Ven 19 Aprile 2024

Smartphone Huawei Honor 8

Test estratto da: Tutto Digitale 108 – Novembre 2016
Smartphone
Huawei
Honor 8
– Prezzo: € 399,00
Honor, ‘costola’ di Huawei già apprezzata per gli smartphone economici, lancia sul mercato l’Honor 8, un dispositivo dal prezzo abbordabile che sembra però un vero top di gamma grazie al corpo in vetro e alluminio. Tutta apparenza e poca sostanza? Proviamo per credere…
Huawei Honor 8

Il mondo degli smartphone sta cambiando radicalmente. Se fino a qualche tempo fa le aziende produttrici ‘influenti’ nel settore si contavano sulle dita di una mano, adesso è sempre più comune imbattersi in apparecchi che coniugano prestazioni di tutto rispetto, qualità costruttiva da top di gamma, software all’ultimo grido e, ovviamente, prezzo abbordabile.
I lettori più attenti agli sviluppi recenti avranno già capito che ci stiamo riferendo alla moltitudine di terminali commercializzati, il più delle volte, da produttori cinesi. Tra questi Huawei (e il suo brand Honor) è senza dubbio il più noto: l’azienda opera ormai da oltre dieci anni in Italia, e da qualche tempo riscuote un grande successo con i propri modelli Android caratterizzati da tanta sostanza e prezzi di listino che non spaventano. Non meraviglia dunque che Huawei sia al momento il secondo produttore per quanto riguarda gli smartphone con il sistema operativo di Google…
Per i meno informati però, l’azienda potrebbe ancora dare l’idea di essere uno di quei marchi che sparano nel mucchio forti del prezzo economico, ed è con prodotti come l’Honor 8 in test in queste pagine che il colosso cinese prova a scrollarsi di dosso l’immagine spesso negativa di ‘smartphone cinese’.
Questa introduzione al test è doverosa specialmente nel momento di mercato attuale: nell’ultimo mese Apple e Samsung, che ancora fanno – meritatamente – la parte del leone per quanto riguarda questo settore, hanno annunciato i rispettivi nuovi top di gamma. I prezzi di listino, nel caso dell’azienda californiana in particolare, sono – secondo i casi – pari al doppio se non a (quasi) il triplo di un modello come l’Honor 8 in prova.

Tutto e anche di più

Arriviamo al sodo: lo smartphone in test si chiama appunto Honor 8 ed è il fratello minore dello Huawei P9 (test su TD 105), terminale già da tempo sul mercato che si è distinto per un ‘pacchetto’ completo e anche abbondante, soprattutto a livello fotografico, ad un prezzo competitivo. Questo Honor 8 promette, a patto di qualche piccola rinuncia, di raffinare la formula e, ciononostante, limare ulteriormente il prezzo di un centinaio di euro.
Le premesse, guardando solamente la scheda tecnica, sembrano interessanti: sistema operativo Android 6.0, processore octa-core, 4 GB di memoria RAM, schermo da 5.2″ IPS Full HD, memoria interna da 32 GB espandibile, doppia fotocamera (anzi, tripla, ne parleremo meglio più avanti) da 12 MP, sensore per le impronte digitali, dual SIM, batteria da 3000 mAh con quick charge… Insomma di carne al fuoco ce n’è veramente tanta, e anche aprendo la piccola ma elegante scatola nel quale è racchiuso l’Honor 8 le aspettative non vengono tradite. Lo smartphone è infatti caratterizzato da un feeling che non abbiamo riserve a definire ‘premium’, con un corpo in vetro e alluminio che, anche se non particolarmente innovativo  (per usare un eufemismo) a livello di design, risulta decisamente piacevole al tatto e alla vista, forse un po’ ‘scivoloso’ ma comunque agevole nell’uso anche con una sola mano, nonostante lo schermo di dimensioni generose.
Il frontale è dominato appunto dall’ampio schermo, con i bordi laterali sottili e le fasce superiori e posteriori di dimensioni ‘standard’ per i canoni attuali. Il retro è anch’esso molto semplice e pulito, completamente liscio eccetto per l’incavo dove è incastonato il sensore per la lettura delle impronte digitali; sulla parte alta fa poi capolino la doppia ottica della fotocamera posteriore ed un piccolo flash dual LED.
Queste parti in vetro anteriore e posteriore sono state realizzate con un processo produttivo a 15 strati – che l’azienda ha chiamato ‘vetro 2.5 D’ – che restituisce un particolare effetto di rifrazione della luce a seconda della situazione ambientale; l’impatto estetico è gradevole, specialmente nel modello di Honor 8 ‘Blu notte’ (anche disponibile in Nero e Bianco) che abbiamo in dotazione per il test ma, come del resto accade con tutti gli smartphone con finiture di questo genere, il corpo è soggetto a fattori esterni quali ditate e graffi oppure, nel caso di cadute, al rischio di crepe e rotture del vetro. La soluzione, in questo caso come non mai, è una custodia adeguata.
Poco da segnalare per quanto riguarda i ‘bordi’ dello smartphone: sono leggermente tondeggianti e realizzati totalmente in alluminio con finitura opaca dello stesso colore del vetro, interrotti dalle quasi invisibili antenne, dallo sportellino per le schede SIM/microSD, dai tasti per volume e ‘on/off’ (che in realtà, almeno sull’esemplare in test, erano un pelo ‘ballerini’, al contrario di quanto ci si aspettebbe in caso di smartphone veramente top class) e, nella parte bassa, da altoparlante/ microfono, jack cuffie 3.5mm e USB tipo C per ricarica e connessione al PC. C’è anche un minuscolo e quasi invisibile sensore ad infrarossi nella parte alta della scocca, utile per trasformare l’Honor 8 in un telecomando universale.
Da segnalare fra gli accessori a corredo gli auricolari (di tipo in-ear) con microfono ed ovviamente cavo e caricabatterie da muro.

Non c’è rosa senza spine

Il primo avvio è decisamente rapido e, dopo qualche secondo eccoci catapultati nella versione Android 6.0 personalizzata da Honor e chiamata Emui 4.1 (siamo certi che Honor sia già al lavoro per il rilascio di un aggiornamento al recentissimo Android 7.0 Nougat).
Prima ancora del software però, si nota subito un altro dei punti di forza dell’Honor 8, la qualità dello schermo: ormai uno schermo Full HD anche su prodotti di questa fascia di prezzo non stupisce ma, in questo caso, la qualità complessiva  è veramente ottima, sia per quanto riguarda la definizione sia per il buon angolo di visuale, anche in condizioni di sole pieno. La riproduzione dei colori tende in effetti ad essere un po’ ‘sparata’ stile cartone animato, ma non ce se ne può lamentare: stiamo pur sempre parlando di uno smartphone. Honor permette inoltre di gestire a piacere la temperatura colore dello schermo direttamente tramite le impostazioni.
Torniamo ad Android, anzi, Emui. La personalizzazione software è spesso uno dei punti deboli degli smartphone prodotti dai partner di Google, e – purtroppo – anche in questo caso non sono tutte rose e fiori.
Per chi non ci avesse mai avuto a che fare, Emui è un’interfaccia Android nata diversi anni fa, in un periodo nel quale i produttori di smartphone, specialmente cinesi, pensavano che la strada giusta per offrire una buona interfaccia utente fosse quella di scopiazzare alla grande iOS. Ecco comparire allora icone quadrate con i bordi arrotondati, toggle on/off stile Apple, e chi più ne ha più ne metta. Adesso, molto tempo dopo, Emui sembra aver trovato una sua identità, ma mancano ancora, almeno secondo l’opinione di chi scrive, un pizzico di eleganza e coesione nel tutto. Per averne un esempio basta guardare le sezioni dedicate alle impostazioni, divise in modo confusionario con sottomenu stile ‘altro’ o ‘impostazioni avanzate’, costringendo spesso a utilizzare la modalità ‘cerca’ per trovare quello di cui si ha bisogno, oppure l’area notifiche, una delle più pratiche feature di Android ‘liscio’, che su Emui non funziona sempre come dovrebbe ad esempio nel caso di notifiche ‘persistenti’.
Il tutto è inoltre condito da una dozzina di App preinstallate che spaziano dai giochi Gameloft a Tripadvisor (poco male, ma vanno comunque disinstallate a mano) e da un uso della RAM decisamente aggressivo, che ci lascia con una media di 2.7 GB liberi a fronte dei 4 GB disponibili anche con tutte le App chiuse.
In compenso l’integrazione del lettore di impronte digitali è davvero fantastica (il sensore è molto veloce e può essere anche usato come tasto aggiuntivo con funzioni personalizzabili), ci sono molti temi per modificare l’estetica del sistema operativo, le funzioni esclusive sono ben fatte (ad esempio l’app per il fitness con il contapassi e il già citato comando universale) e l’uso di tutti i giorni dello smartphone è fluido nella stragrande maggioranza dei casi, giochi 3D compresi (ricordiamo che il processore Kirin 950 – prodotto in casa da Huawei – è un octacore che, sebbene non sia il top del top, soprattutto per quello che riguarda il comparto grafico, è più che sufficiente per il 99% delle situazioni di uso di uno smartphone).
Comoda anche la funzione quick charge, che permette, grazie al caricabatterie in dotazione, di ricaricare quasi la metà della batteria in mezz’ora circa. A proposito di batteria, è da segnalare la notevole durata, che permette tranquillamente di arrivare a sera anche con un uso giornaliero più che vivace.
Tutto sommato insomma non stiamo parlando di un cattivo sistema operativo, ma, con un piccolo sforzo in più, anche Emui entrerebbe di diritto negli OS consigliabili senza riserve. Per il momento c’è ancora qualcosina da sistemare e poniamo fiducia nel fatto che, rispetto al passato, sono già stati fatti passi da gigante.
Abbiamo lasciato per il finale le considerazioni sulla fotocamera posteriore, veramente interessante: senza entrare troppo nei dettagli basti sapere che la camera è dotata di due sensori CMOS, uno RGB ed uno in bianco e nero. Questa particolare configurazione promette, a detta dell’azienda, di catturare molte più informazioni sullo scatto rispetto ad un tradizionale sistema a singolo sensore, migliorando la gamma dinamica e la resa delle immagini in tutte le condizioni. Oltre a questo il sistema offre la possibilità di scattare  immagini con profondità di campo ridotta, e di modificare la messa a fuoco e la profondità di campo anche dopo lo scatto. La particolare sezione fotocamera è già vista sul ‘fratello’ Huawei P9 (che può fregiarsi del branding Leica e di alcune funzioni ulteriori, come lo scatto in RAW), ma non è per questo meno interessante.
La prova sul campo ci ha lasciato decisamente soddisfatti: l’App fotocamera è ben fatta e offre molte opzioni a chi ha voglia di modificare le opzioni di scatto, tanto da offrire un modo ‘Pro Photo’ che permette di impostare a scelta valori come ISO, bilanciamento del bianco, modalità di messa a fuoco… proprio come su una fotocamera ‘vera’.
La resa finale delle immagini è veramente buona, con dettaglio notevole, colori fedeli alla realtà e gamma dinamica elevata.  A questo si aggiunge la citata funzione di gestione della profondità di campo, divertente ed anche utile. Ovviamente, specialmente in caso di situazioni di luce difficile, non si possono far miracoli, anche vista la dimensione dei sensori, ma ci si può accontentare. Insomma, se non siamo al top per quanto riguarda la categoria degli smartphone, poco ci manca, e non dobbiamo dimenticarci del fatto che stiamo pur sempre parlando di un dispositivo di fascia media per ciò che riguarda il prezzo.
La sezione di ripresa video non è invece all’altezza di quella fotografica: c’è anche qui il modo ‘pro’, ma mancano funzioni più avanzate; ad esempio manca lo stabilizzatore elettronico e lo slow-motion arriva fino a 120 fps 1080p, senza il 240 fps 720p che è invece presente su alcuni degli smartphone ‘top’ della concorrenza. Il risultato è comunque discreto, con immagini fluide e piuttosto dettagliate anche se il sensore va un po’ in crisi specialmente nel caso di cambi di luminosità repentini.
Ci sarebbe molto altro da scrivere su questo Honor 8 ma lo spazio è tiranno e siamo giunti al momento di tirare le somme. Diciamo che c’è ancora una minima riserva sul lato software ma le conclusioni sono stra-positive e veramente, forse per la prima volta, ci sentiamo di mettere in dubbio le nostre convinzioni di sempre: c’è veramente bisogno di spendere quasi un migliaio di euro per portarsi a casa un top di gamma?

Alessandro Belli

Pagella

ESTETICA         8/10
Il design non è rivoluzionario ma è indubbiamente ben riuscito. Attenzione però a graffi e ditate.
COSTRUZIONE    9/10
In questa fascia di prezzo impossibile trovare di meglio a livello costruttivo.
VERSATILITA’   9/10
A voler esser veramente pignoli ci sarebbe piaciuto poter usare due SIM in contemporanea con la memoria esterna. Per il resto c’è tutto e anche di più.
PRESTAZIONI  8/10
Prestazioni, reattività e durata della batteria più che adeguate nell’uso di tutti i giorni; il comparto fotografico poi è ben al di sopra della media. Peccato per il software ancora un pelo migliorabile.
RAPPORTO Q/P        10/10
Tutto considerato merita il massimo dei voti; fa quasi categoria a sé.

PRO
✔ Costruzione da top di gamma
✔ Caratteristiche da top di gamma
✔ Prezzo da gamma media
CONTRO
✔ Software ancora un po’ acerbo

Costruttore:  Huawei Technologies, Cina
Distributore:  Huawei Technologies Italia, Torre B, via Lorenteggio 257, 20152 Milano – www.huawei.com

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

Dimensioni: 145 x 71 x 7.45mm
Peso: 153 g.
Display: 5.2” Full HD
CPU: Huawei Kirin 950 64 bit octacore (4x 2.3 GHz + 4x 1.8 GHz)
Sistema operativo: Android 6.0 custom EMUI 4.1
RAM: 4 GB
Memoria integrata: 32 GB
Espansione memoria: microSD fino a 128 GB
Fotocamera posteriore: 2x 12 Megapixel
Altro: NFC, GPS, A-GPS, giroscopio, bussola, accelerometro, sensore impronte digitali, infrarossi, USB tipo C
Batteria: 3000 mAh

Condividi:

Potrebbero interessarti anche...
Dogman di Luc Besson

Dogman – recensione BD

Lucky Red propone Dogman di Luc Besson in una edizione dalla resa tecnica impeccabile e ricca di contenuti speciali. Ma non solo