Sab 27 Aprile 2024

Notebook Apple Macbook Air + Display 27” Thunderbolt

Il notebook più sottile mai prodotto ed il monitor più grande e risoluto: sembra una strana accoppiata, ma una volta arrivati a casa e collegato il cavo Thunderbolt (grande novità della gamma Apple 2011) tutto ha più senso. Le novità non riguardano però solo l’interfaccia di collegamento: c’è anche Lion e molto altro ancora…

Come si comportano due degli apparecchi più ambiti (e costosi) nelle rispettive categorie?

 

Monitor e notebook sono nati per convivere. è il parere di Apple, che – con l’introduzione della tecnologia Thunderbolt – rende il gesto di tornare a casa e trasformare il portatile in un computer casalingo una questione di secondi.

Che siano notebook, iMac o Mac Mini, i nuovi prodotti consumer Apple integrano una porta Thunderbolt, moderna tecnologia di I/O ultraveloce, di cui abbiamo parlato ampiamente su Tutto Digitale 69. 

Oltre ai benefici offerti dalla velocità di trasferimento di Thunderbolt, con i primi dischi esterni ‘consumer’ che hanno velocità impensabili fino a qualche tempo fa (teoricamente questo collegamento è fino a 20 volte più rapido rispetto all’USB 2.0), e delle prime periferiche di terze parti, uno dei vantaggi più lampanti è quello che si ottiene con i due prodotti in test in queste pagine: i nuovi MacBook Air ed il nuovo display  da 27″ chiamato appunto, Thunderbolt Display.

 

ARIA SOTTILE

 

Il MacBook Air lo conosciamo tutti (o quasi). Introdotto nel 2008, è stato largamente criticato al momento della sua presentazione: troppo piccolo, troppo poco potente, troppo poco risoluto, troppo costoso e senza lettore di dischi ottici… A distanza di quasi quattro anni, con diverse novità e miglioramenti a poco a poco introdotti nella gamma, il piccoletto si è però distinto a livello di vendite e di successo, tanto da aver ‘ammazzato’ il concorrente in casa (il MacBook ‘base’) e da proporsi ora come scelta più economica fra i notebook della mela (oltre che come portatile ‘cool’ per eccellenza). 

L’ultima versione dell’Air (come di consueto disponibile in tagli da 11 e 13 pollici) si è arricchita con i nuovi processori Intel – Core i5 o Core i7, con l’SSD fino a 256 GB e con la citata porta Thunderbolt che ha preso il posto della precedente MiniDisplay Port. A questo si aggiungono la tastiera retroilluminata e leggeri ritocchi volti a migliorare la disposizione dei componenti interni. 

 

macbookair 13inch pf open

Sul piano del software non può mancare l’ultima versione di Mac OS X, dal nome in codice 10.7, o, se preferite, Lion.

Aperta la scatola, in pieno stile Apple, ci si trova subito davanti al computer: in un paio di vani sono celati l’alimentatore e la sottile guida ‘quick start’. Non c’è batteria (integrata nello châssis e non sostituibile, almeno nelle intenzioni di Apple, dall’utente) e non c’è nemmeno il flash drive (la chiavetta USB) di ‘recovery’, sostituita con Lion da una funzione dedicata che permette di ripristinare il sistema anche via rete.

 

La scocca del MacBook Air è bella da vedere, priva di fronzoli e robusta, realizzata ovviamente con il guscio in alluminio unibody caratteristico degli apparecchi della mela. Il display è racchiuso in una sottile lastra di alluminio, mentre la parte che include la tastiera ed i componenti veri e propri è leggermente più profonda, con la caratteristica forma a cuneo. Il tutto è molto solido, ma nell’esemplare in test abbiamo rilevato qualche scricchiolio di troppo proveniente dall’angolo inferiore destro del notebook; è la prima volta che ci accade con un MacBook Air, e probabilmente abbiamo ricevuto un campione nato male o maltrattato dai precedenti possessori. Nulla di grave, in ogni caso.

Nonostante lo spessore da record o quasi, che ha pochi concorrenti anche se confrontato con i notebook ultraportatili Windows dei marchi più blasonati, il peso del MacBook Air si fa comunque sentire (il 13″ ferma la bilancia a 1.35 Kg), ed anche grazie a questo il feeling della scocca è rigido e robusto. Le connessioni, disposte sul lato destro, sono un ingresso per SD Card (non presente sul MacBook Air da 11″), una porta USB 2.0 e quella Thunderbolt; sul lato opposto ecco un’altra porta USB 2.0, ingresso auricolare da 3.5, un piccolo microfono e l’ultima versione del connettore di alimentazione MagSafe, una delle feature esclusive più invidiate dei portatili Apple, che con un sistema magnetico rende semplice e sicura la connessione del cavo. Tutto qui: non c’è bisogno di altro del resto – niente DVI, HDMI, ethernet o simili; la solita filosofia del ‘meno è meglio’ sembra farla da padrone, e per esigenze particolari Apple offre – a caro prezzo come di consueto – adattatori di diversi generi.

Poco da segnalare una volta aperto il notebook: il touchpad in vetro è simile a quanto già visto, solido, multitouch e reattivo; la tastiera è di tipo ‘ad isola’, retroilluminata e con la corsa dei tasti abbastanza ridotta, a causa dello spessore esiguo del computer; se si è abituati a tastiere più tradizionali può risultare inizialmente scomoda, ma dopo qualche giorno di allenamento non si avrà più voglia di tornare indietro. Comodi i diversi tasti per le funzioni secondarie che coesistono con i fasti ‘F’: anche quello per l’accensione e lo spegnimento è uno di questi.   

 

METTI UN LEONE NEL MOTORE

 

Lion 10.7 è l’ultima versione di Mac OS X, simile nel look alle versioni precedenti, ma rinnovata sia nelle funzioni accessorie che nel ‘cuore’ vero e proprio. Il sistema operativo guadagna innanzitutto diverse funzioni che sfruttano i ‘gesti’ da effettuare con il trackpad (ad esempio lo zoom con il ‘pinch’, lo scorrimento con due dita e via dicendo) in modo non dissimile da quanto accade con iPhone e iPad. Particolare lo scorrimento di default impostato nel senso opposto rispetto a quanto accadeva precedentemente: a detta di Apple dovrebbe risultare più naturale. Altre aggiunte, da segnalare il Mission Control (una sorta di spazio che racchiude, in una vista globale, la dashboard con i relativi widget, le scrivanie e le applicazioni correnti), ed il Launchpad, una visualizzazione rapida delle applicazioni similare a quella di iOS, con tanto di possibilità di creare cartelle, controllare le notifiche e organizzare e disinstallare le App.

Il Launchpad potrà non sembrare una grande innovazione a chi è già abituato a Mac OS X, ma nella pratica è un vero e proprio ‘cavallo di Troia’ che permette di utilizzare il Mac anche a chi non ha dimestichezza con mouse e tastiera ed è cresciuto ‘informaticamente’ con iPod Touch, iPhone e iPad.

 

 A corollario di queste novità ‘estetico/ergonomiche’, sono molte le novità a livello di produttività: innanzitutto, Lion salva automaticamente file e permette di ritornare in qualsiasi momento ad una versione precedente; il tutto è gestito con un paio di click e l’interfaccia stile ‘Time machine’, in modo comodo ed elegante. 

Altre novità riguardano la gran parte delle app in dotazione (Safari, Mail ecc.) che possono adesso essere utilizzate nella modalità a schermo pieno, funzione decisamente utile soprattutto per guadagnare qualche pixel di spazio con schermi non molto risoluti. A proposito di Safari e Mail, sono da segnalare redesign che strizzano l’occhio alla versione delle App per iPad: Safari guadagna infatti tra le altre una modalità per leggere le pagine formattate in modalità ‘Reader’, senza pubblicità ed interruzioni, mentre Mail è stato ridisegnato con la ‘doppia colonna’ (una dedicata a mittente ed oggetto ed una per il testo delle mail vero e proprio), decisamente più al passo coi tempi e pratica rispetto a quanto accadeva con la scorsa versione.

Di altre novità piccole e grandi in Lion ce ne sono a centinaia e ci sarebbe bisogno di un libro per parlarne in dettaglio: supporto Facetime, AirDrop per scambiare file in wireless, modalità per la condivisione dello schermo e molto altro ancora; inoltre, non bisogna dimenticarsi del Mac App Store, già introdotto con Mac OS 10.6.6. 

Il metodo Apple di distribuzione digitale delle applicazioni, che piaccia o no, diventerà probabilmente il sistema del futuro.

 

 

macbookair 13inch psl closed

Oltre a quelle di cui abbiamo parlato, sono state poi rinnovate le App della suite iLife (iPhoto ’11, iMovie ‘11 e GarageBand ’11) vero e proprio extra di lusso di Mac OS. 

iPhoto, il software di gestione fotografica, si arricchisce con diverse novità, fra cui nuovi effetti per presentazioni e fotolibri, con nuove funzioni per la condivisione su Facebook e con un servizio ‘sui generis’ per la stampa ed il recapito ‘fisico’ di biglietti d’auguri e cartoline personalizzate. 

iMovie, il software di videoediting consumer (senza dubbio al top della categoria) si rinnova con nuovi effetti grafici, un metodo semplice e rapido per la creazione di trailer stile cinema, una nuova timeline per il montaggio audio e funzioni di face detection. GarageBand, lo studio di registrazione in miniatura, si aggiorna con nuovi effetti ed amplificatori, lezioni per chitarra e pianoforte ed efficaci sistemi automatici per la gestione del ritmo delle registrazioni. Tutte le App di iLife sono ovviamente compatibili con i ‘gesture’ da trackpad e con la funzione a schermo pieno.

 

PIU` DI QUANTO SEMBRA

 

Tutto queste novità sono però inutili se sotto il cofano non batte un motore solido e veloce, e qui non c’è di che lamentarsi: il Macbook Air che abbiamo provato, in versione da 13″, con intel Core i7 da 1.8 GHz, 4 GB di RAM e SSD da 256 GB, è un computer dalle caratteristiche tecniche di gamma media (quasi un miracolo considerate le dimensioni), e nonostante questo, è risultato sempre scattante, rapido nell’accensione (circa 30 secondi!, merito dell’SSD) e stabile.  

Ci aspettavamo in effetti di ottenere buone prestazioni per la navigazione web ed il lavoro ‘leggero’, ma dopo i test con lo streaming di due clip a 1080p in contemporanea completati senza il minimo problema, abbiamo iniziato a pensare in grande ed abbiamo prontamente installato l’ultima versione di Final Cut Pro X direttamente dall’App Store. 

Il software non ha mostrato particolari difficoltà a lavorare con clip h.264 a 1080p importate dalle reflex più recenti; ovviamente qualche accorgimento (impostare ad esempio ‘media ottimizzati’ invece del formato nativo) può far comodo, ma nonostante tutto, il MacBook Air riesce a proporsi come una ottima soluzione per qualche montaggio rapido, con tanto di applicazione di effetti in tempo reale o quasi. Attenzione, non stiamo dicendo di andare a sostituire i MacBook Pro ed i Mac Pro con gli ultrasottili di casa Apple, ma dobbiamo comunque ammettere che per la stragrande maggioranza dell’utenza ‘consumer’, il MacBook Air potrebbe essere considerato alla stregua di un qualsiasi notebook, e cominciamo a capire anche perché Apple abbia rimosso dal catalogo il MacBook tradizionale. L’unica pecca che in qualche caso ci ha infastidito (specialmente lavorando con Final Cut) è la risoluzione del monitor non elevatissima, un 1440×900 comunque sufficiente per la stragrande maggioranza delle operazioni considerati i 13”.  

 

Se per navigazione, lavoro ‘d’ufficio’  ed editing leggero il MacBook Air è consigliabile, qualche riserva rimane sulla sezione ‘grafica 3D’, dove i giochi più avanzati ancora faticano un po’, probabilmente a causa della GPU Intel con 384 MB di RAM condivisa, che non può far miracoli. Scendendo comunque a compromessi con i dettagli e la risoluzione, siamo riusciti a giocare abbastanza tranquillamente a diversi titoli di ultima generazione; un’altra vittoria per il piccolo di casa Apple: non l’avremmo mai detto. 

Del resto, chi cerca una macchina per il gaming o per il 3D in genere non penserebbe nemmeno un secondo al MacBook Air, nato per essere infilato in borsa e sfruttato in aereoporto, in treno o durante un meeting, e le prestazioni ottenute con i giochi sono da considerare come un gradito extra. Molto buono, in rapporto alle dimensioni, l’output sonoro: al massimo volume l’audio non è cristallino ovviamente, ma distorsione e potenza sono a livelli accettabili.   

 

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Per un notebook così compatto e trasportabile la batteria è uno dei fattori più importanti da tenere d’occhio: Apple dichiara una durata di sette ore con wireless attivo; un dato di tutto rispetto. Le sette ore si accorciano però anche notevolmente se si mette in conto l’utilizzo di funzioni multimediali avanzate. Non solo l’editing, ma anche la visione di video in streaming o in locale, sono abbastanza pesanti per il sistema, e possiamo ritenerci comunque soddifatti delle 4/5 ore che più realisticamente si ottengono con un uso ‘normale’.

Un altro dato da segnalare si nota quando il portatile è sotto sforzo per lunghi periodi: le piccole ventole iniziano a fare rumore ed il corpo si riscalda un po’, specialmente nella zona alta sopra la tastiera; non siamo comunque a livelli preoccupanti, con rumorosità e surriscaldamento contenuti nella stragrande maggioranza delle situazioni.

Il prezzo del MacBook Air può spaventare, ma la finitura ‘premium’, l’estrema trasportabilità e le feature da primo della classe, con il Thunderbolt come gradito extra, rendono il pacchetto comunque conveniente; a proposito, visto che la RAM non è facilmente sostituibile dall’utente, sarebbe consigliabile optare per i 4 GB fin dal principio.

Per quanto riguarda il processore, invece, se non si ha bisogno di particolare potenza di calcolo, ma si userà il portatile principalmente per navigazione ed editing dei documenti, è possibile scegliere il Core i5 da 1.6 GHz e risparmiare circa 150 euro senza particolari patemi d’animo. 

 

MATRIMONIO ANNUNCIATO

 

Come già anticipato, assieme al MacBook Air  abbiamo testato il nuovo Thunderbolt Display da 27″, monitor di casa Apple dalle dimensioni – e dal prezzo – importanti. L’accoppiata ultraportatile e monitor top di gamma ha più senso di quanto non possa sembrare inizialmente, specialmente date le caratteristiche del MacBook Air che non ha problemi di sorta a gestire la risoluzione addirittura esagerata di 2560×1600 pixel. 

Il monitor funziona infatti come una vera e propria ‘docking station’ per il piccolo Mac: è sufficiente collegarlo alla corrente, e grazie ad un pratico cavo esploso, inserire lo spinotto Thunderbolt nel portatile. A questo punto è possibile connettere tastiere, mouse, dischi esterni (o addirittura altri display nel caso sia collegato un MacBook Pro) direttamente alle porte (tre USB 2.0, una ethernet, una FireWire 800 ed una Thunderbolt)  presenti sul retro del monitor, che diventa praticamente un quasi-iMac privo di lettore ottico. La webcam e gli speaker 2.1 integrati nel Thunderbolt Display vengono automaticamente riconosciuti e messi in funzione da Lion.  

È possibile altrimenti continuare ad usare tastiera, connessioni e monitor del portatile, sia impostando lo schermo in mirroring (lo stesso materiale viene replicato sul Thunderbolt Display, ovviamente senza sfruttare la risoluzione completa) sia impostando la modalità schermo esteso, soluzione che aumenta di molto lo spazio a disposizione ed il dettaglio delle immagini. 

Il cavo che fuoriesce dal display include uno spinotto MagSafe, che funziona anche a schermo spento e ricarica il MacBook come se fosse collegato ad un alimentatore tradizionale.

Oltre alle novità che arrivano con Thunderbolt c’è poco di nuovo per quanto riguarda il display da 27″: la risoluzione da record, il pannello IPS con illuminazione a LED e la costruzione solida con largo uso di  alluminio spazzolato sono le stesse caratteristiche che abbiamo già lodato in più occasioni; a queste si aggiungono la riproduzione dei colori realistica, con un po’ di ‘scalette’ fra le sfumature più ostiche e un tempo di risposta un non rapidissimo che può causare qualche scia nei filmati e giochi più rapidi. Continuiamo anche a non essere fan dello schermo in vetro, bello ma poco pratico, che può causare qualche riflesso se le condizioni di luce ambientale non sono sotto controllo. Comunque, nonostante qualche pecca, il Thunderbolt Display merita di essere in cima alla lista per chi è in cerca di uno schermo senza compromessi, e l’aggiunta di Thunderbolt aumenta ulteriormente la versatilità di un monitor che – nella pratica – è molto più di un monitor.                  

 

Alessandro Belli

 

Prezzo : MacBook Air 13″ 256 GB Intel Core i7  euro 1.663,00 + Apple Thunderbolt Display (flat-panel da 27″)  euro 1.007,00

 

Macbook Air 13″ 256 GB Intel Core i7 

 

Sistema operativo: Apple Lion 10.7

Processore: Intel Core i7 @ 1.8 GHz con 4MB di cache L3 condivisa 

Memoria: 4 GB DDR3 a 1333 MHz 

Storage: Unità a stato solido da 256 GB

Display: 13.3″ 1440×900 pixel, retroilluminazione LED, milioni di colori 

Grafica: Intel HD Graphics 3000 con 384MB di SDRAM DDR3 condivisa

Unità ottica: no 

Input: Tastiera retroilluminata, Trackpad multitouch in vetro, webcam 

Connessioni: 2x USB 2.0 480 Mbps, 1x Thunderbolt, Slot SD Card, jack 3.5″, MagSafe 45W 

Altoparlanti: Stereo

Wireless: Wi-Fi 802.11 a/b/g/n, Bluetooth 4.0 

Durata batteria: dichiarata: 7 ore in wi-fi, 30 giorni in standby 

Dimensioni: (LxAxP): 32,5 x 22,7 x 1,7 cm 

Peso: 1,35 kg circa 

 

Apple Thunderbolt Display 27″

 

Diagonale schermo:  27 pollici 16:9

Tipo di schermo:  LCD a matrice attiva TFT con tecnologia IPS 

Risoluzione:  2560 x 1440 pixel

Colori: 16,7 milioni

Luminosità: 375 cd/m2

Rapporto di contrasto: 1000:1

Tempi di risposta: 12 ms

Connessioni: Tre porte USB 2.0 alimentate, FireWire 800, Gigabit Ethernet, 2x Thunderbolt (1 su cavo), MagSafe

Note:  Webcam iSight integrata con microfono, Sistema di altoparlanti 2.1 integrato (49 watt)  

Dimensioni con supporto:  (LxAxP):  65 x 49,1 x 20,7 cm

Peso: 10,8 kg circa

 

La Pagella

 

ESTETICA 9/10

 

Il MacBook Air ha praticamente lo stesso look da quando è stato presentato: squadra che vince non si cambia, hanno pensato in Apple, e del resto c’è poco spazio per i fronzoli nel design di un notebook ultraportatile. E per la prossima ‘revision’, si parla anche di una colorazione nera… vedremo!

Anche il Thunderbolt Display è bello come la scorsa versione, con il pannello in vetro che migliora l’estetica ma causa qualche riflesso di troppo.

 

 

COSTRUZIONE 9/10

Due strati di alluminio sottili ma non per questo poco robusti, con il meglio o quasi della tecnologia del momento all’interno; a questo si affiancano un bel trackpad in vetro, una comoda tastiera retroilluminata e sufficienti connessioni. 

Il display è solido e dalla risoluzione monstre, e non manca di extra interessanti, dal Thunderbolt al cavo per la ricarica passando per webcam e speaker.

 

 

VERSATILITA`8/10

 

Un portatile veramente portatile che sorprendentemente ha poco da invidiare a soluzioni più ingombranti: se si può rinunciare al drive DVD (mmm…) e accontentarsi con la risoluzione non ci sono problemi di sorta rispetto ad un notebook tradizionale; arrivati a casa ed accoppiato il MacBook Air con il Thunderbolt Display si ottiene un vero e proprio iMac ‘mini’, senza drive DVD e con qualche compromesso.

 

PRESTAZIONI 8/10

 

Non è una macchina da gaming o editing pesante, ma per navigazione, mail e lavoro di tutti i giorni il MacBook Air sorprende in quanto a rapporto ingombro/prestazioni. Per spostare grossi quantitativi di file Thunderbolt è una primizia sfiziosa. 

Il Thunderbolt Display è molto risoluto e ha un buon angolo di visione; il tempo di risposta può far però intravedere qualche scia di troppo.             

 

RAPPORTO Q/P 8/10

 

Come per tutti i prodotti Apple, si paga sicuramente un certo extra, ma, a conti fatti, le soluzioni ‘ultraportatili’ di gamma alta dei diversi produttori non si discostano di molto dal prezzo dell’Air, e spesso lo superano. 

Il Display è costoso, ma vanta funzionalità esclusive che possono valere il prezzo.

 

PRO

 

Costruzione al top

Prestazioni da portatile ‘vero’

Porta Thunderbolt

 

CONTRO

 

  RAM e batteria non sostituibili

  Prezzo ‘premium’

 


Estratto da Tutto Digitale 72 – Speciale acquisti 2011

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