Gio 18 Aprile 2024

Mirrorless Sony Alpha 7r III

Test estratto da: Tutto Digitale 119 – Febbraio 2018
Fotocamera mirrorless
Sony
Alpha 7r III
– Prezzo: € 3.500,00 IVA 22% inclusa (prezzo indicativo al pubblico)
A grande richiesta, torniamo sulla III edizione della mirrorless Sony A7. Una macchina davvero ‘over the top’, che abbiamo provato intensamente nelle riprese foto e video, con eccellenti risultati: una macchina, davvero, (quasi) perfetta…
Sony Aplha 7r III

Nel 2015 Sony ha lanciato sul mercato la seconda edizione della A7R, versione orientata all’altissima risoluzione (priva del filtro passa basso), del trio A7/A7S e appunto A7R. Tre modelli uguali ma diversi, tre varianti sul tema di ottime prestazioni foto e video, che hanno lanciato definitivamente la casa giapponese tra i top player del mercato.
Recentemente Sony ha sottoposto i modelli ad un adeguamento, e così è arrivata la A7R Mark III, R M3 o ancora III tout court, di cui abbiamo già parlato su Tutto Digitale al tempo della presentazione. Ora torniamo sulla macchina, dopo aver effettuato una prova approfondita richiesta a gran voce dai lettori.
La III versione ripropone la stessa ricetta delle implementazioni precedenti, prendendo a piene mani dalla banca organi di casa, in particolare da quella dell’A9, l’ammiraglia superveloce di cui abbiamo pubblicato la prova sul numero 113 di Tutto Digitale. In quella occasione avevamo sottolineato quanto il costruttore giapponese fosse riuscito a migliorare con piccole ma numerose modifiche l’ergonomia delle sue mirrorless (per non parlare di alcune prestazioni, decisamente di vertice).
Discorso simile vale per questa ultima versione della A7R, che mostra diversi miglioramenti. Un esempio? La velocità della raffica di scatto, passata da 5 a 10 fps. Il sensore BSI da 42 MP è sostanzialmente lo stesso, ma grazie alle modifiche hardware e software effettuate, diverse prestazioni risultano superiori, a volte considerevolmente. Diversa anche la logica dell’autofocus. Nella nuova macchina c’è lo stesso numero di punti a rilevamento di fase, 399, ma la III straccia la II su quelli a rilevamento di contrasto, 425 contro 25, e come vedremo ciò ha un suo peso.
Per la prova abbiamo affiancato al corpo macchina due obiettivi di fascia alta, della serie G Master, lo zoom grandangolare Sony griffato Carl Zeiss Vario-Tessar T* FE 16-35 mm F4 ZA OSS (codice SEL1635Z), ed il tele FE 100mm F2.8 STF GM OSS (codice SEL100F28 GM), entrambi tropicalizzati; di questi parliamo a parte.

Costruzione solida

Come dicevamo in apertura, il corpo macchina di questa terza A7R risulta familiare, dopo la prova della velocissima A9. Sebbene le macchine all’interno siano ben differenti, all’esterno sembrano gemelle monozigoti; l’unica differenza visibile è la mancanza del selettore multifunzione per la modalità di scatto e di fuoco  alla sinistra del viewfinder. Una seconda  differenza è nascosta sotto gli sportellini protettivi delle connessioni: la A7RM3 ha infatti acquistato, rispetto alla sorella maggiore, il connettore USB type C 3.1 da 10Gbps ed ha perso la porta di rete da 1Gbps. Anche il peso è pressoché identico, così come lo sono tutti materiali, plastica e metallo, di ottima qualità; il telaio è in lega di magnesio, leggero e resistente, progettato per supportare ottiche pesanti. Il corpo è certificato tropicalizzato, quindi resistente a polvere, umidità e spruzzi; tuttavia come sulle altre realizzazioni di Sony, si nota l’assenza di specifiche guarnizioni di tenuta negli sportelli di protezione delle porte.

La vecchia o la nuova?

Dal punto di vista ergonomico, la A7R III costituisce un deciso passo avanti, grazie soprattutto ai nuovi menu di gestione ed a nuovi comandi fisici. Nella parte superiore, la variazione più evidente è nella rotella di selezione della modalità di scatto e ripresa, che ora ha ben 3 posizioni custom, nella quale possono essere memorizzate le opzioni di ripresa più ricorrenti; a queste si sommano altre 4 memorie, da M4 a M7, richiamabili via menù.
Sul lato destro una grande novità; sotto lo sportello di protezione ci sono ora due slot per le schede di memoria, che supportano la scrittura in mirroring ed in sequenza. Lo slot 1 supporta card SD, sino allo standard UHS-II, quindi su un bus con velocità massima di 312MBps, mentre lo slot 2, che può ospitare anche le ormai desuete Memory Stick Duo Pro, ha bus UHS-I, che ha una velocità massima di circa 100MBps, in linea con schede veloci.
Anche sul dorso le differenze sono importanti; la scomparsa del selettore del fuoco ha permesso di ricavare spazio per nuovi comandi fisici. Tre nuovi tasti, uno custom C3 più due con funzioni di default per la commutazione della modalità autofocus e per il blocco dell’esposizione, ma soprattutto, il joystick multifunzione, che permette di selezionare rapidamente il punto dell’inquadratura su cui andare ad effettuare l’autofocus. Le due rotelle multifunzione, anteriore e posteriore,  sono ora più sporgenti nell’impugnatura e più pratiche da utilizzare. Spostato in posizione ideale anche il tasto di rec video, ora raggiungibile facilmente dal pollice destro e non piú incastonato inspiegabilmente nel fianco destro.

Arriva il touch

Il display posteriore LCD da 3” è di buona qualità, basato sulla tecnologia WhiteMagic inizialmente sviluppata per gli smartphone ed è finalmente dotato di funzionalità touch, nella sua più recente implementazione di Sony.  Si utilizza quasi esclusivamente per l’autofocus nelle modalità che prevedono una selezione dell’area. Come sulla RX10 IV, funziona bene sia quando si usa lo schermo, sia in modalità touchpad quando si usa il viewfinder; anche se il monitor è spento, il touch resta attivo e funziona esattamente come il touchpad di un pc laptop. Il monitor è snodato, ma solo sull’asse orizzontale, pertanto è possibile orientarlo solo verso l’alto o verso il basso. È dotato di un’ottima luminosità, che però non si adegua automaticamente in base all’illuminazione ambientale. Di nuovo ha la pratica capacità di disabilitare automaticamente il sensore di prossimità del viewfinder una volta estratto dalla sua sede e quindi gli spegnimenti indesiderati del monitor sono finalmente scongiurati.
Nel monitor possono essere visualizzate, oltre al live view, informazioni e guide di tutti i tipi, ma la risoluzione da 1.4 Mpixel non consente sempre una visualizzazione ottimale del punto di fuoco, quando lo si usa in manuale, e risulta opportuno ricorrere ai sistemi di assistenza del fuoco. Tra le opzioni, è disponibile, a circa 40 euro, una protezione in vetro da applicare sullo schermo.
Il viewfinder, come su tutte le nuove creature Pro di Sony, è molto valido. Ha una risoluzione quad VGA da quasi 4 milioni di pixel, è dotato di sensori  di prossimità e di luminosità ambientali molto efficienti e risulta ben visibile in ogni condizione di luce. Ha una copertura del 100% del frame ed una velocità massima di aggiornamento di 120 fotogrammi al secondo, che scendono a 60 quando si usa l’otturatore elettronico.
Sul fondo della macchina a cambiare è l’alloggio per la batteria, che è più grande per poter ospitare i nuovi accumulatori della serie Z (di capacità doppia rispetto a quelli delle altre A7, ovvero ben 2200 mAh). Si tratta di una novità di rilievo, che porta questa mirrorless ad essere adatta ad usi impegnativi: si parla di 1500 scatti con una singola carica, e circa 650 nelle condizioni di test CIPA. Oltretutto, è possibile alimentare la camera tramite le porte USB, quindi la flessibilità complessiva è notevole, e la cosa risulterà positiva anche per i videomaker, che potranno risparmiarsi peso ed ingombro delle batterie supplementari.
Nonostante le modifiche al corpo e la batteria maggiorata, il peso è comunque limitato a 657 grammi, scheda di memoria e batteria incluse.

Wireless e wired

Per quanto riguarda i collegamenti, abbiamo già detto dell’introduzione della porta USB type C 3.1, ma ora c’è anche il connettore sync per i flash, che si somma a quello per le cuffie, alla porta HDMI micro, al connettore multi con fattore di forma micro USB ed al mini jack per il microfono, dotato di alimentazione e quindi in grado di supportare anche unità a condensatore.
La sezione wireless può contare su WiFi, Bluetooth 4.1 ed NFC. Non è presente in camera il GPS ma la fotocamera può prelevare le informazioni relative alla posizione da smartphone o tablet tramite la pratica app gratuita Sony PlayMemories Mobile, che permette di comandare la macchina e di visualizzare sullo schermo dello smartphone o tablet, il live view e le informazioni di ripresa. L’app è disponibile sia per dispositivi Android che iOS, ma, attenzione, sulla A7R III non supporta le sub-app aggiuntive del Playmemories App Store, quindi addio timelapse, bracketing pro, reflections, panorama, ecc. Il timelapse diventa possibile solo aggiungendo un controller esterno.
L’interazione con i menù utente è stata migliorata soprattutto con l’introduzione della tab “My Menu” in cui è possibile inserire un numero cospicuo di funzioni da richiamare rapidamente. Certo le funzioni sono tante, oltre 180 suddivise in 35 pagine, e quindi, nonostante la nuova organizzazione, l’uso rapido richiede un minimo di apprendistato.
Il tasto fisico Fn, Function, posizionato sul dorso, permette di richiamare rapidamente sul display posteriore le 12 funzioni da usare più frequentemente. L’utilizzo di questa funzionalità è davvero pratico ed immediato, ed è possibile variare numerose funzioni anche durante la registrazione video senza che avvengano interruzioni.

Ti tengo in pugno

Essendo identica esternamente all’A9, questa A7 beneficia di interessanti sinergie, e quindi risulta compatibile con i due differenti grip aggiuntivi. L’inusuale GP-X1EM estende la presa solo sul lato destro, per dare l’opportunità anche a chi è dotato di mani molto grandi di impugnare con tutte le dita la macchina, mentre il più classico battery grip VG-C3EM estende le dimensioni della macchina su tutta la larghezza e permette di ospitare al suo interno due batterie della nuova serie Z, duplicando di fatto l’autonomia operativa. Le batterie si montano su un pratico caricatore a slitta e possono essere ricaricate tramite la porta USB della macchina.
Come abbiamo rimarcato nella prova dell’A9, questo battery grip non costa pochissimo, ma è realizzato molto bene, con corpo in magnesio, e per agevolare al massimo lo scatto in verticale, è dotato di tasti, rotelle e joystick duplicati.
Le qualità del sensore erano già indiscusse nell’A7RM2, che a tutt’oggi risulta comunque tra le migliori macchine per la resa fotografica. Gli stop di gamma dinamica sono aumentati da 14 a 15 e quindi sono anche superiori a quelli della A9. Gli altri punti di forza, definizione e resa ad alti ISO, vengono confermati ed anche leggermente migliorati. La sensibilità nativa massima passata da 25600 a 32000 ci racconta una leggera differenza rispetto alla sorella precedente, ossia una tenuta leggermente migliore a 3200 ISO o superiori. Le fotografie fatte con le medesime impostazioni con le due macchine sono quasi sempre molto simili; le differenze si notano solo ingrandendo i dettagli. I miglioramenti sono invece tangibili nella velocità dell’autofocus e della raffica fotografica.
Il dato dichiarato di dimezzamento del tempo di messa a fuoco è tangibile, specialmente in modalità Eye; come sulle altre Sony più recenti, la camera riconosce i volti e mette a fuoco sull’occhio più vicino del soggetto più prossimo. Lo scatto è sempre istantaneo e la raffica fotografica, nonostante l’elevatissima risoluzione dei file prodotti, è notevole. La velocità massima raggiungibile, nella modalità High+, ora è di 10 scatti al secondo per il JPEG, o fino a 28 RAW non compressi. A questa velocità il limite è nell’aggiornamento del display, che non avviene in tempo reale, e viene rinnovato circa una volta al secondo. Impostando una velocità leggermente più bassa, High, a 8 fps, il refresh del live view è in tempo reale.

Elettronico o meccanico

Tutte le velocità fotografiche sono disponibili sia utilizzando l’otturatore meccanico, garantito per 500.000 scatti, che quello elettronico, completamente silenzioso. Quest’ultimo, essendo invariato il sensore, resta del tipo Rolling e quindi soggetto ai classici difetti di deformazione dei soggetti in rapido movimento (vedi Tutto Digitale n.118). La velocità di esposizione con entrambi gli otturatori va da un minimo di 1/8000s ad un massimo di 30s. Persiste l’impossibilità di utilizzare il syncro flash con l’otturatore elettronico. Con quello meccanico il sync è possibile sino a 1/250s; rumore e vibrazioni prodotti da questo sono comunque estremamente ridotti rispetto alle DSLR concorrenti.
La stabilizzazione delle foto è assicurata dal sistema 5-axis SteadyShot, ulteriormente affinato per raggiungere il valore di 5.5 stop. Il sensore è supportato da tre elettromagneti in grado di spostarlo con una precisione assoluta in funzione degli scuotimenti del corpo camera. Durante l’uso si riscontra subito che è effettivamente possibile effettuare scatti con tempi di esposizione relativamente prolungati senza ottenere mosso o il più temuto micro mosso, soprattutto se supportati anche da ottiche dotate del proprio stabilizzatore. Vedremo quanto è determinante questa tecnologia anche nella sezione video.
Le ottiche supportate nativamente dallo SteadyShot vengono riconosciute automaticamente. Per le altre è possibile sfruttare lo stabilizzatore impostando manualmente dal menu la lunghezza focale dell’obiettivo. Attenzione, però, dato che l’elenco delle lunghezze supportate contempla solo le focali più comuni.
La messa a fuoco manuale, oltre al peaking , può avvalersi di due differenti assistenze. L’MF assist ingrandisce automaticamente l’immagine quando si aziona la ghiera del fuoco. Durata e grandezza dell’ingrandimento si impostano in maniera flessibile via menu. La seconda assistenza si chiama Focus Assist, ed è molto pratica se viene associata ad un tasto funzione custom. Attivandola l’immagine viene ingrandita senza agire sulla ghiera del fuoco. Il joystick consente per entrambe le modalità di selezionare agevolmente l’area da ingrandire.
Nuova per la serie A7R è la modalità multi-shooting con Pixel Shift, che permette di ottenere foto ancora più dettagliate, a partire da quattro immagini, scattate in sequenza, mentre la macchina effettua lo spostamento del sensore con incrementi di 1 stop per catturare quattro immagini distinte. Tali immagini, che ‘pesano’ in totale circa 169.6 MP, possono poi essere composte insieme su un computer desktop con la nuova suite software Sony Imaging Edge, scaricabile gratuitamente.
Spostando il sensore di un pixel in ogni direzione, la camera è in grado di memorizzare tutte le informazioni RGB di ogni picture element; in questo modo scompaiono aliasing e moire, mentre aumentano accuratezza cromatica e definizione dei dettagli. La funzione si può associare ad un tasto custom e si attiva in un attimo. Basta scattare ed attendere che la camera abbia finito. Ovviamente è indispensabile il cavalletto, e dato che le foto vengono effettuate con un intervallo di circa un secondo, possono essere catturati solo soggetti statici. Abbiamo verificato che le foto risultanti dal processo sono effettivamente maggiormente dettagliate e prive di moiré.
A7R III è l’unica macchina di Sony a sfruttare tutte le caratteristiche della suite software Imaging Edge della quale abbiamo parlato in precedenza.
Il download è disponibile sia per Windows che per Mac OS, e si compone di tre applicazioni – Remote, Viewer ed Edit – che permettono di controllare la macchina in remoto in tutte le sue funzioni più importanti, di visualizzare ed organizzare gli scatti ed infine di sviluppare i file RAW.
Per lo sviluppo dei file RAW su desktop Sony fornisce anche una versione dedicata di Capture One Express di Phase One, che garantisce ottimi risultati, soprattutto per la riduzione rumore. La macchina è comunque in grado di sviluppare correttamente i file JPEG, che occupano in media 10MB ciascuno; i file RAW non compressi a 14 bit pesano invece ben 81,6MB.

Prestazioni video

Come abbiamo detto in apertura, la A7R II è stata aiutata nel successo commerciale dalle grandi prestazioni video (anche se, ricordiamo, delle tre versioni della A7 quella nativamente più studiata per il video è la A7S nelle diverse declinazioni; vedi precedenti test su Tutto Digitale). Questo modello conferma tali caratteristiche ed i nuovi contenuti tecnici l’aiutano a migliorarle. Oltre alle migliorie comuni alle modalità fotografiche, il video beneficia della possibilità di sfruttare tutta la superficie del sensore per produrre video 4K. Le maggiori prestazioni computazionali permettono che le immagini vengano riscalate a valle dal processore della camera; è comunque possibile ottenere video 4K anche utilizzando una porzione ridotta del sensore, chiamata pertanto Super35, ma in realtà non abbiamo riscontrato vantaggi qualitativi in questa modalità (se non una corrispondenza più naturale dell’aspect ratio con le ottiche dello stesso formato), per cui risulta più comodo ed opportuno, specialmente per chi alterna foto e video, lasciare la camera in modalità di default a sensore pieno.
Su questa versione è stato aggiunto il supporto per il picture profile S-Log3 ma soprattutto l’HLG, Hybrid Log Gamma , modalità di ripresa log arricchita da tag in grado di comunicare a display HDR compatibili che per una visione corretta è necessario applicare una LUT specifica senza doverlo fare necessariamente in post produzione.
Ricordiamo che le modalità di ripresa LOG a basso contrasto e saturazione possono essere molto preziose per il video, perchè permettono di memorizzare in file leggeri la massima quantità possibile di informazioni e gamma dinamica senza dover ricorrere al RAW. Per il resto le caratteristiche sono molto simili a quelle della Sony A9 ed alla A7R II, lacune incluse, ossia la mancanza delle modalità di registrazione 4K a 50/60p e DCI 4096×2160.

Audio all’altezza

Per il resto la macchina ha quindi tutte le caratteristiche che servono per conquistare i cuori dei professionisti del video e del cinema indipendente: registrazione 4K UHD interna con codec video XAVC S sino a 100 Mbps 8 bit 4:2:0, a 24, 25 e 30 fps, Full HD sino a 120 Fps e con bitrate sino a 100 Mbps  senza escludere autofocus e audio, sezione audio con ingresso microfonico dotato di alimentazione ed uscita cuffia. Molto importante è poi la disponibilità di opzioni complete per il collegamento di due sorgenti microfoniche bilanciate con connettori XLR con phantom power +48V. Queste aggiungono tutte le funzioni presenti sui camcorder professionali, incluse la regolazione manuale dei livelli e la possibilitá di inserire il pad. Le opzioni si inseriscono direttamente sulla slitta porta accessori hot shoe.
Tutte queste potenzialità sono apparenti durante la visione dei filmati. Le immagini 4K registrate sono bellissime, dettagliate e naturali. Anche senza utilizzare i profili S-LOG  il codec XAVC S riesce a preservare le tantissime informazioni che il sensore riesce a cogliere. Raramente sono apparsi artefatti di compressione; ciò accade soprattutto filmando scene molto complesse mentre si effettuano movimenti di camera. Quando il progetto lo richiede, ed il budget lo consente, è comunque sempre possibile utilizzare un registratore esterno collegandolo via HDMI, permettendo così di registrare anche con campionamento a 10bit.
Per ottenere già in camera “look” definitivi, senza dover effettuare il color grading in post, è possibile impostare programmi di ripresa creativi, che possono a loro volta essere personalizzati intervenendo su contrasto, saturazione e  nitidezza.  Aumentando questi ultimi  bisogna però prestare attenzione, perché il codec comincia a far fatica e possono  apparire artefatti di compressione piuttosto evidenti.
La camera non registra solo in 4K; lo fa anche egregiamente in Full HD, modalità in cui è possibile riprendere sino a 120 fps, per poter realizzare slowmotion assai fluidi, con audio. Come sulle altre fotocamere Sony che abbiamo provato di recente, i frame rate di registrazione video sono divisi in base ai sistemi PAL, multipli di 25, ed NTSC, multipli di 30. Impostando la macchina per il sistema PAL, è possibile selezionare come velocità massima di ripresa 100 fps; per poter accedere ai 120 fps bisogna entrare nel menu ed impostare il sistema su NTSC, solo che questa operazione comporta necessariamente la formattazione della scheda di memoria. Sulla stessa scheda non è infatti possibile registrare clip basate su sia su sistema PAL che NTSC. La rotella di selezione delle modalità ha anche una modalità S&Q, slow and quick, che permette di regolare la registrazione da 1 a 120 fps, quindi senza variare l’impostazione del sistema ogni volta da menù. Le modalità quick consentono quindi di effettuare video timelapse colmando parzialmente l’impossibilità di effettuare quelli fotografici.

Fuoco affidabile

La messa a fuoco automatica durante le riprese video funziona egregiamente; sui filmati non tutte le opzioni di AF sono disponibili, ma la modalità di fuoco continua si è rivelata affidabile con tutte le ottiche che abbiamo provato in abbinamento a questa fotocamera. Per giocare con i differenti piani focali possibili dalla limitata profondità di campo del sensore full frame, abbiamo spesso usato un mix tra fuoco manuale ed automatico. Avviando la ripresa con il fuoco manuale per spostare il fuoco su un punto di interesse alternativo, ed abilitando l’AF,  il fuoco si sposta sul soggetto interessato con assoluta fluidità e precisione. Quando è necessario usare la modalità manuale, la macchina mette a disposizione una serie di strumenti utili tra cui il peaking regolabile, che evidenzia i dettagli ed il “focus magnifier”. Assegnando un tasto a questa funzione, è necessario un doppio click di conferma, ma l’immagine viene ingrandita e con il joystick ci si può spostare sul punto di interesse. Unica nota negativa, avviando la registrazione, l’immagine torna a schermo intero, ed è necessario premere sul tasto programmato per riattivare il magnifier. Specialmente quando si utilizzano ottiche lunghe, ogni tocco può causare scuotimenti indesiderati. Come sulla A9 ed RX10M4, anche su questa mirroless l’MF assist (che, quando agiamo sulla ghiera del fuoco, attiva automaticamente l’ingrandimento) è stranamente disponibile solo per la ripresa fotografica.
Le qualità del sistema di stabilizzazione 5 axis SteadyShot sono indiscutibili. Il valore (dichiarato) di 5.5 stop la dice tutta su quanto questo sia utile a migliorare la qualità delle riprese.
Con ottiche Sony stabilizzate e supportate nativamente, come di terze parti prive di stabilizzazione e su cui è necessario impostare il valore della lunghezza focale, attivando o disattivando lo stabilizzatore le differenze sono enormi. Certo, dispositivi esterni come gimbal e steadycam sono sempre necessari per effettuare riprese stabili mentre si cammina, così come lo sono i cavalletti in altre situazioni, ma riprese a mano libera non sono una chimera anche utilizzando focali mediamente spinte.
La tenuta ad alti ISO rimane sempre uno dei plus della macchina.  Distinguere riprese a 800 o 6400 ISO è praticamente impossibile. Anche in questo caso le immagini girate con la A7R II sono simili, ma appena più rumorose.
Il sensore è lo stesso della A7R Mark II, e non potevamo quindi attenderci grossi margini di miglioramento in quanto a rolling shutter, che risulta nella media e comunque gestibile. Il flash banding si è addirittura mostrato migliore rispetto alle nostre aspettative.

Non si ferma mai

Come già detto, la macchina è dotata delle nuove batterie della serie Z che rispetto alle precedenti W hanno la capacità più che raddoppiata. Probabilmente anche grazie ad un consumo ottimizzato rispetto all’A7R II, l’autonomia operativa è notevole anche in modalità video: abbiamo sempre completato tutte le sessioni di shooting senza mai cambiare batteria, ed a volte non abbiamo ricaricato per giorni. Sebbene abbiamo effettuato anche riprese prolungate in 4K, la nostra unità non ha manifestato alcun surriscaldamento.

Meglio la II o la III?

Alcuni utenti hanno accolto questa nuova nata con entusiasmo, altri con perplessità perché pensavano che l’adozione del medesimo sensore non potesse migliorare in maniera tangibile le prestazioni di questo nuovo modello. Alla prova dei fatti le differenze ci sono e quindi avevano ragione i primi. La resa dei file fotografici e video finali sono spesso molto simili, ma la nuova ergonomia e le maggiori prestazioni velocistiche di scatto e dell’autofocus consentono di cogliere l’attimo con molta più semplicità e percentuale di successo. La concorrenza non manca né fuori né in casa. Alcuni potrebbero preferire la grande velocista A9 che però produce file di risoluzione inferiore; allo stesso tempo  l’A7R Mark II resta sul mercato a circa 100 euro di differenza al momento in cui scriviamo questo articolo, ma tale cifra non è certamente significativa per chi è in cerca di una camera di questo calibro.
Insomma, di nuovo Sony ha realizzato una fotocamera di grande spessore e notevoli prestazioni. Una macchina (quasi) perfetta, per chi pensa che fotografare sia un gioco serio…

Paolo Castellano

Pagella

ESTETICA  9/10
L’aspetto è quello consueto e riuscito delle mirrorless full frame di Sony; linee semplici e pulite, di fatto a prima vista indistinguibili da quelle delle altre sorelle.
COSTRUZIONE   9/10
La qualità di tutti i materiali e di tutti i componenti è ottima. Il corpo è tropicalizzato, e protetto da umidità e polvere; unico appunto da fare agli sportelli di protezione delle porte laterali, prive di guarnizioni specifiche.
VERSATILITA’  9/10
Macchina adatta ad una serie pressoché infinita di utilizzazioni; adatta sia a fotografi che videomaker esigenti o professionisti. Le assenze degli add-on del Playmemories App store e delle modalità video 4K a 50/60p le tolgono il massimo dei voti.
PRESTAZIONI  9/10
Ottima resa fotografica e video, sia di giorno che di notte. Migliorato l’autofocus, notevole ora anche la velocità della raffica fotografica nonostante l’elevatissima risoluzione dei file generati. Ulteriore plus, la maggiore l’autonomia disponibile grazie ad un nuovo accumulatore
RAPPORTO Q/P  8/10
Qualità e prestazioni sono elevate, e lo è anche il prezzo che è adeguato alle caratteristiche della macchina. Il rapporto è decisamente migliore di quello della sorella A7RII, che ad un prezzo lievemente inferiore resta un’ottima mirrorless ma è meno competitiva dato che offre un numero minore di opzioni e prestazioni leggermente inferiori.

PRO
✔  Autofocus eccellente sia in foto che in video
✔  Risoluzione fotografica elevatissima
✔  Pixel shift macchinoso ma efficace
✔  Stabilizzazione 5 axis Steadyshot molto valido
✔  Resa notevole anche ad alti ISO
CONTRO
✔  Mancanza delle modalitá video 4K a 50/60P
✔  Mancanza di Timelapse fotografico integrato
✔  Niente add-on del Playmemories App Store

Costruttore:  Sony, Giappone
Distributore: Sony Europe Limited – Sede Secondaria Italiana, via Rizzoli 4 20132 Milano – tel. 02 618381 – www.sony.it

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

Sensore: Sony CMOS Exmor R full-frame 35 mm (35,9 × 24,0 mm) con risoluzione effettiva di 42.4Mpixel
Supporto ottiche: Sony E-mount
Stabilizzatore: 5 assi steady shot da 5,5 stop, con elettroattuatori sul sensore.
Otturatore: Commutabile, elettronico rolling shutter o meccanico, entrambi con tempi da 1/8000s sino a 30s. Durata prevista di quello meccanico, 500.000 scatti
Autofocus: ibrido, a rilevamento di fase e contrasto ad alta densità su 399+425 punti
Schermo LCD: Touch da 3,0″, A/R 4:3, OLED MagicWhite, risoluzione 1.440.000 punti
Viewfinder: OLED con risoluzione di 3,686.400 MP e copertura 100% del campo
Raffica fotografica: RAW+JPEG sino a 10 immagini al secondo, per 76 scatti continui
Tropicalizzazione: Si, corpo resistente ad umidità e polvere.
Schede memoria: Doppio slot per Card SDHC-SDXC e Memory Stick Duo Pro, con velocità di trasferimento asimmetrica
File System: Formattazione schede su file system exFat, compatibile Mac OS/Win
Video: Registrazione video sino ad UHD 4K sino a 30p con codec XAVC S a 100Mbps
Video High-Speed: Registrazione sino a 120fps in risoluzione Full HD.
Audio: microfono integrato ed Interfaccia Audio opzionale XLR per collegamento a microfoni professionali
Dimensioni e Peso: circa 126,9 x 95,6 x 73,7 mm, 657 g con batteria e scheda incluse.

Condividi:

Potrebbero interessarti anche...
Dogman di Luc Besson

Dogman – recensione BD

Lucky Red propone Dogman di Luc Besson in una edizione dalla resa tecnica impeccabile e ricca di contenuti speciali. Ma non solo