Presentata in anteprima al British Video Expo (BVE) 2015, ecco un’Alexa ultracompatta studiata per utilizzazioni specialistiche
Una ‘scatola nera’ dell’ingombro complessivo (ottica evidentemente esclusa) di 140 x 185 x 125 millimetri. Una scatola, ad ogni buon conto, in carbonio, e con l’attacco PL in titanio, perché questa nuova soluzione per riprese particolari dove conta molto il fattore di forma (droni, custodie subacquee eccetera) è pur sempre un’Arri e uno strumento di lavoro, che deve garantire la massima affidabilità in ogni condizione.
Chiamata, inevitabilmente Alexa Mini, la nuova macchina può essere gestita da un controllo remoto wireless, come una macchina da presa tradizionale con l’ARRI MVF-1 multi viewfinder attaccato, oppure con un monitor on-board e controllata con gli appositi comandi sul corpo camera.
L’azienda sottolinea che la macchina – oltre ad essere compatta quanto basta per essere utilizzata in situazioni particolari, manovrabile con semplicità magari installata su un rig/stabilizzatore di dimensioni ridotte – è caratterizzata da funzionamento silenzioso. Inoltre, il design ad impostazione simmetrica permette di riprendere con qualsiasi orientamento, compresi upside-down e portrait mode, e naturalmente si possono utilizzare tutte le ottiche progettate per l’Amira, permettendo l’uso delle B4 e di quelle EF per la fotografia.
Alexa Mini è dotata di un sensore 4:3, con modalità automatica de-squeeze per produzioni anamorfiche e frame rate compreso fra 0.75 e 200 fps, e registra in ProRes o Arriraw non compresso. Il segnale può essere memorizzato sia ‘in-camera’ su schede di memoria CFast 2.0 oppure su un registratore esterno Codex; in questo caso è possibile registrare i flussi di dati provenienti da altre Alexa Mini simultaneamente (fino a quattro macchine), opportunità preziosa ad esempio per multi-camera setup a 360°.
La nuova Arri può registrare in 4K UHD ProRes, facilitando l’output real-time 4K UHD e workflow in genere.
