Mirrorless Sony α6300

Test estratto da: Tutto Digitale 106 – Speciale Estate 2016
Fotocamera Mirrorless
Sony
α6300
– Prezzo: € 1.250,00
Una macchina con ‘il sistema AF più veloce al mondo’ e ‘il più alto numero di punti AF fra le fotocamere a ottiche intercambiabili’.
Così Sony presenta la α6300: una mirrorless compatta e leggera con sensore da 24,2 MP in formato APS-C, possibilità di registrazione video 4K e molte altre funzioni
Sony α6300

Inutile qui ricordare l’ascesa di Sony nel settore della fotografia digitale. La casa giapponese, già in pieno dominio analogico, si era distinta per la proposta di diversi esempi di macchine ‘tutte digitali’, e piano piano ha conquistato non solo numeri di mercato ma anche e soprattutto la giusta considerazione dei fotografi.
Fra compatte e reflex, fra SLT e mirrorless, oggi insomma Sony è un nome importante anche nella Fotografia, e addirittura sta diventando ‘il’ nome per eccellenza in alcuni segmenti di mercato. Pensiamo ad esempio a quello dei fotovideomaker, degli utenti che utilizzano la fotocamera anche e soprattutto per riprendere immagini in movimento, per realizzare filmati video.
Basta pensare alle mirrorless A7, disponibili in tre varianti adatte alle diverse situazioni e giunte alla seconda versione, utilizzate – tramite adattatore, ovviamente – anche con ottiche di corredi fotografici di altri marchi.
Torniamo però ad una nuova mirrorless, la α6300, che si candida (magari con uno zoom tipo quello siglato SEL1670Z, di cui parliamo più avanti, che viene fornito con uno dei kit disponibili) come un’ottima alternativa ad un sistema reflex. Una soluzione più leggera ma perfettamente in linea con il ‘sistema Alpha’, anche se – prima di pensare ad un prodotto entry level – dobbiamo sottolineare che si tratta di una soluzione offerta ad un prezzo tutt’altro che popolare: parliamo di un costo indicativo sui 1.250 euro per il solo corpo macchina, 1.400 euro per corpo e obiettivo SELP1650, e 2.250 euro con l’obiettivo SEL1670Z.
Dunque, una macchina di caratteristiche e prezzo premium, de luxe… vale la pena di prenderla in considerazione per un acquisto? è quanto cercheremo di scoprire con questo test effettuato con la combinazione di corpo macchina con lo zoom Zeiss Vario-Tessar T* E 16-70 mm F/4, altrimenti noto appunto come SEL1670Z…

Sobria eleganza, sapore professionale

Come accennato, il corpo della α6300 è di dimensioni piuttosto ridotte, costituito in sostanza da un parallelepipedo con un volume anatomico aggiunto come impugnatura. Considerando anche la (relativa) bassa densità di comandi, la macchina sembra più tranquilla di quello che in effetti è, ovvero una belva pronta a scatenarsi (va bene, avete capito il concetto…).
Se peso ed ingombro sono piuttosto ridotti, la situazione cambia con obiettivi come lo zoom in prova, che, come accennato, è uno Zeiss Vario-Tessar T* E 16-70 mm F4 ZA OSS. Uno zoom di pregevole fattura ed ingombro in proporzione; in altre parole, l’insieme è versatile (l’escursione focale è corrispondente a quella di uno zoom 24-105 mm, dunque buona parte delle situazioni di ripresa sono coperte), ma non più così compatto come si potrebbe immaginare.
Il design della combinazione corpo/obiettivo è di sobria eleganza, con un leggero tocco professionale che non guasta.
Il corpo macchina è in lega di magnesio, leggero e  robusto, arricchito di sistemi antipolvere e antiumidità; nel volume è ben nascosto, in posizione di riposo,  un piccolo flash pop up, di prestazioni modeste (NG 6) ma utilissimo in situazioni di emergenza o fill-in.
Sul fronte dell’affidabilità, da segnalare che l’attacco per l’obiettivo (un elemento di possibile debolezza nei modelli ad ottiche intercambiabili), di tipo E-mount, ha la struttura rinforzata; in generale, la realizzazione meccanica dei due elementi (soprattutto dell’ottica) è piuttosto curata.
La disposizione e impostazione dei comandi rimanda ad altre precedenti fotocamere Sony (in particolare alla α6000), e quindi chi abbia già usato le macchine della casa giapponese non avrà la minima difficoltà a passare alla α6300. In generale, i comandi sono (relativamente) poco numerosi, viste in realtà le molteplici funzioni accessorie, e quindi è necessario a volte perdere un po’ di tempo per arrivare al punto desiderato, visto il numero di pagine e sottopagine del menu. Magari, l’adozione di una seconda rotella di selezione rapida o altro, come in uso su alcune reflex ricche di funzioni, avrebbe potuto alleggerire la situazione.
In ogni caso, a favorire l’uso su misura per ogni utente, la α6300 è facilmente adattabile alle abitudini e preferenze d’uso individuali, grazie a 9 pulsanti personalizzabili a cui è possibile assegnare una delle 64 differenti funzioni. Ottimo!

Un APS-C ambizioso

Diamo ora un’occhiata alle caratteristiche principali. La α6300 adotta un sensore, che Sony definisce di nuova concezione, di tipo CMOS Exmor APS-C da 24,2 megapixel. La novità è soprattutto nelle dimensioni dei cablaggi in rame, più sottili, che determinano un piccolo aumento delle dimensioni dei singoli fotodiodi, e dunque una migliore raccolta della luce, ma la casa giapponese dichiara anche un algoritmo perfezionato nel processore Bionz X che massimizza le potenzialità del CMOS a vantaggio della produzione di immagini a basso rumore.
La coppia sensore/processore promette quindi ottima resa su tutta la gamma di sensibilità, che, in modalità estesa, arriva sino a 51200 ISO per le foto (fino a 25600 ISO per i filmati).
La α6300 registra in RAW, RAW e JPEG, oppure JPEG (JPEG Extra Fine, JPEG Fine, JPEG Standard; in RAW  (Sony ARW), l’uscita è a 14 bit, a vantaggio della qualità nell’eventuale modifica delle immagini in un secondo tempo (tramite Image Data Converter o altro software).
Per inquadrare, la α6300 offre innanzitutto un display LCD TFT da 3 pollici di diagonale (oltre 7,5 cm) e 921.600 pixel, di tipo orientabile (all’incirca 90° verso l’alto e 45° verso il basso). C’è poi un mirino non convenzionale, ovvero un OLED Tru-Finder ad alto contrasto ed elevata risoluzione (circa 2,4 MP). Tale mirino dispone inoltre di una nuova modalità per visualizzare le immagini a 50 o 100 fps, assicurando fluidità di visione.  Un sensore di prossimità si occupa di spegnere il monitor all’avvicinarsi dell’occhio dell’operatore al mirino. Impostando la funzione su ‘auto’, dato che il sensore legge la prossimità di qualunque superficie, può capitare che il monitor si spenga accidentalmente; per limitare questo rischio, si può impostare lo switch manuale, e poi assegnare il comando ad uno dei tasti disponibili per la personalizzazione per non perdere tempo con il menu.

Attenzione, limiti di velocità

E veniamo a quello che la casa giapponese ritiene il vero plus della α6300, ovvero l’adozione del sistema 4D Focus, evoluzione di quello adottato sull’α6000, in grado di bloccare la messa a fuoco sul soggetto in appena 0,05 secondi. Tale prestazione è possibile grazie al Fast Hybrid AF, che coniuga la velocità dell’autofocus a rilevamento di fase e la precisione della funzione AF a rilevamento di contrasto.
In aggiunta all’ampia copertura AF, debutta sul modello α6300 un nuovo tracking AF ad alta densità, High-density Tracking AF, che conta ben 425 punti AF a rilevamento di fase, posizionati a copertura dell’intero campo visivo o quasi. Il sistema migliora percettibilmente la sensibilità per il rilevamento del soggetto e il mantenimento della messa a fuoco: è in grado infatti di attivare rapidamente un gran numero di punti AF attorno al soggetto, con una densità di circa 7,5 volte superiore a quella della α6000, e di regolarli in maniera intelligente in base ai movimenti del soggetto inquadrato. La disponibilità di 425 punti di rilevamento, come si può immaginare, permette di coprire senza problemi anche gli angoli del fotogramma.
Si tratta di una funzione particolarmente efficace con lo scatto continuo a possibile sino a 11 fps o la nuova modalità Live-View continua a 8 fps.
In effetti, molte mirrorless – scattando al massimo frame rate ottenibile – mostrano una sorta di sequenza di immagini in successione, con piccoli momenti di black out, che rendono più difficile seguire il soggetto mantenendo il fuoco. La α6300 offre un’inquadratura precisa al 100% dei soggetti in veloce movimento, sia sul mirino Tru-Finder (in particolare con alti valori di fps) sia sullo schermo LCD, offrendo un’esperienza di scatto in tempo reale che coniuga i vantaggi del mirino elettronico con quelli di un classico mirino ottico.
Interessante sottolineare che la α6300 – che, lo ricordiamo, adotta nativamente ottiche con attacco E – mantiene i 425 punti AF a rilevamento di fase, la funzione di tracking ottimizzata e la precisione di messa a fuoco, anche quando si montano obiettivi ad attacco A [con SSM o SAM]. Il fotografo può scegliere tra AF a rilevamento di fase e a rilevamento di contrasto dal menu del sistema AF (tramite adattatore LA-EA3); tale possibilità, finora prerogativa dei modelli full-frame α7R II e α7 II, costituisce una novità assoluta per le Sony APS-C ad attacco E.
Il modello α6300 offre, inoltre, tra le altre, la modalità Silent Shooting (che abbiamo verificato essere molto efficace), particolarmente utile in interni, per uno scatto silenzioso anche nell’uso a raffica fino a circa 3 fps con tracking AF/AE), la possibilità di utilizzare la messa a fuoco in modalità focometro, lo Spot AF flessibile ottimizzato e la funzione Eye AF in modalità AF-C (il dispositivo mette a fuoco e traccia in automatico l’occhio del soggetto durante il movimento del volto).

4K e funzionalità ‘PRO’

Abbiamo ricordato in apertura l’importanza che Sony ha conquistato negli ultimi anni nel settore dei fotovideomaker dopo la presentazione della mirrorless A7 (provata nel tempo in più versioni su Tutto Digitale), e che è diventata il modello attualmente più desiderato della sua categoria. Visto questo precedente, poteva la nuova α6300 non essere in grado di registrare video ad alta risoluzione? Certo che no, ed infatti la macchina offre il 4K con lettura completa dei pixel (senza pixel binning) nel formato Super 35 mm.
Quando si gira in 4K – o meglio, per la precisione, in UHD, o QFHD, 3.840 x 2.160 pixel – la nuova Sony utilizza un’area del sensore corrispondente a 20 MP di informazioni (o, se preferite, 6K, circa 2,4 volte il numero di pixel dell’UHD; 1,6x con impostazione 30p) con full pixel readout e senza pixel binning.
Per le riprese, viene utilizzato l’XAVC S, versione consumer dell’XAVC, che registra filmati in high-definition in MP4 utilizzando il codec MPEG-4 AVC/H.264.
Questo è in grado di comprimere le immagini con grande efficienza, e il risultato si traduce nella possibilità di registrare immagini di alta qualità, riducendo nel contempo la quantità di dati.
L’XAVC S registra all’elevato bit rate di 100 Mbps in 4K e di 50 Mbps in Full HD, garanzia di una buona resa in entrambi i formati (il classico AVCHD arriva a 28 Mbps).
L’XVAC S quindi necessita di una scheda di memoria veloce, una SDHC/SDXC Class 10 o superiore o UHS 1; per registrare a 100 Mbps serve comunque una UHS Class 3.
Limitandoci al PAL, in XAVC S in UHD/4 K, a 100 Mbps, 25p, con una scheda da 32 GB si otterranno circa 35 minuti di ripresa, che salgono a 75 con una memoria da 64 GB; a 60 Mbps, la durata raddoppia o quasi (60 e 125 minuti rispettivamente, fermo restando il possibile stop della macchina per surriscaldamento, come in tutti i casi del genere ).
Sony garantisce la compatibilità con schede sino a 128 GB. è anche possibile usare le Memory Stick, in particolare le PRO HG Duo, ma con queste non è permessa la registrazione a 100 Mbps.
In effetti, sono disponibili tante altre opzioni di ripresa. Sempre limitandoci solo al PAL, abbiamo in XAVC S HD (1.920 x 1.080) 50p/50 Mbps, 25p/50 Mbps, 100p/100 Mbps, 100p/60 Mbps) mentre con il classico AVCHD, sempre 1.920 x 1.080, si può scegliere fra scansione interlacciata o progressiva, fra 50p/28 Mbps (PS), 50i/24 Mbps (FX), 50i/17 Mbps (FH), 25p/24 Mbps (FX), 25p/17 Mbps (FH). Ancora, in MP4 due opzioni in FHD, (50p/28 Mbps, 25p/16 Mbps), una in  720 (25p/6 Mbps).
La macchina dispone di funzione dual rec, di doppia registrazione, per ottenere istantaneamente una versione del girato più leggera (vengono registrati un filmato in XAVC S e uno in MP4, oppure uno in AVCHD e uno in MP4): tale opzione non è disponibile però con tutti i formati e frame rate. Anzi, a volte capita di leggere sul monitor qualche indicazione curiosa; in più di un caso, selezionando AVCHD e scegliendo un’opzione, apparirà questa scritta: ‘Impossibile registrare su disco DVD nel modo 50p 28M (PS). Salvare su un disco Blu-ray’… no comment!

Ralenty & high speed

La fotocamera, come ormai richiesto dai tempi e dalle mode, offre anche la possibilità di slow motion, con la registrazione in Full HD a 100/120 fps a 100 Mbps, che permette quindi di creare file video FHD in slow motion 4x o 5x (a 24p o 30p); ancora non possibile, invece usufruire di una tale possibilità, ma in 4K, in una macchina di questa categoria.
In ogni caso, posto che buona parte delle macchine oggi possono filmare a 50/60p (ovvero permettere ralenti moderati, circa 2x, conformando il girato a 25p in postproduzione), l’impatto visivo ovviamente cresce se si sale a 100/120 (PAL/NTSC) fps., possibilità offerta dalla α6300 a prezzo di un piccolo crop automatico del sensore, che nella pratica aumenta la focale degli obiettivi installati.
Un limite determinato probabilmente dalle potenzialità del processore, che, quando si occupa di slow motion, vede un consistente aumento dei dati da processare, e quindi effettua il crop. ‘Accontentandosi’ di 100 fps, si può girare scegliendo tra i 60 e i 100 Mbps e poi con il software di editing conformare le clip a 25 fps. La macchina, come ad esempio la A7S II della stessa Sony, può anche girare clip rallentate direttamente in camera: basta aprire il menu dei modi di scatto (‘Filmato/HDR’), passare attraverso le opzioni P, A, S, M, ed arrivare alle stesse, scegliendo la versione HFR; la registrazione, senza audio, avverrà in XAVC S HD a 25p e 16 Mbps.
Per girare a 120 fps è invece necessario impostare la macchina su NTSC, con l’accortezza di formattare (o cambiare) la scheda (non possono coesistere file PAL e NTSC nella stessa card).

Mi rifaccio il look

Come altre macchine oggi ben considerate dai fotovideomaker, in primis la A7S II della stessa azienda che abbiamo provato qualche numero fa, la α6300 offre diverse opzioni per creare un look personalizzato già in macchina o, viceversa, per ottimizzare la gamma dinamica dell’apparecchio, grazie alle curve del gamma logaritmiche.
I profili di immagine disponibili, che nel menu italiano della macchina sono indicati come ‘profili foto’, sono ben 9, e comprendono varie opzioni, comprese quelle standard ITU709, S-Log2, e S-Log3; quest’ultima estende la latitudine di posa fino ai 14 stop dichiarati dall’azienda, e prevede il supporto dei profili S-Gamut e S-Gamut.Cine (introdotti per la prima volta un paio d’anni fa sulle videocamere professionali Sony F65, F55, F5), a vantaggio di uno spazio colore ampliato.
Entrambe le opzioni si traducono in maggiore scelta in ripresa, ed aumento delle possibilità creative in fase di post produzione, durante il grading.
A questo punto giova forse aggiungere qualche nota, perché, se è vero che le opzioni possibili sono davvero ampie (oltre alle varianti di S-Log, infatti, la 6300 offre diverse altre impostazioni personalizzabili in gamma e matrice colore, oltre che in dettaglio e altri parametri), in particolare considerando che stiamo parlando di una semplice mirrorless – lavorare in S-Log richiede una certa attenzione, un certo occhio: le immagini infatti possono risultare slavate e prive di contrasto, cosa che non agevola gli utenti meno esperti in operazioni come il bilanciamento del bianco o della messa a fuoco.
Inoltre, è necessario porre una particolare cura al lato fotografico delle inquadrature. Avere un’idea di ciò che si vuole ottenere aiuterà di certo nella scelta del profilo (e relative personalizzazioni) da utilizzare nelle varie situazioni, e di certo sperimentare varie soluzioni fornirà il giusto background: del resto, come sempre, conoscere in dettaglio pregi e difetti dello strumento con cui si opera, è fondamentale per la buona riuscita delle operazioni…
Ricordiamo che l’S-Log3 è meno compresso rispetto all’S-Log2 nelle basse luci, per cui è necessario prestare la massima attenzione all’esposizione, anche in funzione delle operazioni che si prevede di affrontare in color correction.

Zebra & altre ‘bestie’

Come una vera videocamera, anziché una fotocamera, la α6300 offre altri comandi utili all’operatore, come lo zebra (70/75/80/85/90/95/100 /100 più 2 livelli personalizzabili), il view assist (che consente di visualizzare un’anteprima in ITU709 mentre si registra in S-Log2 o S-Log3), l’istogramma, ilTime Code ed altro ancora.
Ci sarebbe da ancora dire moltissimo su questa macchina, ma è il momento di passare alla prova pratica. è necessario quindi, oltre a parecchia voglia di sperimentare, un approfondito uso del manuale. Purtroppo quello fornito a corredo è davvero troppo sintetico per le potenzialità della macchina, mentre la guida ufficiale (300 pagine!) reperibile online, pur approfondendo ogni detttaglio, non offre un’esposizione davvero chiara, divulgativa.
A conferma di una buona vocazione all’immagine in movimento, ovvero alla possibilità di produzione di audiovisivi anche di alto livello, la macchina dispone di un ingresso per il collegamento di microfoni esterni e supporta l’ingresso XLR con il kit adattatore XLR di Sony.
La α6300 dispone infine di NFC e wifi, e la versatilità può essere arricchita con l’applicazione gratuita Play Memories Mobile, oppure con le Play Memories Camera Apps, che comprendono  varie soluzioni foto e video (come Cielo HDR, Esposizione multipla o l’immancabile app per il timelapse). Si tratta di pochi euro per app, ma, come scritto anche a proposito della prova della A7sII, visto il costo non proprio popolare della macchina, e dato che il timelapse è ormai una funzione-base del lavoro del videomaker di oggi, ci saremmo aspettati di trovare questa funzione compresa nella dotazione della macchina…
La batteria può essere caricata attraverso un piccolo adattatore di rete, leggero ma efficace (ottima soluzione per chi viaggia) oppure anche via computer, utilizzando lo stesso cavo che arriva all’adattatore.
L’autonomia di carica, come abbiamo potuto verificare, è più che adeguata per l’uso photo, mentre chi userà la macchina per le video riprese farà bene a considerare l’acquisto di un secondo, se non un terzo, accumulatore.
A proposito di video, va segnalato, come sempre con le fotocamere, un certo riscaldamento della macchina durante la registrazione, in particolare in 4K/UHD.
Sony avverte che può determinarsi un blocco in caso di eccessivo calore, ma, in occasione di vari test di lunga durata – con il riavvio – ad ogni interruzione per il limite di tempo di registrazione di 29 minuti e 50 secondi, non abbiamo avuto particolari problemi. La situazione potrebbe avere esito diverso in luoghi molto caldi, magari in piena estate…

Foto & video top class

La qualità delle immagini fotografiche, con la combinazione macchina/ottica citata, è davvero molto interessante: grande definizione, colori precisi, rumore contenuto in ogni situazione, (almeno sino a valori piuttosto elevati, 1600/3200 ISO). Peccato solo che l’(eccellente) ottica utilizzata, anche in wide, abbia una distanza minima di messa a fuoco troppo elevata (circa 0,35 metri).
Non mancando ovviamente l’opzione RAW (ARW, nel formato Sony a 14 bit) non ci sono di fatto limiti alla post produzione. Come accennato, siamo ai vertici delle proposte con sensore in formato APS-C…
In quanto al video, invece, pure!
Al massimo della risoluzione possibile, UHD, la resa è sorprendente, per dettaglio, rumore ridotto, bella ‘pasta’.
Il tutto, senza considerare che poter  scegliere un picture profile e magari personalizzarlo apre ulteriori possibilità creative.
In Full HD la resa è molto valida, anche se non così sorprendente. Nel senso che si ottengono riprese di ottima qualità, ma nel complesso non dissimili da quelle ottenibili con altre macchine meno moderne. Sia in UHD che in HD, in ogni caso, vanno lodate le doti dell’AF e in generale le funzioni legate al video.
Sony del resto dichiara che la messa a fuoco nelle riprese video è di circa due volte più veloce rispetto al modello precedente, grazie al nuovo AF, ricordando che è possibile regolare velocità e sensibilità di tracking.

Per chi fa sul serio

A questo punto, possiamo trarre le conclusioni: basta anche un rapido test, in effetti, per innamorarsi delle prestazioni foto e video della macchina. La quale, peraltro, non deve trarre in inganno per l’aspetto semplice, quasi dimesso: siamo infatti in presenza di un prodotto di un certo costo, di grandi possibilità d’uso, ed anche piuttosto complicato da utilizzare se si vogliono sfruttare al meglio tutte le funzioni e possibilità disponibili.
Insomma, una macchina per chi fa sul serio. Un ottimo punto di accesso al mondo fotografico della casa giapponese, o anche un elemento perfetto per integrare il sistema Sony già posseduto dal fotografo.

PS- C’è da aggiungere che la α6300  è fornita di serie con un software di imaging assai interessante, Phase On Express for Sony, poi upgradabile alla versione Pro:  un bonus (offerto anche con altre fotocamere Sony) perfettamente in linea con il prodotto, e che ne accresce un po’ il rapporto qualità/prezzo.

Salvatore Coppola

Pagella

ESTETICA         7/10
Una fotocamera dal disegno essenziale, improntato all’efficienza, quasi uno strumento professionale. Insomma, estetica un po’ anonima ma funzionale.
COSTRUZIONE         9/10
Nella tradizione dell’azienda giapponese, la costruzione è curata, in particolare quella dell’ottica, mentre – ma forse ormai questa è solo una nostra ossessione – la carrozzeria sembra soggetta a possibile ‘consumo’ in alcuni punti.
VERSATILITA’   9/10
Sia per la sezione foto che per quella video, la α6300 offre un gran numero di opzioni interessanti, anche se non sempre immediatamente azionabili. Per fortuna le possibilità di personalizzazione sono molto ampie…
PRESTAZIONI    9/10
La resa, sia delle immagini che del video, è davvero molto valida, ai vertici del formato APS-C. Rumore, pur non a livelli da record, davvero assai contenuto in tutte le condizioni. Autofocus e reattività ben superiori alla media.
RAPPORTO Q/P        7/10
Il prezzo di listino, sia del corpo macchina che in bundle con lo zoom 16-70 mm, non è alla portata di tutte le tasche. Versatilità e prestazioni, però, sono di primissimo piano e quindi, pur non concorrenziale in assoluto, il tutto è ampiamente giustificato

PRO
✔ Prestazioni foto e video ai vertici APS-C
✔ Versatilità notevole anche nel video
✔ Reattività e velocità AF e operatività
✔ Mirino e monitor validi
CONTRO
✔ Gestione funzioni a volte poco agevole
✔ Istruzioni inadeguate
✔ Prezzo al pubblico un po’ elevato

Costruttore:  Sony, Giappone
Distributore: Sony Europe Limited – Sede Secondaria Italiana, via Rizzoli 4 20132 Milano – tel. 02 618381 – www.sony.it

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

Sensore: CMOS Exmor APS-C 15,6 x 23,5 mm, 24,2 MP
Processore: Bionz X
Attacco obiettivo: innesto E
Formato registrazione foto: RAW 14 bit (Sony ARW 2.3), RAW e JPEG, JPEG Extra Fine, JPEG Fine, JPEG Standard
Dimensioni immagine (3:2): 6.000 x 4.000 (24 M); 4.240 x 2.832 (12 M); 3.008 x 2.000 (6,0 M)
Formato video: XAVC S / AVCHD Ver. 2.0 / mp4
Dim. immagine PAL: XAVC S 4K UHD: 3.840 x 2.160 (25p/100 Mbps, 25p/ 60 Mbps), XAVC S HD: 1.920 x 1.080 (50p/50 Mbps, 25p/50 Mbps, 100p/ 100 Mbps, 100p/60 Mbps), AVCHD: 1.920 x 1.080 (50p/28 Mbps/ PS, 50i/ 24 Mbps/FX, 50i/17 Mbps/FH, 25p/24 Mbps/FX, 25p/17 Mbps/ FH), mp4: 1.920 x 1.080 (50p/28 Mbps, 25p/16 Mbps), 1.280 x 720 (25p/6 Mbps)
HFR: NTSC: 1920×1080 (24p/12 Mbps, 30p/16 Mbps), PAL: 1920×1080 (25p/16 Mbps)
AF: AF ibrida avanzata (a rilevamento di fase/AF a rilevamento di contrasto); 425 punti (AF a rilevamento di fase)/169 punti (AF a rilevamento di contrasto)
Esposizione: mis. valutativa a 1200 zone; sensibilità da EV -2 a EV 20 (eq. a ISO 100 con ottica F2,0); modalità: multisegmento, prevalenza al centro, spot; modi: AUTO (iAUTO, mod. auto superiore), AE programmata (P), priorità apertura (A), priorità otturatore (S), manuale (M), sel. scena, panoramica; video/frequenza fotogrammi elevata (AE programmata (P)/priorità di apertura (A)/priorità otturatore (S)/manuale (M)
Otturatore: elettronico, a traslazione verticale, su piano focale, da 1/4000 a 30 sec.
Sensibilità ISO: Foto: 100-25.600 (esp. a 51.200), AUTO (100-6.400, estremi gamma selezionabili). Video: eq. 100-25.600/AUTO (eq. 100-6.400, estremi selezionabili)
LCD: TFT da 7,5 cm (3”), 921.600 punti
Mirino elettronico: XGA OLED da 1,0 cm (0,39″) a colori, 2.359.296 punti, ingrandimento 0,70x, copertura 100%, regolazione diottrie
Supporti registrazione: Memory Stick PRO Duo, MS PRO-HG Duo, MS Stick Micro (M2), SD, SDHC (UHS-I), SDXC (UHS-I), microSD, microSDHC, microSDXC. Per registrare a 100 Mbps richiesta scheda SDXC classe U3
Dimensioni: Circa 120 x 66,9 x 48,8 mm
Peso: Circa 361 g (solo corpo) / circa 404 g, con batteria e Memory Stick PRO Duo

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