Gio 18 Aprile 2024

Fotocamera compatta Leica Q

Test estratto da: Tutto Digitale 99 – Ottobre 2015
Fotocamera compatta
Leica
Q
– Prezzo: € 3.995,00
La sigla rimanda al celebre personaggio di Star Trek (o a quello di 007, il Maggiore Geofrey della sezione ‘armi & gadget’), ma stavolta si riferisce, almeno formalmente, alla categoria delle compatte. In realtà, stiamo parlando di una fotocamera massiccia, ben costruita, destinata a ricchi appassionati…
Leica Q

3995. Tremila novecento novanta cinque euro. In numeri, o in lettere, la sostanza non cambia. Stiamo parlando di una cifra considerevole in assoluto, con la quale si possono acquistare un bel po’ di cose. Un’auto utilitaria usata, ad esempio. O magari una fotocamera di ultima generazione, come la Leica Q. Che in effetti ha un prezzo al pubblico esattamente di tremilanovecentonovantacinque euro. Certo, non poco per una macchina che, a tutti gli effetti, va considerata nella categoria ‘compatte’, anche se si tratta pur sempre di una Leica. Soldi buttati o necessaria concessione alla ricerca dello stato dell’arte? La nostra prova cercherà di scoprirlo…

Una compatta…un po’ cresciuta

Eccoci dunque al cospetto della ‘Q’. A prima vista, più che di una compatta, viene da pensare ad una ‘compattona’. L’ingombro complessivo, in effetti, appare simile a quello di una reflex entry level..
A ben vedere, la Leica Q appare costituita da due elementi ben distinti. Il primo è il corpo macchina, costituito da un parallepipedo di generose dimensioni con gli angoli fortemente arrotondati, la cui forma essenziale è movimentata dall’incavo in bassorilievo per appoggiare il pollice e dall’anello di gomma che delimita il mirino, leggermente sporgente. Da segnalare che la calotta superiore – su due piani –  è fresata da un blocco di alluminio massiccio mentre il corpo è in magnesio, con le scritte incise al laser.
L’altro elemento è costituito dall’ottica, un notevole Summilux 28mm f/1.8 ASPH. Curioso notare che l’insieme, poggiato su un piano orizzontale, ‘cade’ in avanti, con l’obiettivo che finisce per toccare il piano medesimo.
L’insieme, in ogni caso, appare massiccio, a prova di ‘bomba’ o quasi, e, al tempo stesso, sobriamente rifinito, se ci perdonate l’apparente controsenso, fin nei minimi dettagli; da segnalare in tal senso il rivestimento in pelle di gran parte del frontale e delle pareti laterali, e la presenza del classico logo rosso Leica sulla destra guardando la macchina.

Pieno formato, piene possibilità

Fin qui, abbiamo descritto la Leica Q come appare alla vista, prima, ed alla presa in mano, poi. è quindi il momento di capire quali sono i punti di forza nascosti entrobordo, a partire innanzitutto da un sensore di taglia Full Frame – equivalente quindi al fotogramma 24 x 36 mm del 35 mm a pellicola, conosciuto anche come ‘formato Leica’ – di tipo CMOS e da 24 milioni di pixel.
Poco da dire su questa scelta: CMOS è la tipologia oggi universalmente diffusa in qualsiasi fotocamera di ogni livello, 24 MP è un valore non da record ma certo nemmeno trascurabile, e il formato Full Frame è quello a cui, piano piano, guarda sempre più il mercato, e di certo quello ormai ‘standard’ nelle macchine top class reflex e non.
A fronte di un costo evidentemente superiore a quello dei modelli di taglia inferiore, e anche proporzionalmente di maggiori complicazioni costruttive per adottare un’ottica adeguata, i sensori ‘pieni’ sono caratterizzati da diversi vantaggi. Il primo è che permettono l’esatta corrispondenza delle focali: un 50 mm montato su una full frame equivale a un 50 mm, un 100mm a un 100 mm… A parità di numero di pixel, poi, i sensori FF sono caratterizzati da minor densità di fotodiodi, ovvero questi sono leggermente più grandi, quindi catturano meglio la luce in condizioni di scarsa illuminazione.
Terzo, la ‘taglia’ del sensore influisce (insieme alla focale impostata e all’apertura del diaframma) sulla gestione del fuoco, sull’effetto bokeh oggi tanto di moda: quanto la dimensione del sensore è maggiore, tanto più ristretta risulta l’area di profondità di campo (a parità di valori di focale e diaframma).
Nel caso della Q, in verità non sono da attendersi miracoli da questo punto di vista, perché, se è vero che si tratta di una full Frame e che si può aprire sino a F1,8, l’ottica è ‘solo’ un 18 mm, però…
In ogni caso, come poi ha dimostrato la prova dei fatti, il sensore della Q è un dispositivo capace di offrire un’ottima resa alle basse luci, come dichiara anche Leica che parla senza giri di parole di ‘immagini di qualità assoluta fino a ISO 50.000.’
Il sensore lavora in accordo con il nuovo processore Maestro II, e questa coppia di elementi permette, fra le altre cose, di effettuare la ripresa di immagini in sequenza fino a 10 fps, alla massima risoluzione.

Seria, sobria

L’impostazione della macchina è al limite dell’essenziale. Sul piano superiore, accanto alla hot shoe, sulla destra – e quindi, nel piano ribassato della calotta, il selettore di modo (che permette di selezionare l’otturatore fra 1+ e 1/2000, più A). Quindi, ecco il pulsante di scatto a tre posizioni (off, scatto singolo, scatto in sequenza; questa funzione è selezionabile fra tre velocità via menu). Per finire, una manopola a rotazione orizzontale, multifunzione.
Tutti gli altri controlli sono sul retro. L’impostazione è (volutamente?) vecchio stile. All’estrema sinistra, sotto il mirino, ecco cinque pulsanti identici (cosa che non favorisce di certo l’uso ‘on the fly’) per l’accesso diretto ad altrettante funzioni. Dall’alto, ecco i pulsanti per play, delete, fn (scorciatoia programmabile), ISO e menu.
Verso il centro, sotto una scritta che chiarisce con chi abbiamo a che fare (‘Leica Camera Wetzlar Germany’), ecco il monitor da 3 pollici TFT-LCD con circa 1.040.000 pixel, e possibilità di controllo tattile (touch screen); vista la categoria della macchina ci saremmo però aspettati la possibilità di orientarlo, almeno parzialmente… In ogni caso, anche se non con la stessa comodità in tutti i frangenti, è sempre possibile utilizzare il mirino.
Che in questo caso è elettronico, e dispone di sensore oculare – che si attiva portando la fotocamera all’occhio – per la commutazione automatica con il monitor. Il mirino è di tipo LCOS, con risoluzione di 1280×960 pixel x 3 colori (=3,68MP), con aspect ratio 4:3; è possibile la regolazione diottrica, in un arco di +/- 3 diottrie.
Continuiamo l’analisi del retro. Quasi invisibile, nascosto nel corpo della macchina, c’è innanzitutto un piccolo pulsante senza scritte che l’azienda tedesca definisce ‘a pollice’. Un comando utile, ad esempio, per passare istantaneamente dalla focale ottica ‘standard’, in questo caso un grandangolare da 28 mm, alle due posizioni ‘digitali’, corrispondenti a 35 e 50 mm, ma è possibile programmarlo per altre funzioni.

Obiettivo uno e trino

La funzione di cambio ottica ci consente di tornare sull’obiettivo. Questo, come accennato, è un interessante Summilux 28mm f/1.8 ASPH, fornito di serie di paraluce a vite dagli angoli squadrati, che rende il tutto molto professionale. Si tratta dunque di un’ottica molto luminosa, e decisamente ‘wide’; una scelta tutto sommato originale, considerato che macchine ad ottica fissa ‘universale’ in genere montano un 35 mm se non addirittura un 50 mm.
Per questo motivo Leica ha pensato di offrire l’opzione, in qualche modo, di una scelta fra 18, 35 e 50 mm. Nel primo caso basta utilizzare la macchina normalmente; per le altre due posizioni, di fatto, si utilizza una parte del sensore, a prezzo naturalmente di una progressiva riduzione della qualità di immagine all’aumento della focale. Considerando le qualità di base di ottica e sensore, questa operazione di ‘trattamento digitale’ è accettabile.
A proposito di ottica, da segnalare che la messa a fuoco minima è di 30 centimetri; l’obiettivo, però, è di tipo macro, e quindi, effettuando una regolazione fine, è possibile avvicinarsi ulteriormente, sino a circa 17 centimetri. Non proprio davanti alla lente frontale dell’obiettivo, ma…

Versatilità adeguata

Come si può intuire, la Q offre grandi possibilità di regolazioni, con la maggior parte delle opzioni d’obbligo in macchine di alto livello, qualche minima limitazione o assenza, e sorprendentemente (considerando il ‘classicismo’ del marchio) anche funzioni moderne, più o meno utili.
La macchina offre possibilità di ripresa manuale ed anche le classiche opzioni PSAM, attivate in maniera differente da quanto accade nella maggior parte dei casi (dove, come ormai quasi standard, si agisce attraverso una ghiera di modalità). Per impostare l’esposizione programmata basta collocare sia la ruota dell’otturatore che l’anello sul diaframma su A; per passare a priorità di tempi o diaframmi basta spostare tempi o diaframmi sul valore desiderato.
A proposito di otturatore, questo offre tutte le possibilità desiderabili, con tempi da 30s a 1⁄2000s (otturatore meccanico) e da 1⁄2500s a 1⁄16000s (elettronico), a incrementi di 1⁄3; la sincronizzazione flash è fino a 1⁄500s.
La misurazione dell’esposizione prevede tre opzioni classiche, ovvero Multizonale, ponderata con prevalenza al centro, o spot; è possibile effettuare la correzione dell’esposizione ±3EV a incrementi di 1⁄3EV come anche il bracketing, che permette tre scatti con intervalli fino a 3EV, regolabili sempre ma incrementi di 1⁄3EV.
È possibile poi scegliere tra dieci varianti di ‘scene’ preimpostate: oltre ad una sorta di ‘full auto’, ci sono altre sette opzioni piuttosto classiche, come Sport, Verticale, Orizzontale, Notte, Neve/Spiaggia, Luce di candela, Tramonto… e non manca la possibilità di utilizzare ‘effetti di sicuro effetto’, se ci perdonate la ridondanza, come Panorama, l’abusato ma sempre efficace Time Lapse, il sempre divertente Miniatura… da segnalare infine anche la rara opzione Digiscoping, indicata per la fotografia con la fotocamera montata in modo fisso su un telescopio.
Come accennato, le possibilità di regolazioni sono ampie. È possibile ad esempio determinare alcune proprietà dell’immagine prima di scattare le fotografie, ovvero il contrasto, la nitidezza e la saturazione del colore, ciascuno selezionabile tra cinque livelli, ognuna in modo indipendente dall’altra.
A proposito di possibilità di regolazioni, si può anche scegliere fra tre spazi colore: sRGB, Adobe RGB o ECI-RGB.
La macchina memorizza foto e video su schede SD/SDHC/SDXC, nel classico formato compresso JPEG (selezionabile su 4 livelli) e anche loseless, in questo caso PNG; è possibile scegliere fra PNG+JEPG oppure solo JPEG. In DNG, gli scatti vengono salvati sempre con la massima risoluzione, indipendentemente dalle impostazioni scelte per le immagini JPEG.

C’è anche il video

In ossequio alla tendenza ormai assodata degli ultimi anni, la Leica Q offre anche la possibilità di registrare filmati video, in MP4, in Full HD, 1920 x 1080p a 60 o 30 fps oppure in HD, 1280 x 720p, a 30fps.
L’audio, in AAC, si basa su un microfono stereo ed un altoparlante monofonico.
A conti fatti, la resa è più che valida, ma la concezione della macchina – come per la maggior parte delle fotocamere – non favorisce le riprese in movimento; peraltro gli accessori di terze parti per favorire un’utilizzazione ergonomica ancora non si sono visti (e chissà se mai si vedranno, visto il costo della Q che ne limita il mercato; avranno voglia gli accessoristi di creare supporti e quant’altro che necessariamente saranno venduti in pochi esemplari?).
Da segnalare ancora la presenza entrobordo di un modulo Wi-Fi, per la condivisione di foto e video. Le immagini si possono scaricare su smartphone, tablet o computer con l’app gratuita Leica Q, che consente anche di comandare alcune opzioni di funzionamento della fotocamera da remoto.

All’altezza della fama

Per il test pratico, al solito, abbiamo effettuato varie sessioni, in diversi momenti, in interni ed in esterni. Come è possibile vedere dalle immagini che pubblichiamo, e pur considerando la perdita qualitativa determinata dai processi di riproduzione tipografica, la resa è notevole, all’altezza della fama della casa tedesca.
Le immagini risultano definite, ma la caratteristica migliore è nell’equilibrio complessivo, nell’omogeneità della visione.
Il rumore si mantiene entro limiti accettabilissimi praticamente su buona parte dei valori disponibili; considerando anche la luminosità dell’obiettivo, e la focale decisamente breve (oltre che stabilizzata), si possono utilizzare anche tempi piuttosto lenti a mano libera. Il che si traduce nella possibilità di ottenere immagini valide anche in condizioni critiche di illuminazione.
Unico appunto, chi ama le riprese ravvicinate deve stare attento alla minima distanza di messa a fuoco; anche in posizione macro, infatti, si resta un po’ lontani dal soggetto, e si rischia – lavorando soprattutto a tutta apertura – una sfocatura impercettibile ad occhio in fase di scatto, alla fine poco piacevole.
Per concludere con il paragrafo ‘prestazioni’, da segnalare la durata della carica dell’accumulatore a nostro avviso insufficiente per la categoria della macchina. Sarà perché alimentatore ed accumulatore, a differenza del resto (anche il paraluce è ‘made in Germany’) sono realizzati in Cina?

il fattore E anziché Q/P

Quando si ha a che fare con una macchina come la Leica Q diventa difficile, se non impossibile, esprimere un giudizio ponderato, in base al rapporto qualità/prezzo.
In casi come questo, infatti, contano anche il fattore ‘E’, emozionale, e tante altre caratteristiche difficilmente valutabili con i consueti parametri.
La Leica Q è ben costruita, versatile, adotta un’ottica di pregio ed offre eccellenti prestazioni. Caratteristiche tipiche anche di altre macchine sul mercato, del resto, magari con minor blasone ma decisamente più economiche. D’altro canto, la Leica Q costituisce – anche se sembra un paradosso – un’alternativa economica ad una possibile combinazione obiettivo/corpo macchina paragonabile, nell’ambito del sistema reflex della casa tedesca…
Insomma, una fotocamera sotto molti aspetti ‘fuori categoria’, certo perfettamente allineata – anche del punto di vista del costo… – alle aspettative dei fan del marchio, che certamente non resteranno delusi.

Salvatore Coppola

Pagella

ESTETICA                8/10
Una compatta non troppo compatta, dal design essenziale, solido, massiccio
COSTRUZIONE         9/10
Senza problemi, come era lecito attendersi da una Leica (e da una macchina così costosa tout court) ‘made in Germany’
VERSATILITA’          9/10
A vederla così, la fotocamera non sembra particolarmente ricca di funzioni. Invece, c’è tutto o quasi, compresi ‘effetti speciali’ moderni e wi-fi…
PRESTAZIONI          9/10
Più o meno il massimo ottenibile con una macchina di tale dotazione e simili caratteristiche, in foto e anche in video (peraltro poco comodo da gestire). Resa notevole con scarsa illuminazione. Autonomia della batteria insufficiente.
RAPPORTO Q/P        7/10
Difficile giudicare il rapporto qualità prezzo di un prodotto del genere. Diciamo che, se potete permettervela, la Q non vi deluderà…

 

PRO
✔ Qualità costruttiva
✔ Versatilità
✔ Prestazioni notevoli anche in condizioni di poca luce
CONTRO
✔ Monitor fisso
✔ Autonomia insufficiente
✔ Prezzo al pubblico davvero elevato

Costruttore:  Wetzlar, Germania
Distributore: Leica Camera Italia, via Mengoni 4, 20121 Milano – tel. 02 72 74 02 1 – it.leica-camera.com

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

Sensore: CMOS 24 x 36mm (full-frame) – 26,3/24,2 milioni pixel (totali/effettivi)
Dim. imm: 6000×4000 (24MP), 4272×2848 (12MP), 2976×1984 (6MP), 1600×1080 (1,7MP)
Formato immagine: DNG + JPEG, JPEG
Supporti: SD/SDHC/SDXC, classe UHS-1
Mirino: Elettronico LCOS 4:3 – 3,68 MP, regolazione diottrica +/- 3 diottrie
Display: 3″ TFT LCD – 1.040.000 pixel, touch screen
Obiettivo: Leica Summilux 28 mm  f/1.7 ASPH (11 lenti in 9 gruppi, 3 asferiche)
Otturatore: 1⁄2000-30 sec (mecc.), 1⁄2500-1⁄16000 sec (elettronico) con step di 1⁄3 EV
Flash sincro: 1⁄500s
Scatti in sequenza: opzionale 10/5/3 fps (H/M/L) Autoscatto: ritardo 2 o 12 sec.
Esposizione: multizona, prevalenza centr, spot Compensazione +/-3 EV, step 1⁄3 EV
Sensibilità ISO: 100 – 50000
Autofocus: Single zone, multi-field (49 zone), face recognition, subject tracking
AF modes: AF-S; AF-C
Messa a fuoco: Automatico o manuale – da infinito a 30 cm, macro a 17 cm
Risoluzione video: 1920x1080p, 60fps e 30fps – 1280x720p, 30fps
Connessioni: Micro USB (2.0), HDMI
WiFi: IEEE 802.11b/g/n, channel 1-11 – WPA/ WPA2
NFC: Industrial Standard (JIS) X 6319-4, 13.56 MHz
Batteria: Li-ion 7.2 V DC, 1200 mAh
Dimensioni: 130 × 80 × 93 mm – Peso: 590g (corpo), 640g (corpo con batteria)

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