Mer 24 Aprile 2024

Software per l’effettistica cinematografica Fusion 9 Studio

Test estratto da: Tutto Digitale 117 – Novembre 2017
Software
Fusion
9 Studio
– Prezzo: € 259,00 IVA 22% esclusa (Il prezzo si riferisce alla versione Studio. Disponibile anche in versione free)
Un potente software per l’effettistica cinematografica, e non solo, sul mercato da due decenni.
Che arriva oggi in versione 9 VR – in prova in queste pagine – con la sigla ad indicare anche l’apertura verso nuove strade.
Un test imperdibile, completato dall’intervista esclusiva a Steve Roberts, fondatore e project manager di Fusion
FUSION 9 STUDIO

Gli utenti di Fusion hanno dovuto aspettare oltre due anni per questa major release, siglata 9 VR. Che si presenta più bella e più ricca di prima, e viene addirittura offerta gratuitamente in versione-base e a prezzo abbordabilissimo in edizione completa.
Ma cominciamo dall’inizio, e, se ce lo permettete, con un po’ di autobiografia…

Un po’ di storia, da Rapa Nui in poi

Sono passati esattamente 20 anni da quando, in una giornata di inizio autunno del 1997, chi scrive queste note ricevette una telefonata entusiasta di un collega che aveva visto la dimostrazione di un nuovo programma per la creazione di effetti speciali cinematografici di cui bisognava assolutamente apprendere i segreti. Fu così che primi in Italia, e tra i primi al mondo, concordammo per un corso di Digital Fusion, con il primo trainer europeo, Martin Flink, docente eclettico e carismatico, svedese di nascita ed irlandese di adozione.
Digital Fusion, per gli amici DF, è stato uno dei primi software di compositing ed effettistica speciale cinematografica per computer e workstation desktop. After Effects esisteva già, ma era ben lontano dall’essere quello che è oggi. Digital Fusion invece, sebbene fosse alla versione 1, sembrava già un software estremamente maturo e completo, con la rivoluzionaria interfaccia a flussi, e con prestazioni di rendering enormemente superiori, sia come qualità che come rapidità. Pochi mesi dopo il sottoscritto incontrò per la prima volta il fondatore Steve Roberts, che raccontò come l’apparente maturità scaturisse in effetti da due lustri di sviluppo precedente.
Il programma era nato come progetto non commerciale in Australia nel 1987. Steve e compagni l’avevano creato per la loro VFX house, e vi avevano realizzato gli effetti speciali di una lunga serie di titoli, tra cui il mitico Rapa Nui, scritto e diretto da Kevin Reynolds e prodotto da Kevin Kostner e Jim Wilson, che insieme avevano già prodotto Balla coi Lupi. La versione commerciale di Fusion arriva nel 1996, in partnership con DPS, Digital Processing System (mitica azienda canadese, creatrice di Perception, Velocity e Quattrus), che finanziò il gruppo in cambio del 50% dell’azienda e dello spostamento in Nord America dell’intero gruppo di lavoro.

Un palmarès invidiabile

Fusion ebbe subito un grande successo, che prosegue ancora oggi: non si contano più i kolossal cinematografici e le serie TV realizzati con tale software in toto, o in parte, in questi vent’anni. Basta citare a memoria e in ordine sparso l’originale Independence Day, Gravity, la saga The Hunger Games, Breaking Bad, NCIS, e l’uso nello sviluppo della cinematica per videogiochi come Dawn of War III ed Halo 5.
Il successo non ha comunque conferito a Fusion una grandissima diffusione al di fuori delle grandi post house, probabilmente a causa del costo elevato e del budget limitato dedicato al marketing. Questi due elementi sono però cambiati recentemente: l’australiana Blackmagic Design, nel suo vortice di crescita ed acquisizioni, ha rilevato anche Fusion per affiancarlo a Davinci Resolve, ed immediatamente si sono visti gli effetti.
Fra questi l’introduzione di una versione gratuita con alcune limitazioni, il supporto per Mac OS e la riduzione di prezzo da 5000 a 259 euro per la versione completa. Quest’ultima, ora chiamata Studio, è oggetto della nostra prova nella sua ultima declinazione, 9 VR. Tante sono le novità rispetto alla versione precedente, e quel suffisso di due lettere ci suggerisce subito un indirizzo d’uso specifico, quello della Virtual Reality.

Introduzione al programma

Fusion è un programma di effettistica speciale e compositing 2D e 3D molto potente, con interfaccia primaria basata su flussi anziché sulle più diffuse timeline. Nella “flow line” vengono disposti gli strumenti con la logica delle sorgenti e destinazioni, che sono gli strumenti principali, che servono per caricare e salvare i media, loader e saver. Questi vengono connessi tra di loro tramite tubi, sui quali possono essere aggiunti degli strumenti che vanno a modificare il contenuto dei flussi.
Tale tipo di interfaccia, che spaventa a volte i neofiti, è invece molto semplice da capire e consente un controllo visuale di tutta la catena degli effetti molto efficiente.

Una e trina

L’interfaccia grafica si divide in tre aree principali. Nella parte inferiore trovano posto delle tab commutabili che permettono di mostrare in alternanza la flow line, la console, la timeline, la spline line e le sezioni per i commenti e le chat tra gli utenti che lavorano simultaneamente allo stesso progetto. La spline line è un altro dei punti di forza del programma  e  visualizza, anche a pieno schermo, l’andamento degli effetti in funzione del tempo, con una serie infinita di strumenti per poterli gestire ed automatizzare.
Nella console c’è un’area dedicata allo scripting, che consente – a chi ne ha le conoscenze – di programmare funzioni speciali attraverso i linguaggi Lua e Phyton. Questa sezione consente sia di creare propri strumenti di manipolazione dell’immagine, sia di creare delle interazioni con altri programmi ed integrazione in flussi di lavoro specifici, cose che sono indispensabili per i VFX shop più importanti.
Nella parte superiore dell’interfaccia trovano posto i due preview principali, chiamati Left View e Right view, sui quali inviare il preview di qualsiasi stadio dei flussi. A queste due aree di preview, dotate di ogni possibilità di visualizzazione, è possibile comunque aggiungere una serie virtualmente infinita di finestre, per ottenere aree di preview aggiuntive.
Infine, la terza area, la colonna di destra, contiene due tab, per i controlli degli strumenti; Tools e Modifiers. Selezionando un tool sulla flow line, si attivano i relativi controlli in questa colonna laterale. Nella tab “modifiers” appaiono ulteriori pannelli di regolazione ogni qualvolta vengono attivate funzioni speciali, come tutte le operazioni matematiche e percorsi di oggetti o punti, inclusi i tracciati, o trackers, determinati automaticamente dal software seguendo i contorni degli oggetti all’interno dei filmati.
Per agevolare il lavoro e la gestione degli spazi sugli schermi, è possibile utilizzare i Bin, dei contenitori virtuali che possono ospitare sia gli strumenti, divisi per categoria, sia i media.
Per agevolare l’apprendimento del programma, tutte le funzioni, di tutti gli aspetti dell’interfaccia, sono richiamabili tramite menù contestuali.

Strumenti a gogo

Gli strumenti sono tantissimi e disponibili anche sulla toolbar, liberamente personalizzabile, ed all’interno del menu tools. È proprio in quest’area che appare evidente la grande evoluzione compiuta da Fusion nei suoi primi 20 anni. Tracking di vari tipi, 2D, planare e 3D, paint vettoriale, motori particellari, engine 3D, titolatrice 3D e tanto altro ancora. Non manca davvero nulla, inclusi gli strumenti per la color correction avanzata; la resa finale di tutti gli effetti resta sempre la migliore disponibile sul mercato.
Il programma supporta tutte le risoluzioni ed i frame rate e finalmente consente di importare nativamente anche formati di videocamere e fotocamere di estrazione video e non solo high end cinematografiche. Tra questi va segnalata la possibilità di esportare i media finali anche in Apple Pro Res, pure sotto Windows e Linux, che non è cosa comune.
Nel nostro test ci siamo concentrati su alcuni strumenti essenziali per una post di alto livello: Camera Tracker 3D, Planar Tracker, Delta Keyer e nuovi strumenti per il VR. Tra questi sono due i nuovi trackers; Camera Tracker e Planar Tracker.
Il primo introduce anche in Fusion un tracker tridimensionale, in grado di seguire gli oggetti e ricreare movimenti e rotazione compiuti dalla camera per poter posizionare all’interno della scena oggetti tridimensionali. Sebbene sia alla sua prima implementazione, svolge benissimo il suo compito. Il suo utilizzo si compone di tre fasi, tracking, affinamento ed esportazione. Nella prima fase il software di default identifica automaticamente una serie di punti da seguire e genera per ciascuno di essi un percorso. Nella fase successiva, l’utente rifinisce il lavoro, eliminando i punti in eccesso, ed effettuando le regolazioni necessarie affinché i percorsi siano quanto più possibilmente precisi e nella terza fase procede all’esportazione, in cui il programma genera una vera e propria scena 3D con una camera virtuale.
Il Planar Tracker è una novità tra gli strumenti standard di Fusion, in quanto erano già disponibili plugin di terze parti sviluppati per questo scopo. A differenza di un tracker puntuale, in cui il software insegue dei punti, il tracker planare si occupa di studiare aree più estese per ricostruire i movimenti della telecamera e degli oggetti, con rotazioni e variazioni di prospettiva. Questo strumento verrà utilizzato per una serie di necessità, con una resa migliore di un tracker tradizionale, che vanno dalla sostituzione di una parte dell’immagine con un’altra; esempio classico la mappatura di un video in un tablet posto nelle mani dei personaggi, la stabilizzazione, lo spostamento di una maschera di scontorno per un lavoro di rotoscoping frame by frame.
Sin dai suoi esordi Fusion è stato dotato di strumenti molto potenti per il chroma key e per la gestione dei relativi canali di trasparenza generati.
Nella nuova versione debutta il Delta Keyer, uno strumento nato per produrre risultati migliori sui dettagli sottili e sui oggetti trasparenti. Si tratta di un difference keyer, in cui, per semplificare il lavoro degli algoritmi, è possibile fornire al keyer il “clean plate”, ossia il background da bucare. In realtà il concetto non è molto differente dal keyer storico per eccellenza, Ultimatte, prodotto dalla omonima azienda recentemente acquisita.

Occhio reale sul 2222

Infine parliamo dei nuovi strumenti che donano parte del nome a questa versione 9 di Fusion Studio, VR, in onore al video sferico a 360°. Per ottenerne una rappresentazione bidimensionale sullo schermo, questo spesso viene rappresentato in maniera simile ad una mappa terrestre, estrapolata da un mappamondo, in un formato equirettangolare (lat-long) con i poli posti sui bordi superiori ed inferiori con un rapporto di immagine di 2:1; esistono comunque altri tipi di rappresentazione, come quella cubica. Fusion 9 è dotato di una serie di quattro strumenti per ottenere e gestire il video sferico a 360°. Spherical Stabilizer, come suggerisce il nome, consente di stabilizzare il video sferico. Spherical Camera permette al Renderer3D di creare immagini e video con visione in tutti gli angoli, in differenti formati. LatLong Patcher consente l’editing spesso necessario sulle immagini equirettangolari. PanoMap permette di convertire le immagini da un layout sferico ad un altro, come ad esempio da cubico ad equirettangolare o viceversa.
La cosa molto interessante è che ora c’è il supporto diretto per i visori VR in fase di editing, che vengono accomunati ad una delle finestre di preview. Una volta collegato un dispositivo compatibile, come Oculus Rift, questo appare tra le possibili destinazioni per l’invio di preview statiche e dinamiche. Risulta così molto più facile ed immediato capire il risultato finale.

E’ sempre fast?

Nel primo video promozionale di Fusion apparivano tantissimi artisti delle arti visuali computerizzate come testimonial, ed il commento più comune era “It’s fast, incredibly fast”. Tra le features di questa nuova versione c’è una rinnovata accelerazione hardware tramite Open CL che abbiamo voluto sperimentare, a confronto, installando anche la versione 8. Abbiamo provato il programma su una workstation media, fornitaci da ivs.it, dotata di una CPU Intel Ci7-5820K con sei core fisici a 3.3GHz, GPU Nvidia Geforce GTX1050Ti, 32GB di RAM.
Per la prova, abbiamo utilizzato i file 4K registrati recentemente per le nostre prove delle mirrorless Panasonic GH5 e Sony A9.
Effettivamente il miglioramento delle prestazioni è tangibile ed in alcuni casi anche notevole. I nuovi strumenti per il tracking sono sufficientemente rapidi. Si procede allegramente a numerosi fotogrammi al secondo.  Insomma, anche con un computer di medio livello, lavorare agevolmente su progetti 4K discretamente complessi non è più una chimera.

Con gli altri parla?

Strumenti classici di dialogo con altre applicazioni non mancano, ma due applicazioni in particolare beneficiano di un plus che fece il successo a suo tempo di dpsVelocity, la connessione diretta con le timeline di Avid Media Composer e Davinci Resolve, tramite Fusion Connect. Non è ancora ufficiale, ma la lista dei programmi con l’interfaccia diretta potrebbe presto allargarsi.
Ricordiamo che varie licenze di Fusion comunicano tra di loro in maniera collaborativa, anche con il nuovo Studio Player, e che tramite queste è supportato in pieno il rendering distribuito sulla rete, come i migliori software di grafica 3D.

Difetti ne ha?

Trovare difetti o lacune in questo programma è davvero complesso, soprattutto se si considera l’attuale prezzo di listino (di livello consumer, cioè molto abbordabile) della versione Studio. Durante l’uso intensivo di alcuni giorni abbiamo riscontrato un solo crash, risolto subito riavviando l’applicazione ed anche questo è un miglioramento rispetto alla versione 8 che era caratterizzata da blocchi più frequenti. Non sappiamo se sia corretto parlare di difetti per quanto riguarda la versione gratuita, dove l’azienda tende a minimizzare le limitazioni, anche se gli strumenti che mancano, a partire da tracking, stabilizzazione ed optical flow, a nostro avviso ne precludono un uso davvero professionale.
Tuttavia il suo essere free è un grandissimo plus poiché consente a tutti di imparare ad usare questo grande strumento senza investire un euro. In passato il costo e la complessità nell’apprendimento ‘fai da te’ dell’interfaccia hanno costituito un ostacolo alla diffusione del programma.

Record di pagine, e non solo

Sebbene realizzare la prova sia stata una operazione piuttosto lunga, il test pubblicato non può che coprire una minima parte delle enormi potenzialità del programma. Basti pensare che in dotazione sono forniti due manuali, uno generale di 551 pagine, ed un secondo, relativo ai soli strumenti, di 800, per un totale di 1351 pagine! Non sappiamo se ciò costituisca un record, ma se non lo è ci si avvicina molto!
Trovare concorrenti in questa fascia di prezzo è di fatto impossibile. La riduzione di costo è ancora più marcata di quanto non appaia a prima vista, poiché l’aggiunta dei nuovi strumenti per VR e camera tracking non costringerà molti utenti all’acquisto di plug-in di terze parti.
In altre parole, il rapporto qualità prezzo non può che essere definito eccellente.

Paolo Castellano

Pagella

ESTETICA  9/10
L’interfaccia grafica basata sui flussi è molto curata anche sotto l’aspetto estetico.
COSTRUZIONE  9/10
Programma completo e stabile
VERSATILITA’   9/10
Software in grado di gestire l’effettistica richiesta in numerosi campi di applicazione, cinema, produzioni televisive e persino cinematica dei videogiochi.
PRESTAZIONI   9/10
Prestazioni al top, sia per quanto riguarda velocità che qualità.
RAPPORTO Q/P     10/10
Se non basta la versione gratuita, è eccellente il rapporto qualità/prezzo per quella Studio.

Costruttore:  Blackmagic Design Pty Ltd.,  Port Melbourne, Victoria, Australia
Distributore: Rete di rivenditori autorizzati su tutto il territorio nazionale. Lista sul sito web ww.blackmagicdesign.com/it/resellers/

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

Tipologia prodotto: Software di compositing e effettistica speciale 2D, 3D e VR
Piattaforme supportate: Linux, MAC, Windows
Versione in test: 9.0.1 build 3
Formati e Risoluzioni supportati:: Formati non vincolati a standard fissi; Fusion Studio supporta risoluzioni sino 32Kx32K ed oltre, Fusion Free è limitato all’UHD 3840×2160, frame rate variabili per entrambi.

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