Gio 25 Aprile 2024

Fotovideocamera ibrida JVC GC-PX10

(Estratto da Tutto Digitale 72 – Speciale Acquisti 2011) 

Da JVC arriva una fotovideocamera che promette di definire un nuovo livello di integrazione per le cosiddette “ibride”. Sensore da 12 MP, zoom ottico 10x stabilizzato, codec video H.264 a 36 Megabit/s, slow motion a 300fps, raffica a 12 fps e memoria integrata da 32 GB sono le caratteristiche salienti di un prodotto innovativo

La JVC GC-PX10 è un prodotto a dir poco particolare. Da tempo siamo ormai abituati alle cosiddette “ibride”, videofotocamere o fotovideocamere che dir si voglia, capaci di offrire sia funzionalità di registrazione video che di cattura ‘photo’.

Questi prodotti, però, generalmente tradiscono una impostazione di base principale, ad esempio videocamera, cui sono state “aggiunte” le altre funzioni in un mix non sempre perfettamente combinato. Con la PX10, invece, non è così. Dopo qualche giorno di uso, infatti, dobbiamo ammettere che abbiamo avuto difficoltà a dare una caratterizzazione specifica all’apparecchio. È una videocamera con funzioni foto oppure il contrario? Qual è la modalità operativa in cui offre il meglio? Quesiti cui non è affatto semplice dare una risposta.

Cominciamo dalla costruzione. La forma della PX10 è alquanto insolita… tant’è vero che, in varie occasioni ci siamo sentiti chiedere “ma che cos’è?”.

L’apparecchio è formato da due corpi principali geometricamente ben definiti, ed uniti fra loro a realizzare una struttura piuttosto originale. La protuberanza cilindrica cattura subito lo sguardo; racchiude principalmente l’obiettivo sul quale sono anche montati alcuni pulsanti di controllo, il microfono, l’illuminatore e la slitta per gli accessori. A questo è attaccato quello che dovrebbe essere il corpo macchina principale, formato quasi esclusivamente dal bel display LCD, reclinabile, attaccato ad una fascia sottile sulla quale è montata l’impugnatura, seconda protuberanza della PX10.

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L’occhio fotografico vedrà analogie con alcune mirrorless dal corpo sottilissimo cui è stato montato uno zoom decisamente sproporzionato. L’occhio del videomaker, riconoscerà l’aspetto orientato al video dell’obiettivo, con microfono incorporato e la grande serigrafia centrale che recita in modo inequivocabile “36 Mbps progressive”.

La struttura è in sostanza quella di una fotocamera e si impugna come tale, ma può essere usata con una mano sola senza troppa fatica, come un camcorder.

Sul corpo macchina sono posizionati pochissimi tasti funzione. L’impugnatura trova collocati il tasto di scatto, da attivare con l’indice, affiancato da due piccoli ma importanti tastini per l’accesso alle funzioni speciali di scatto/ripresa high speed. Un secondo tasto raggiungibile con il pollice controlla l’avvio in registrazione video ed è affiancato dalla levetta per il controllo dello zoom posizionata di fianco al display assieme ad ulteriori tre piccoli tasti per la scelta delle funzioni play/rec oppure foto/video, oltre al tasto Menu.

Altri pulsanti trovano posto sul corpo cilindrico dell’obiettivo, accessibili con la mano sinistra e destinati a funzioni speciali. Troviamo qui anche la ghiera per il controllo delle modalità Program, a priorità, manuale e scene, il tasto per la selezione della modo flash, una rotella ed un pulsantino. Questi ultimi permettono l’accesso ai controlli manuali, messa a fuoco, selezione dei tempi e dell’apertura, che sono così raggiungibili in modo diretto senza entrare nel menu.

A tutto questo si affianca il display, touch screen, tramite il quale si impostano le funzioni accedendo al menu.

La combinazione è nel complesso efficace. L’utilizzo fotografico è semplice, grazie alla impostazione dei controlli principali adatta ad un semplice accesso alle funzioni manuali, oltre che a lavorare in totale automatismo. E lo stesso vale per il video… ma anche per le due cose simultaneamente, visto che durante la registrazione video la PX10 permette di memorizzare foto alla massima risoluzione premendo il pulsante di scatto.

Completiamo l’analisi del corpo macchina segnalando la presenza di un ingresso per un microfono esterno, protetta da una linguetta ed affiancata ai classici connettori AV analogici, HDMI ed alimentazione (quest’ultimo proprietario).

Sotto l’obiettivo trova anche posto uno slot per schede SD/HC/XC utili per espandere la memoria integrata da ben 32 GB.

Il cuore della GC-PX10 è un sensore CMOS retroilluminato da 12 MP in formato 4000×3000 e di dimensioni pari ad 1/2.3”, (quindi piuttosto grandi per un camcorder seppure limitate rispetto ai sensori delle mirrorless e delle DSLR), affiancato dal processore di immagine Falconbrid, cui sono affidate le operazioni di elaborazione e compressione dei segnali, e responsabile di alcune delle speciali performance in “velocità” di questo prodotto.

RAPIDA NELLE FOTO

 

Una volta azionato il piccolo tasto di accensione, la PX10 in qualche secondo diviene operativa. L’accensione non è istantanea, pertanto nel momento in cui si decide di portare la macchina in standby, è bene tener presente che l’eventuale scatto “rubato” al volo potrebbe andar perso. Da questo punto di vista infatti i tempi non sono confrontabili con quelli delle reflex digitali o delle compatte più prestanti.

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Di contro, i tempi di reazione allo scatto sono normalmente impercettibili, a patto però che la macchina sia già in una posizione di messa a fuoco prossima o quasi al soggetto da riprendere. In alcune occasioni, specie in forti controluce e contrasti, abbiamo infatti notato una certa lentezza o incertezza del sistema autofocus che tarda a riposizionarsi, influenzando i tempi di reazione. Con l’esclusione di tali situazioni, lo scatto è immediato e mentre la macchina effettua la registrazione è comunque pronta ad una nuova cattura.

Lo zoom si regola con l’apposita leva sul pannello posteriore, ed è rapido nella sua escursione 10x ottica equivalente, su 35mm, ad un 37.4 – 374 mm piuttosto luminoso, grazie all’apertura massima F2.8 – 4.5. Dal punto di vista ‘foto’, quindi, ci troviamo di fronte ad uno zoom esteso, affiancato dal sistema di stabilizzazione ottico necessario per rendere più facilmente fruibili le focali più lunghe, che parte da un leggero grandangolare che non farà la gioia del fotografo paesaggista o di architettura, ma confrontabile con quanto offerto dalla maggior parte delle compatte. Mediante il piccolo tasto e la rotella sull’obiettivo, poi, è possibile in qualsiasi momento accedere alle funzioni di correzione manuale del fuoco e dell’esposizione, in modo agevole e senza dover navigare nel menu.

Di contro, questo è necessario per impostare le varie opzioni fotografiche, come il bilanciamento del bianco, la qualità delle immagini, che possono essere salvate solo in JPEG (niente RAW) su 2 livelli di compressione. Sono disponibili anche diverse opzioni di formato: la massima dimensione è pari a 12 Megapixel in 4:3 (4000×3000), cui si aggiungono tre modalità di formato inferiore sempre 4:3 (2976×223, 1600×1200 e 640×480 pixel), ed è possibile scattare anche in 16:9 (mediante crop superiore/inferiore) che porta le immagini ad un massimo di 8 Megapixel in formato praticamente 4K (4000×2228), specifica su cui torneremo più avanti, in 2976×1672 pixel oppure in FullHD 1920×1080. Il formato immagine non fotografico “tradisce” un cuore più orientato al video, così come l’assenza dell’opzione di salvataggio in RAW che obbliga ad accontentarsi del JPEG offerto ad una compressione medio-alta (le dimensioni dei file da 12 Megapixel si aggirano attorno ai 4MB), ma soprattutto a non poter aggirare i sistemi integrati di riduzione del disturbo e di gestione del colore. Il primo, in particolare, è piuttosto invasivo e, specie lavorando in condizioni di bassa illuminazione e ISO più alti, porta anche ad una riduzione del dettaglio. La gestione del colore è generalmente buona, con un effetto piuttosto gradevole e colori saturi, sebbene occasionalmente troppo carichi, ma non personalizzabile, vista l’assenza di funzioni di regolazione specifica (se non ovviamente il controllo del bilanciamento).

La qualità degli scatti tutto sommato ci ha convinto. In ambiente aperto, così come in condizioni di buona illuminazione, la PX10 produce fotografie nitide e brillanti. Di contro il livello di rumorosità indotto dalla compressione non è bassissimo, e nei contorni degli oggetti rende visibili i classici artefatti di codifica che limitano la massima resa dei file. La macchina può lavorare fino a ISO6400 e mantiene un livello di rumore piuttosto stabile fino a circa ISO800, con l’insorgenza di rumore visibile e di tipo principalmente cromatico ad ISO1600, che comunque si mantiene contenuto e rende sfruttabili senza troppi problemi queste immagini. è presente anche un illuminatore flash, dalla portata contenuta e da usare per le emergenze. Le peculiarità fotografiche della PX10, però, non sono finite. Pensiamo ad esempio alla notevole velocità operativa derivata dalla presenza di un potente processore di immagine. In particolare in modalità fotografica è possibile impostare la PX10 per produrre raffiche con una velocità, sulla carta, impressionante. Lo scatto continuo è possibile a 2 fps fino alla risoluzione massima (8 o 12 Megapixel) e senza limiti. Sono presenti poi due modalità Mid ed High in cui la PX10 raggiunge rispettivamente 15 fps e 50 fps ad 8 MP e per un massimo di 130 scatti, oppure 7 fps e 25 fps a 12 MP per un massimo di 100 scatti. A conti fatti, quindi, l’apparecchio può registrare sequenze di immagini con risoluzioni “4K” e velocità adatte per montare un piccolo clip anche in ralenty (50fps)… Impostato l’apparecchio per la raffica, è sufficiente premere il pulsante di scatto per avviare la registrazione. L’unico difetto è che, dopo la cattura dei 100 scatti a 12 Megapixel (pari a poco più di 3 sec. di video equivalente), la macchina si blocca completamente per il salvataggio per circa 35 secondi. A questo punto bisogna attendere la scrittura prima di poter riprendere l’uso, anche se è possibile interrompere il salvataggio in qualsiasi momento.

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VIDEO ULTRA

 

È sufficiente premere il pulsante centrale del pannello posteriore per passare, istantaneamente, dalla modalità foto a quella video. Qui troviamo grosso modo le stesse funzionalità operative della sezione ‘foto’ nella variante specifica per la cattura dei filmati, confermando la versatilità della macchina che, oltre al totale automatismo, offre un buon livello di controllo manuale.

Dal punto di vista ottico, in video l’obiettivo offre una escursione 10x equivalente ad un 43.3 – 433 mm in formato 16:9. Si perde buona parte del grandangolo e, di fatto, si parte da una posizione praticamente “normale” che a nostro avviso rappresenta il limite principale di questo apparecchio come camcorder. Certo, la disponibilità di vere ottiche wide non è certo diffusa fra i camcorder, ma in un modello ibrido ci si poteva attendere qualcosa di più.

In quanto allo zoom, va considerato che JVC ha implementato anche in questo apparecchio la modalità Dynamic Zoom che, sfruttando la risoluzione del sensore doppia rispetto al FullHD, permette di estendere l’ingrandimento fino a circa 19x senza perdita di qualità (18x con lo stabilizzatore attivo), semplicemente sfruttando una porzione via via più piccola del sensore ma sempre con una risoluzione nativa di almeno 2 megapixel. Ecco quindi che in video è possibile lavorare con qualità Full HD fino ad una estensione equivalente ad un 800 mm… non è poco! Il risultato è ottimo ed alla massima focale si può notare, solo appena accennata, una rumorosità superiore, ma nessuna riduzione nella risoluzione. Allo zoom dinamico è possibile aggiungere anche lo zoom digitale, in questo caso con perdita di risoluzione, per gli irriducibili del super-ingrandimento 64x…

Il video catturato dalla PX10 può arrivare al FullHD 1920×1080 anche in progressivo 50p, e per la compressione viene usato un codec MPEG-4/H.264 in tutto e per tutto simile all’AVCHD… ma diverso. In pratica il codec della PX10 non aderisce alle specifiche del formato AVCHD, del quale usa di fatto, però, la stessa tecnologia differenziandosi per alcuni aspetti, non ultimo il bitrate massimo che raggiunge i 36 Mbps nella modalità 1080UHR, ben superiore rispetto al limite oggi imposto dall’AVCHD (28 Mbps). Questo significa che le clip non saranno subito utilizzabili nei programmi di elaborazione AVCHD, ma trattandosi di file mp4 però possono essere tranquillamente trascinate sul desktop del PC ed importate nella maggior parte dei programmi di elaborazione o editing che sono comunque compatibili con l’H.264.

Oltre al 1080 progressivo, la PX10 offre una speciale modalità Super Slow Motion in cui la cattura avviene a bassa risoluzione 640×380 pixel a ben 300fps. Non si tratta di una assoluta novità nel settore, in passato infatti si sono visti vari esperimenti in tal senso, ma rende ancora più versatile questa ibrida. Da sottolineare come la registrazione Super Slow Motion possa avvenire per circa 2 ore consecutive…

Non trascurabile, infine, la possibilità di scattare foto alla max risoluzione (8 MP) anche durante la ripresa video, ed anche in modalità continua (raffica a circa 1fps). È sufficiente premere il pulsante di scatto, e le immagini verranno anche catturate in JPEG. Una opzione interessante che integra al meglio la natura ibrida del prodotto.

Una nota finale positiva va sicuramente al display LCD inclinabile, luminoso e comodo da usare. Tramite tecnologia touch permette di navigare tra le funzioni del menu in modo semplice, con l’unico inconveniente, tipico di questo tipo di display, di sporcarsi molto più rapidamente. Il display tra l’altro non può nemmeno essere chiuso per quando non si usa la macchina, lasciandolo esposto a graffi.

Con la GC-PX10 JVC proprone un prodotto capace di mescolare in modo convincente funzioni foto e video, aggiungendo anche opzioni sofisticate interessanti, come l’alto bitrate in “ultra” e la raffica a 4K. Certo, tutto questo ha un prezzo che, confrontato a quello di mirrorless con funzioni video, può far pensare. Ma ad oggi sono poche le soluzioni capaci di un mix altrettanto ben riuscito di video e foto.

Massimo Basile

Fotovideocamera ibrida JVC GC-PX10   prezzo euro 899

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

Sensore: CMOS 1/2.3-inch 12.75M retroilluminato

Obiettivo: Konica Minolta F2.8 – F4.5, f=6.7mm – 67.0mm, diametro 46.0mm

Illuminazione minima: 4Lux (1/30 Shutter speed), 1Lux (NightAlive Mode, 1/2 Shutter speed)

Display LCD: 230K-pixel 3.0”, touch panel

Flash: range <2m

ISO Foto: 100/200/400/800/1600/3200/6400

Autofocus:  9-Point Multi (Still), 9-Point Select (Still), Face Detection, Face Tracking, Color Tracking, Touch Area

Esposizione: Multi-Pattern, Spot, Center Weighted Exposure Control Intelligent AUTO, Program AE, Aperture Priority AE, Shutter Priority AE, Manual

Zoom: ottico 10x, digitale 64x, Dynamic: 19x

Stabilizzazione: ottica O.I.S. ed Advanced Image Stabilizer (A.I.S.)

Connettori: HDMI® Out (Mini), AV Out, USB2.0, Mic In (Plug-in power), Headphone Out

Formati : MPEG-4 AVC/H.264 (MP4), AAC (2ch), JPEG

Memoria di massa: SDXC/SDHC/SD Memory Card; 32 GB integrati

Modalità video: HD1080 (UHR) 1920×1080/50P 36Mbps; HD1080 (HR) 1920×1080/50P 24Mbps, HD720 1280×720/50P, iFrame: 960×540/25P

Formato foto: [4:3] 4000×3000 / 2976×2232 / 1600×1200 / 640×480; [16:9] 4000×2248 / 2976×1672 / 1920×1080

Cattura foto in video: (16:9) 3840×2160

Consumo:  4.8W

Dimensioni: 131mm x 67mm x 122mm

Peso: 435g senza batteria, 520g con batteria

LA PAGELLA

ESTETICA  7/10

Non è certo l’eleganza a contraddistinguere questa piccola “chimera” tecnologica. Vi chiederanno stupiti di cosa si tratta: potrete rispondere in tanti modi diversi…

COSTRUZIONE  7/10

Lo chassis esterno è di plastica ed il prodotto è nel complesso leggero, tale da non conferire una sensazione di grande robustezza. La realizzazione è comunque curata.

VERSATILITÀ  9/10

Di fatto manca solo la possibilità di cambiare l’obiettivo. Ma questo collocherebbe l’apparecchio su ben altre categorie di prodotto.

PRESTAZIONI  8/10

La qualità video è molto buona e grazie alla opzione a 36 Mbps, virtualmente esente da artefatti. In foto le performance sono buone, anche se la scelta limitata al solo JPEG ed il formato 4:3/16:9 lasciano meno soddisfatti. Buone le prestazioni ad ISO alti, anche se la sensibilità non è elevatissima.

RAPPORTO Q/P  8/10

Il prezzo della GC-PX10 è piuttosto alto, il che porta il prodotto a subire la concorrenza di un’ampia gamma di apparecchi, magari meno “ibridi” ma comunque in grado di offrire foto e video. Per cadere sulla PX10, la scelta deve prediligere la migliore integrazione ed appassionarsi delle speciali funzioni.

Pro

Versatilità

Raffica foto

Qualità video

Contro

Accensione lenta

Manca il raw

AF a volte incerto

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