardo dentro le grandi cattedrali seguendo il ritmo degli elementi architettonici come su una partitura musicale. “Vizi e Virtù con Arlecchino”, progetto di “Staged Potography” realizzato con l’artista e performer Claudia Contin Arlecchino, fa emergere l’anima più teatrale, ma anche più estetica, dell’artista, che quindi nella serie “Miti”, ha ripreso come in un ideale “teatro di verzura” le statue di dei e ninfe il cui nome si è ormai perso nel tempo, trasformandole successivamente nella vera scenografia di uno spettacolo. Infine un ultimo progetto, finora inedito, completa la serie: è dedicato a “Matera la città dei Sassi” e, come per “Miti”, rivela una personalissima tavolozza a colori, che rende la città sospesa come se galleggiasse fuori dal tempo.