Oltre il degrado, di là dall’abbandono: la poesia dei luoghi dimenticati, fabbriche, ville, chiese, manicomi ed altri edifici in un nuovo libro fotografico di Alberto Cuccodoro
Un cancello arrugginito, un ingresso murato, una vasca dimenticata in una stanza che profuma di silenzio e polvere: tanti frammenti fra luci ed ombre di altrettante storie vissute nel tempo, oggi luoghi abbandonati e dimenticati che sembrano ricordi sfocati di qualcosa che è scomparso ma resta vivo con la sua forza tranquilla, la sua poesia malinconica.
Da questi luoghi abbandonati, da queste “anime perdute” è nato il nuovo libro “Urbex – Mondi Invisibili”, di Alberto Cuccodoro, fotografo professionista torinese, che ha all’attivo esposizioni in contesti italiani ed internazionali, premi e riconoscimenti, la gestione di workshop e la pubblicazione di libri fotografici.
Ricordiamo per inciso che con la definizione urbex, ovvero “urban exploration“, si identifica l’esplorazione di siti (edifici, fabbriche, strutture commerciali eccetera) abbandonati o in evidente degrado, o comunque poco accessibili, fra i tanti che si trovano all’interno di contesti urbani.
L’idea di Cuccodoro non è tanto quella di documentare il degrado, ma di restituire dignità e ricordare la bellezza tutto quello che il tempo ha lasciato indietro. Il risultato è un lavoro con uno sguardo al tempo stesso rispettoso e poetico, un racconto visivo che non lascia indifferenti. In qualche modo, se ci consentite una citazione cinematografica, le “urla del silenzio”.
Stampato da Inspire Communication in un’edizione si pregio, il volume è pensato, come dichiara la presentazione, “per chi ama la fotografia, l’architettura, la memoria e la profonda etica dell’urbex”.
Urbex – Mondi Invisibili è già disponibile scrivendo a alberto.cuccodoro@gmail.com, e sarà in vendita, a partire da settembre, in alcune selezionate librerie di Torino.
