Un romanzo intrigante, fra ricordi autobiografici e una parte poco nota della storia del cinema, e del colore in particolare: vi basta?
Sbirciando fra i cataloghi di novità proposte dai vari editori, la nostra attenzione è stata inevitabilmente attratta da un titolo che sembra perfettamente in target, come si dice oggi, con i lettori di Tutto Digitale, ovvero “L’invenzione del colore”, firmato da Christian Raimo e pubblicato da La nave di Teseo.
In realtà, a ben guardare, la copertina indica chiaramente che stiamo parlando di un romanzo e non di un libro di tecnica o storia della tecnica. Del resto, Raimo, classe 1975, insegnante, giornalista e scrittore, negli anni ha firmato diversi saggi, raccolte di racconti e romanzi, e quindi la cosa non sorprende più di tanto.
Peraltro parliamo di un’opera autobiografica che, suggeriscono le note di presentazione, è anche “un giallo famigliare ed un romanzo di formazione fuori tempo massimo”, ma non solo: aiutandoci con le parole dello stesso Raimo pubblicate sui social “(…) È la storia immaginifica e reale di mio padre, nato nel 1942 e morto nel 2009, e della Technicolor italiana, nata nel 1958 e morta nel 2013, la fabbrica per cui mio padre ha lavorato tutta la vita. Ed è la storia dell’invenzione e della trasformazione del colore al cinema, il nero di Apocalypse Now, il rosso di Suspiria, il colore e il bianco e nero di C’eravamo tanto amati o di Un mondo di marionette. (…)”.
Insomma, un romanzo che si annuncia curioso ed intrigante, un testo che promette parallelamente di svelare alcuni segreti legati allo sviluppo del colore. L’uscita è prevista per il 20 gennaio 2026.
