Nella suggestiva cornice di un castello nel Parmense, Fujifilm ci ha invitato a provare in anteprima la nuova X-T30 II. Un modello entry level per il prezzo, ma certo non per caratteristiche e prestazioni. Ecco le nostre prime impressioni
Dopo aver firmato i canonici accordi di non divulgazione, siamo partiti alla volta della provincia di Parma verso un luogo incantato che, complice il tempo uggioso, la foschia e la presenza di rose, ci ha fatto sentire nel castello de La Bella e la Bestia, la fiaba resa celebre dai film Disney.
Dopo una breve presentazione e una conferenza, in cui molti invitati hanno espresso pareri sul presunto declino della fotografia, dovuto al prosperare di smartphone ed intelligenza artificiale (conclusione che ha visto l’opposizione di Tutto Digitale), è giunto il momento di mettere le mani sulla nuova X-T30 III e sul nuovo obiettivo zoom XC 13-33mm F3.5-6.3 OIS, di cui parleremo diffusamente in seguito.
Evoluzione profonda
Rispetto all’edizione precedente, nata quattro anni fa, la X-T30 III si presenta come un’evoluzione importante, molto più di quanto l’aspetto, quasi immutato, lasci intendere.
Il cambiamento più rilevante è nascosto alla vista: l’adozione del nuovo processore di quinta generazione, lo stesso montato sulle X più avanzate e persino sulle GFX di medio formato.
L’X-Processor 5 consente di utilizzare un software drasticamente più evoluto che sblocca funzionalità prima inimmaginabili su una macchina entry level, sia in ambito autofocus che video.
Se la X-T30 II infatti supportava solo il riconoscimento di volti e occhi umani, la nuova fotocamera eredita le capacità dei modelli di punta, riconoscendo animali, uccelli, insetti, auto, moto, biciclette, treni, aerei e droni.
Il rilevamento dei volti umani è stato inoltre migliorato, permettendo di seguire anche soggetti che indossano occhiali o maschere.
Anche se lo slot SDXC resta UHS-I, il nuovo processore ha incrementato notevolmente la profondità del buffer: a 8 fps con otturatore meccanico si passa da 29 a 173 JPEG, mentre con elettronico a 20 fps da 32 a 127 JPEG, una differenza enorme.
Video da cinema e non solo
Il nuovo processore ha sbloccato tutte le potenzialità del sensore X-Trans 4 da 26 MP. Ora è possibile registrare in 6.2K open gate fino a 30 fps e in 4K fino a 60 fps; in Full HD si arriva a 240 fps.
Non mancano il codec H.265 con campionamento 4:2:2 a 10 bit, le modalità di ripresa log e la registrazione esterna in RAW attraverso l’HDMI, caratteristiche da prima della classe mai viste su una macchina di costo così accessibile.
La modalità open gate sfrutta il sensore nella sua interezza, permettendo riprese 4K verticali senza ruotare la fotocamera; in altre parole, un grande vantaggio ergonomico.
Nuove le funzioni 9:16 Short Movie, per brevi clip a durata prefissata, e Portrait Enhancer, che, grazie all’intelligenza artificiale, ammorbidisce i tratti del viso su quattro livelli, senza penalizzare la qualità complessiva dell’immagine.
Gli amanti delle istantanee apprezzeranno infine il supporto nativo per le stampanti Fujifilm Instax, con funzioni per velocizzare le operazioni di stampa.
Fuori cambia poco
Dimensioni e peso restano identici; solo osservando con attenzione si notano differenze tra la II e la III. A parte il nome del modello, riportato solo sul retro, sotto il display, l’unica vera modifica esterna è la sostituzione della rotella del drive con quella delle simulazioni pellicola, sempre posizionata alla sinistra del finto pentaprisma. La selezione del drive diventa quindi digitale, soluzione più ergonomica e pratica vista la quantità di funzioni e opzioni disponibili.
La X-T30 III non è il primo modello con comando fisico per la selezione delle simulazioni pellicola, e certamente condividiamo questa scelta che sottolinea l’eredità unica dell’azienda giapponese, con i suoi cento anni di esperienza fotografica e cinematografica. Con l’aggiunta delle nuove opzioni Nostalgic Neg e Reala Ace, le simulazioni arrivano ora a ben 20; non tutte in realtà trovano spazio sulla rotella, che ospita le più significative (Provia, Velvia, Acros) e tre posizioni personalizzabili, più una custom per accedere rapidamente ai profili preferiti.
Monitor e mirino restano invariati rispetto alla versione precedente. Del resto, il display da 1,62 milioni di punti, inclinabile sull’asse orizzontale, e il mirino OLED da 2,36 milioni di punti risultano ancora oggi competitivi.
Una macchina per tutti
La fotocamera è pensata non solo per utenti esperti ma anche per fotografi e videomaker alle prime armi che vogliano sfruttare le potenzialità del nuovo processore e dell’intelligenza artificiale. Quest’ultima può scegliere non solo le impostazioni di scatto ma anche la simulazione pellicola più adatta al contesto. L’attivazione della modalità completamente automatica è semplificata da un selettore posto in alto, alla destra del pentaprisma.
I comandi fisici restano inalterati rispetto alla versione precedente, e, in una macchina così compatta, il risultato ergonomico mostra un equilibrio generale eccellente.
Iniziamo con il dire che è molto comodo il selettore anteriore del fuoco per passare tra AF-S, AF-C e MF. I controlli manuali sono completi: oltre alla rotella dei tempi, un altro emblema di Fujifilm, che dispone della posizione T per la regolazione continua, sono presenti altre tre comandi rotativi. In alto c’è quello della compensazione dell’esposizione, mentre avanti e dietro sono presenti quelle multifunzione; queste, che fungono anche da tasto, permettono di regolare in maniera organica tempi continui, ISO, diaframma e ingrandimento.
Il joystick (focus lever) permette una rapida selezione dell’area di fuoco, anche in diagonale.
L’ergonomia è completata dal classico Quick Menu di Fujifilm, pratico e ben organizzato, sebbene il tasto di richiamo risulti talvolta troppo sensibile a pressioni accidentali.
Nonostante la notevole compattezza, la presa in mano della XT-30 III risulta comoda anche con obiettivi voluminosi. Durante il test abbiamo utilizzato, oltre al piccolo zoom 13-33mm, anche il luminoso 56mm F1.2, senza difficoltà.
Zoom con grandangolo
Insieme alla X-T30 III, Fujifilm ha presentato il nuovo XC 13-33mm F3.5-6.3 OIS, probabilmente destinato a sostituire il precedente XC 15-45mm F3.5-5.6 OIS PZ. Si tratta del primo obiettivo della serie X con struttura retrattile, soluzione che riduce l’ingombro a soli 3,7 cm quando è chiuso.
La costruzione ottica resta strutturata, come nel citato 15-45mm, su uno schema con 10 elementi in 9 gruppi, ma aumentano il numero delle lenti asferiche (ora 4 anziché 3) e a bassa dispersione ED (3 invece di 2).
Il diaframma, nel nuovo modello, è caratterizzato da 9 lamelle, a vantaggio della resa del bokeh; la distanza minima di messa a fuoco scende a 20 cm su tutta l’escursione focale.
Dal punto di vista dimensionale, per così dire, l’XC 13-33 è davvero leggero, 135g, con un guadagno di 10 grammi [!] rispetto all’XC 15-45. Parliamo dunque di differenze minime, certo non significative, mentre la vera diversità è nell’escursione focale. Ricordando che la XT-30 III adotta un sensore di taglia APS-C (esattamente 23,5 x 15,6mm), infatti, la focale equivalente dell’XC 13-33 nel formato 35 mm diventa all’incirca 20-50 mm, mentre l’XC 15-45 corrisponde più o meno ai classici 24-70). In sostanza, nel nuovo modello si guadagna quindi un grandangolo più ampio di circa 10°, sacrificando l’escursione verso il tele.
Altra differenza, l’apertura massima leggermente più limitata (F6.3); in realtà, nella pratica questo valore non è poi così penalizzante, grazie al miglioramento dello stabilizzatore, potenziato da 3 a 4 stop.
Il test in pillole
Durante le sessioni di shooting – di sera a Parma e Tabiano Castello, e al mattino, purtroppo sotto la pioggia (con tutti i limiti relativi per la resa delle immagini), al Labirinto della Masone – la combinazione macchina/ottica ha mostrato un comportamento eccellente. La qualità fotografica e video è risultata molto elevata: le immagini vengono generate da sensore e processore che conosciamo ormai molto bene.
Peso e dimensioni ridotte rendono il sistema perfetto per viaggi e lavoro, quando è necessario non appesantirsi. Il super-grandangolo consente inquadrature ampie anche da distanza ravvicinata, e le immagini appaiono ben corrette geometricamente e prive di riflessi interni. Non abbiamo visto sensibili cali di contrasto o effetti fantasma anche in condizioni difficili.
Mentre il guadagno in grandangolo è tangibile, la perdita del tele non si sente troppo: i 26 MP di risoluzione, infatti, consentono crop generosi senza degrado visibile, soprattutto se le immagini sono destinate ad uso social/multimediale. In ogni caso, nel catalogo di ottiche serie X si trovano, oltre agli zoom, una quarantina di modelli da 8 a 500mm, dunque…
Vediamo le prime impressioni in base a quello che siamo riusciti a scattare. Innanzitutto, grazie al sensore con tecnologia X-Trans, la macchina regge bene valori ISO alti e lo stabilizzatore permette tempi lenti anche a mano libera. La luminosità massima del nuovo obiettivo, certamente non da primato, viene compensata dalla suddetta capacità della macchina di salire allegramente con gli ISO. Ad esempio abbiamo spesso scattato a 3200 ISO, ed anche con la noise reduction al minimo, il rumore è risultato invisibile grazie all’assenza di falsi colori, il vanto proprio dell’X-Trans.
Conclusioni provvisorie
Anticipiamo che la X-T30 III ha risposto egregiamente in ogni situazione alle nostre aspettative. Il progetto unisce il meglio di modelli già affermati, tra cui le X-T30 II, X-T4, X-S20, X-T5 e persino – sotto qualche punto di vista – la GFX-100 II, in un corpo compatto e accessibile.
I pro sono tanti: autofocus veloce e preciso, qualità fotografica elevata, ottime prestazioni in ogni condizione di luce, software completo e sezione video da MPD cinematografica; c’è pure il RAW! L’X-Processor 5, più efficiente, migliora anche l’autonomia, e scaldando meno, dovrebbe consentire di lavorare più a lungo anche in condizioni gravose.
Cosa manca quindi alla X-T30 III per essere davvero professionale? Essenzialmente solo la stabilizzazione del sensore e le prese audio, per cuffia e microfono standard. In realtà, queste sono entrambe presenti, ma necessitano di adattatori, USB-C e mini jack; due piccoli accessori, che potrebbero risultare difficili da reperire, ad esempio se smarriti durante un viaggio… Inoltre, date le dimensioni ridotte del corpo camera, l’HDMI è necessariamente di tipo micro, meno resistente di quello standard.
Detto ciò, Fujifilm offre già modelli superiori, come X-S20, X-T5, X-H2 ed X-H2S, con tutto ciò che si possa desiderare, ma a costi dal 50 al 170 per cento superiori. Per meno di 950 euro, la X-T30 III offre caratteristiche hardware e software probabilmente mai viste prima in questa fascia di prezzo, e ciò contribuisce a rendere la macchina molto competitiva, con un rapporto qualità prezzo eccellente.
In attesa del test completo, in programma prossimamente, vi lasciamo con una gallery di scatti effettuati con la X-T30 III ed una coppia di obiettivi, XC 13-33mm F3.5-6.3 OIS ed il noto ed apprezzato XF56mmF1.2 R WR.

















