Gio 25 Aprile 2024

Fotocamera Bridge Sony RX10 Mark IV

Test estratto da: Tutto Digitale 118 – Dicembre 2017
Fotocamera
Sony
Bridge RX10 Mark IV
– Prezzo: consigliato al pubblico € 2.000,00 IVA 22% INCLUSA
Sony rilancia la sua leadership nel segmento delle bridge superzoom affinando ulteriormente una macchina quasi unica nel suo genere. Stiamo parlando della velocissima RX10, giunta alla quarta generazione, perfetta per riprese foto e video sportive e naturalistiche senza complicazioni
Sony RX10

Solo alcuni anni fa, analisti e case costruttrici sostenevano che le bridge, fotocamere con ottica integrata, mirino elettronico ed aspetto simile a piccole DSLR, avrebbero guidato le vendite anche dei settori professionali. Così non è stato: l’avvento delle mirrorless, che hanno portato compattezza e leggerezza prima alle fotocamere APS-C e poi a quelle Full Frame, ha cambiato tutte le carte in tavola, ed alcuni produttori hanno addirittura abbandonato il segmento di mercato. Sony invece continua a credere in questa tipologia di macchina,  ed ha presentato la quarta edizione di uno dei suoi modelli più riusciti, la RX10, che possiamo definire l’ammiraglia della categoria, sia per le prestazioni che per il costo d’acquisto.

Un po’ di storia

Correva l’anno 2013 e sino ad allora le bridge adottavano per lo più sensori da appena ½ pollice, in grado di catturare una piccola parte della luce, ma indispensabili per garantire le grandissime lunghezze focali tipiche di queste macchine, che in alcuni modelli superano anche i 1200mm. L’RX10 fu la prima di una specie caratterizzata da un sensore da 1”, e da una notevole ottica integrata con apertura costante di F.2.8 su tutta la lunghezza focale. Non proprio una superzoom, tuttavia, vista l’escursione da 24 a 200mm (ingrandimento 8,3x).
Da allora si sono succedute nuove edizioni ogni 12 mesi circa, ciascuna dotata di miglioramenti rispetto alla precedente; la Mark 2 ha introdotto il sensore a strati, la 3 la super ottica 24-600 F2.4-4.0 Zeiss. Il sensore a strati, presente dalla seconda serie, avendo un buffer di memoria interna, permette di scattare foto e registrare video a velocità elevatissime; in particolare filmati sino a 1000 fps in Full HD, caratteristica diventata ormai distintiva di questa famiglia.

La Quarta, velocissima

Ad un occhio poco attento RX10 Mark 3 e 4 potrebbero apparire identiche. I corpi sono molto simili; l’ottica Zeiss 24-600 è la stessa, e all’esterno ci sono modifiche di dettaglio. Dentro le novità sono tante. La Mark 4 è dotata di un sensore a strati ulteriormente evoluto, che, lavorando in simbiosi con il processore Bionz X, lo stesso della Alpha 9, permette raffiche fotografiche a piena risoluzione sino a 24fps per una durata massima di 11 secondi. La maggiore velocità di scatto è supportata da un autofocus ulteriormente migliorato, secondo Sony attualmente il più veloce al mondo; le bastano 3 centesimi di secondo per mettere a fuoco su 315+25 punti con copertura del 65% del fotogramma.

Ergonomia e Costruzione

I materiali impiegati sono di buona qualità e tutta la costruzione è di pari livello. La macchina è tropicalizzata e resistente all’esposizione a polvere e spruzzi d’acqua.
La parentela con i modelli top della casa giapponese è evidente anche osservando le porte di collegamento, tutte protette da sportelli. Nel lato sinistro ecco i connettori per le cuffie ed il microfono, oltre al connettore mini HDMI e la porta micro USB, che consente anche di alimentare la camera oltre a collegarla ad un PC o a caricare la batteria.
Sul lato destro si trova lo slot singolo per le schede SD e Memory Stick  con velocità massima di trasferimento dati di 104 MBps.
Nella parte superiore ci sono due microfoni, il flash pop-up, e due rotelle per la compensazione dell’esposizione e per la selezione delle 10 modalità di scatto o ripresa, che includono anche la modalità panorama. In un singolo blocchetto posizionato sul lato sinistro, troviamo poi l’interruttore per l’accensione, il comando per lo zoom motorizzato ed il tasto di scatto. Che manifesta ancora una volta la vocazione ‘top’ di questa macchina; è realizzato in alluminio ed è dotato di filettatura per collegare un cavo di scatto flessibile. Sempre nella parte superiore sono presenti anche due tasti (C1 e C2 ) personalizzabili ed un display LCD simile a quelli di molte DSLR di fascia alta.
Nella parte posteriore troviamo un tasto per la registrazione video posizionato correttamente, la rotella per la regolazione del tempo di posa, un terzo tasto custom C3, l’utile rotella multifunzione, il tasto per il lock dell’AE e l’utilissimo Fn presente su altre camere Sony. Questo pulsante,  posizionato sul dorso, permette di richiamare rapidamente sul display posteriore le 12 funzioni di uso più frequente. Un comando davvero pratico ed immediato, ed è possibile variare diverse funzioni anche durante la registrazione video senza che avvengano interruzioni.
Dopo aver provato l’A9 ci saremmo aspettati di trovare su questa macchina il joystick per la selezione dell’area di fuoco, ma la stessa funzione è disponibile tramite lo schermo touch, anche se si usa il viewfinder. Lo schermo ha una diagonale da 3”, ed una  risoluzione di 1,44 milioni di punti; la qualità di visione, la sensibilità e la precisione al tocco sono ottimali, al pari delle prestazioni offerte dal viewfinder da 2,4 MP con il 100% di copertura del campo. Come consuetudine per Sony, il display è orientabile solo sull’asse orizzontale ed in questo modello è un po’ meno comodo del solito, per l’interferenza meccanica del mirino.
Il menù utente è diviso in una grande quantità di pagine; occorre un po’ di pratica per ritrovare le funzioni da utilizzare, ma la sezione My Menù permette di creare delle pagine con le funzioni usate più frequentemente. All’interno del menù le funzioni touch non sono attive e quindi bisogna affidarsi ai tasti fisici per cambiare pagina ed effettuare le selezioni.
A differenza delle sorelle mirrorless, la regolazione del diaframma non avviene tramite una rotella posta nella parte anteriore della macchina, sotto al pulsante di scatto, ma direttamente sull’ottica, tramite una ghiera old style, dotata di un interruttore per consentirne una regolazione fluida o con scatti tra i vari stop. Sempre anteriormente, sul lato sinistro dell’ottica, sono presenti un tasto per il focus hold, per bloccare la messa a fuoco automatica continua, e due selettori per la messa a fuoco.
Il primo, posizionato proprio sull’ottica, permette di limitare il range di messa a fuoco da 3 metri all’infinito per aiutare nel focusing di soggetti lontani escludendo quelli vicini; questa funzione si attiva solo quando lo zoom è in posizione tele con una focale equivalente maggiore o uguale a 150mm. Il secondo selettore, posto alla base dell’ottica, consente invece di selezionare il tipo di messa a fuoco tra Single Shot AF, Auto, Continuo, DMF Automatica con correzione manuale, e 100% manuale.
Nella parte inferiore ci sono il foro filettato per il fissaggio degli accessori e delle piastre rapide, così come il vano batteria, che supporta accumulatori della serie W, gli stessi delle sorelle A7. Data la voracità elettrica di questo modello, avremmo preferito l’adozione delle batterie Z che hanno debuttato su A9, dotate di capacità doppia, pur avendo peso ed ingombri confrontabili. Tuttavia l’alimentazione è comunque versatile poiché la camera può essere alimentata anche con una finta batteria da inserire nel vano o tramite la porta micro USB. La distanza tra foro filettato e vano batteria consente la sostituzione dell’accumulatore anche nel caso in cui la camera sia montata su un cavalletto.
La macchina, con batteria e scheda di memoria, pesa 1090 grammi, non pochi per una bridge, ma pochissimi rispetto ad una mirroless o DSLR equipaggiate con uno zoom tele di fascia alta, tipo un 70-200 F2.8.

Prestazioni Fotografiche

Sebbene la classe della nuova Sony sia quelle delle bridge, per costo e bagaglio tecnico ci è venuto naturale confrontare le sue caratteristiche e prestazioni a quelle di una reflex o ad una mirrorless di fascia alta.
Con condizioni di luce favorevoli, e valori di sensibilità sino a 1600 ISO, il feeling che trasmette questa RX10 è quello di un’ammiraglia. L’autofocus è velocissimo. Impostandolo in modalità continua non emette il classico BIP poiché ne dovrebbe emettere uno ogni 3 centesimi di secondo, ma si vedono i quadratini verdi che indicano i punti di messa a fuoco che si aggiornano ad una velocità ‘super’. Impostando la sequenza, basta tener premuto il tasto di scatto e la RX10 IV  scatta a raffica a 24fps con l’AF che segue i soggetti animati sempre con la massima precisione. Come accennato, tramite il touch è possibile selezionare l’area su cui effettuare il fuoco automatico. Tale caratteristica funziona benissimo, ma in più di un’occasione la macchina ha ignorato la nostra assegnazione. Al pari delle sorelle maggiori, l’MF può essere affiancato dall’assistenza dell’ingrandimento, automatico o manuale.  L’MF assist ingrandisce automaticamente l’immagine quando si aziona la ghiera del fuoco. Durata e grandezza dell’ingrandimento si impostano in maniera flessibile via menù. La seconda assistenza si chiama Focus Assist, ed è molto pratica se viene associata ad un tasto funzione custom. Attivandola, l’immagine viene ingrandita senza agire sulla ghiera del fuoco.
La modalità DMF, dynamic manual focus, permette di usare l’AF premendo a metà il tasto di scatto; a questo punto l’automatismo si interrompe ed è possibile effettuare la regolazione manuale del punto di fuoco con la ghiera sull’ottica.
La funzione Eye AF, che riconosce gli occhi del soggetto ed effettua il fuoco su questi, funziona in maniera molto accurata, ma, almeno con questa versione di firmware, non è supportata dalla camera nelle modalità Video ed HFR.
Lo zoom 25X permette di avvicinare oggetti lontanissimi, pur mantenendo anche alla massima estensione focale un’apertura massima di tutto rispetto. Grazie all’ottimizzazione di tutto il sistema, alla qualità dei componenti ottici ed al processore Bionz X calibrato con la massima precisione per questa ottica, non appaiono evidenti aberrazioni cromatiche o deformazioni. La macchina può scattare in RAW, JPEG o in entrambi i formati simultaneamente. I file RAW pesano in media 20MB l’uno, mentre i JPEG circa 7. Lo ‘sviluppo’ di questi ultimi non è sempre ottimale, dato che vengono quasi sempre resi troppo morbidi e tanti dettagli vengono persi; secondo noi è quindi meglio gestirli a mano, magari con l’ottimo software, fornito gratuitamente, Phase One Express for Sony. Quest’ultimo ha un piccolo difetto. Mostra le foto appena più sfocate di quanto non lo siano e spinge ad esagerare durante lo sviluppo enfatizzando troppo i dettagli.
L’obiettivo con il tele che si spinge facilmente sino a 600mm di focale equivalente è probabilmente una delle caratteristiche più interessanti di questo modello. Anche portandolo al massimo preserva sempre il suo equilibrio e la qualità delle immagini resta ineccepibile, cosa che non avviene invece con le superzoom più economiche. L’apertura massima è molto interessante. In posizione di massimo grandangolo si spinge sino a F.2.4, valore molto basso anche per ottiche zoom che costano più di questo intero apparecchio. Aumentando la lunghezza focale questo valore regge per poco e già dopo alcuni ingrandimenti la macchina si posiziona su un F4.0 fisso. Lo stabilizzatore Steady Shot ottico funziona molto bene ed effettivamente permette di abbassare la soglia del micromosso a mano libera di 4.5 stop. Abbiamo effettuato scatti a mano libera con tempo di posa sino a 2 secondi con risultati interessanti.
La macchina dispone di due otturatori. Quello meccanico consente di impostare tempi da 30 secondi ad 1/2000s, anche se con diaframma ad F2.4 il limite massimo diventa 1/1000s. Se occorrono velocità maggiori, l’otturatore elettronico ha prestazioni analoghe a quello dell’ammiraglia A9. Permette scatti silenziosi in modalità global shutter da 30s sino ad 1/32000s. Questa tecnologia, riservata a pochissimi modelli, elimina i difetti tipici degli otturatori elettronici, eliminando fastidiose deformazioni dell’immagine e dei suoi soggetti.

Un pollice basta?

Sebbene il sensore sia per grandezza molto più piccolo di quello di una full frame, su questa macchina una serie di accorgimenti fanno sì che gli amanti dell’effetto bokeh possano essere comunque appagati da risultati apprezzabili su tutte le focali, in particolare su quelle spinte. La capacità di mettere a fuoco soggetti vicini anche con zoom in tele aiuta sia questo tipo di ripresa fotografica che quella macro. La macchina è infatti in grado di mettere a fuoco, a seconda della posizione del tele, tra 3 e 92 cm dalla lente frontale dell’obiettivo.
Sebbene non sia in genere presente sulle macchine professionali, il flash integrato presente su questa macchina le fornisce una marcia in più. Per evitare zone d’ombra causate dall’ottica che si sviluppa molto in lunghezza, la lampada pop-up si alza notevolmente dal corpo della macchina. Il syncro è attivo sino ad 1/1000 di secondo, caratteristica più unica che rara, consentendo di riempire con la luce anche i controluce in giornate assolate che necessitano di tempi di esposizione rapidi. La potenza della lampada è notevole, si adegua automaticamente alla distanza del soggetto e si può regolare manualmente in maniera molto rapida.

Alti ISO

Sinora, pur disponendo di un sensore molto più piccolo rispetto a quello delle sorelle mirrorless, la macchina ha mostrato un rendimento notevole in tutti i test. Sebbene questa camera abbia lo stesso processore BIONZ X dell’ammiraglia A9, quando è necessario usare valori di ISO elevati, vengono fuori notevoli differenze, che crescono con l’incremento dei valori di guadagno. La macchina è in grado di spingersi in modalità nativa da 100 a 25.600 ISO, da 64 in modalità estesa. Con valori ISO compresi tra 100 e 1600 la resa è ottimale. Le immagini sono sempre buone anche in condizione di luminosità critiche, ma con luce molto scarsa, l’impressione visiva è che anche ad 800 ISO la macchina introduca del guadagno indesiderato; difetti quasi impercettibili, ma i risultati, seppur più che buoni, non sono quelli della sorella A9 dotata dello stesso processore. Tornando alla resa agli ISO più elevati, qualche problema comincia a sorgere a 3200 ISO, con comparsa di rumore e calo della risoluzione percettibili, difetti che aumentano via via progressivamente, sino a diventare troppo presenti a 12800 ISO, dove fanno capolino anche finti colori; 25600 ISO è infine un valore pressoché inutilizzabile, almeno professionalmente. Siamo invece rimasti positivamente sorpresi, per foto e video realizzati in condizioni di luce molto difficile (ambientale scarsa mista ad artificiali provenienti da differenti tipi di lampade, led, neon e a fluorescenza). La macchina ha realizzato scatti e filmati notevoli, laddove, con altre macchine, siamo soliti vedere risultati mediocri.

Una foto o videocamera?

Le caratteristiche di questo modello lasciano poco spazio al dubbio; ci troviamo al cospetto di una macchina progettata anche per realizzare video, con pochi compromessi. Sensore da un pollice, ottica luminosa e super zoom Zeiss,  picture profile, inclusi S-Log2 ed S-Log3, audio con ingresso microfonico ed uscita cuffia per il monitoraggio, Gamma Display Assist, Zebra regolabile, uscita HDMI clean, Timecode/UB, sono alcune delle sue features per i professionisti del video. Inoltre, sebbene non sia elencata tra le opzioni sul sito italiano, tramite l’interfaccia XLR-K2M è possibile aggiungere alla camera un microfono direzionale mezzo fucile e due ingressi XLR con tutti i controlli presenti sulle videocamere Pro, alimentazione phantom 48V inclusa. Volendo essere pignoli, manca solo un filtro ND integrato, che era presente sulla Mark 2: consentirebbe di ridurre la luce in ingresso e operare anche in piena luce a diaframma aperto. Tuttavia la filettatura (72mm) presente sull’ottica consente di aggiungerne facilmente uno di terze parti.
Il formato di registrazione di maggiore qualità e risoluzione è il 4K UHD a 3840×2160 a 24/25/30p. La mancanza della registrazione a 50/60 fotogrammi al secondo in 4K UHD è parzialmente compensata da altre doti, come la registrazione ad altissima velocità, chiamata HFR, e la registrazione in Full HD sino a 120Fps, con audio.
Per registrare il video sono disponibili i robusti codec Sony XAVC S 4K ed XAVC S HD con bitrate selezionabile da 16 sino a 100Mbps e, per il solo HD, il più leggero AVCHD. Il codec più nobile si è mostrato sempre in grado di memorizzare i dettagli forniti dal sistema sensore/ottica senza produrre artefatti di compressione.
La camera registra video su tutte le schede SD di classe 10 ed U1, ma per registrare a 100Mbps sono necessarie schede dello standard U3.
Durante la registrazione nei formati XAVC S è possibile anche registrare un file parallelo, a basso data rate, 1280×720 a 9Mbps, chiamato Proxy, che si può usare per un rapido trasferimento verso smartphone o web oppure per l’editing off line su PC di scarsa potenza.

Come registra i video

Il rendimento video non si differenzia molto da quello fotografico. La resa è perfetta quando la luce non richiede l’uso di ISO oltre 1600; l’autofocus continuo segue come un mastino i soggetti anche in rapido movimento. Lo zoom motorizzato permette zoom in ed out perfettamente fluidi e senza rumore, proprio come su una videocamera professionale.
Il fuoco manuale richiede pratica; in tale modalità, la ghiera del fuoco sembra un po’ troppo ottimizzata per l’uso fotografico, con una grande demoltiplicazione. Per esaltare i differenti piani focali bisogna far ruotare troppo la ghiera. Tuttavia ciò non rappresenta un grande problema poiché utilizzando autofocus ed il touch screen si riescono ad ottenere ottimi risultati; anche quando si utilizza il viewfinder, il touch rimane attivo nella modalità pad. La transizione automatica del fuoco è fluidissima e regolabile su tre velocità differenti. Come sulla Sony A9, per ottenere un perfetto fuoco manuale, sono presenti il peaking ed il Focus Assist, che di default non ha un tasto associato, ma troviamo la comoda abitudine di impostarlo sul tasto custom C3. Attivandola l’immagine viene ingrandita senza agire sulla ghiera del fuoco. Accanto a questa funzione troviamo comodissimo lo Zoom Assist. Con una focale molto spinta, a volte può succedere di perdere dal campo visivo un soggetto. Associando un tasto custom a questa funzione, basta tenerlo premuto e la macchina effettua uno zoom out automatico, dandoci la possibilità di inquadrare di nuovo il soggetto; rilasciando il tasto, la camera ritorna automaticamente sulla focale spinta che stavamo usando in precedenza.
Come in ambito fotografico, il sistema di stabilizzazione Steady Shot funziona a dovere e consente di minimizzare vibrazioni e oscillazioni delle riprese a mano libera. Certo quando si dà fondo alle capacità ottiche, spingendo il tele a 600mm, non c’è stabilizzatore o mano rocciosa che tenga: per avere immagini ferme è necessario utilizzare un cavalletto. Le possibili impostazioni dello Steady Shot sono tre: attiva intelligente, attiva e standard. Le prime due, che prevedono anche una stabilizzazione elettronica via crop, non sono disponibili in registrazione XAVC S 4K.

LOG Simil RAW

A differenza della Sony A9, su questa macchina sono disponibili tutti i picture profile di Sony di cui sono equipaggiate A7S2 ed A7R2/3, inclusi S-Log2 ed S-Log3. Queste modalità di ripresa a basso contrasto, ideate per emulare il RAW fotografico, aumentando dettagli e gamma dinamica memorizzate nel file senza accrescerne il peso, necessitano di color grading e l’applicazione delle  correttamente. Mettere a fuoco ed esporre correttamente può essere difficile girando in modalità LOG, e Sony suggerisce di accoppiare alla macchina il monitor clip-on CLM-FHD5, che consente di caricare le Lut e quindi di visualizzare correttamente le immagini. Esistono anche numerosi modelli compatibili di terze parti.
Per ottenere dei look d’immagine già pronti in macchina, sono disponibili sia una serie di effetti di estrazione amatoriale sia degli stili creativi con ulteriori regolazioni possibili su luminosità, saturazione e dettaglio.

Filmare con poca luce

Come per la ripresa fotografica, quella video con scarsa luce resta il punto debole della fotocamera. Parliamo sempre di buoni risultati, soprattutto considerando il prezzo e la fascia di mercato, ma come abbiamo detto sopra, c’è sempre la tentazione di confrontare questa RX10 con una reflex full frame. In modalità video gli ISO spaziano da 100 a 12800 con tanti valori intermedi. Ancora una volta sino a 1600 abbiamo immagini perfettamente pulite, mentre, salendo oltre, cominciano ad apparire disturbi, gestibili sino a 6400 ISO. Insomma siamo in un range di prestazioni simile a quello delle migliori camere Micro 4/3.

Bianco, Rolling Shutter…

La macchina dispone di una serie nutrita di possibili bilanciamenti. La modalità automatica ha funzionato quasi sempre egregiamente, ed è stata in grado di leggere bene anche situazioni complesse con luci a temperature differenti. Le modalità preset sono tante e sono previste anche regolazioni manuali basate sui gradi Kelvin.
Il reparto è quindi completo e non presta il fianco a critiche.
Come accennato, in modalità photo  l’otturatore elettronico funziona in modo global, immune ai tipici difetti dei sensori CMOS. Ciò non avviene per la modalità video; flash banding e skew sono presenti, ma il wobble, amplificazione delle oscillazioni, grazie anche ai servigi offerti dallo stabilizzatore, non costituisce un grande problema, neppure con focali lunghe a mano libera. La velocità di scansione del sensore è più che buona e sembra in linea con le migliori realizzazioni di Sony.
Infine eccoci al punto forte della nuova bridge, la ripresa ad alta ed altissima velocità, che come abbiamo detto in apertura, sono ormai un elemento caratteristico di questa serie. Con la selezione scena sulla posizione movie, possiamo impostare lo slowmotion sino a 120fps, con codec XAVC S HD a 1920×1080.
In tale modalità viene mantenuta la massima qualità video così come tutte le funzionalità della fotocamera. Ma ciò che differenzia questa camera da tutte le altre è la registrazione ad altissimo frame rate, HFR (High Frame Rate). La camera utilizza un buffer interno per registrare filmati a 250, 500 o 1000 fps, per poi scaricarli sulla scheda di memoria dopo aver interrotto la registrazione. Tali velocità di ripresa permettono di cogliere fenomeni fisici ed altri dettagli che l’occhio umano non potrebbe mai scorgere. Con la rotella di selezione scena su HFR, la modalità in cui si opera sulla camera cambia completamente. In realtà la macchina si predispone per una registrazione continua nel buffer, e quindi fuoco, esposizione e tutte le impostazioni devono essere effettuate prima di iniziare a registrare. Una volta fatto il setup, con il tasto posto al centro della rotella multifunzione si blocca la camera, e l’unico pulsante attivo diventa quello per avviare ed arrestare la registrazione. Quando la macchina opera in questa modalità vi sono due impostazioni, che prediligono qualità o tempo di ripresa. Sebbene il file generato sia sempre Full HD, la risoluzione reale scende poiché avviene un crop del sensore. A 1000 fps la risoluzione scende, alla massima qualità, a 1244×420, cosa che è ben visibile nelle immagini registrate. Anche la sensibilità ISO ne risente. Già ad 800 ISO viene fuori tantissimo rumore e ciò ovviamente si scontra con la velocità minima dell’otturatore che arriva a 1/1000s e ferma tantissima radiazione luminosa. Insomma, per fare belle riprese in HFR occorre tanta luce; quella artificiale deve essere continua, poiché altrimenti assistiamo ad un forte lampeggiamento. Fortunatamente la tecnologia LED ci viene incontro, ed abbiamo usato con successo anche le torce dei nostri smartphone per alcune riprese ravvicinate. Complessivamente i risultati sono sorprendenti e non nascondiamo che ci siamo divertiti come bambini a giocare con questa esclusiva funzionalità.

Nota: come per le altre fotocamere Sony, la massima velocità di 120 fps in qualità effettiva Full HD si ottiene impostando la camera sulla frequenza NTSC (30 e multipli). Al contrario, la massima velocità HFR di 1000 fps si ottiene solo con il setting PAL, 960 in NTSC. Su una scheda SD non possono coesistere registrazioni PAL ed NTSC, quindi cambiando sistema è necessario formattare o cambiare il supporto di registrazione.

Wired e Wireless

La macchina è dotata di tutte le funzionalità wireless: WiFi, Bluetooth ed NFC, le consentono pertanto di interagire in maniera eccellente con i dispositivi mobili. L’app Playmemories disponibile per Android ed iOS ha buone funzionalità e permette di vedere la preview sullo schermo del dispositivo oltre a comandare vari aspetti della fotocamera.
Il funzionamento remoto è possibile anche collegando l’RX10 Mark IV ad un computer, Windows o Mac, tramite connessione USB, con l’App gratuita Remote Camera Control.

La soluzione totale?

Avevamo grandi aspettative per questa Sony RX10 Mark IV, che si è dimostrata un vero concentrato di innovazioni tecnologiche, con funzioni, come la registrazione HFR, uniche. Grazie all’insieme ottimizzato di sensore, autofocus ed ottica, per molti aspetti la macchina è in grado di rivaleggiare, senza sfigurare, con fotocamere sportive e superveloci ben più costose, prestando il fianco, rispetto a queste, solo per la resa agli ISO più elevati. L’ottica integrata fornisce tanti vantaggi; basti pensare non solo al costo, ma ad ingombri e pesi di un corredo ottico per una mirrorless o una DSLR con pari escursione focale. Tuttavia l’impossibilità di cambiare ottica per molti professionisti è anche un limite. Solo alcune ottiche ‘prime’, a focale fissa, su sensori full frame, riescono a garantire un vero cinema look.
Il comparto audio video, assai ‘robusto’, permette a questa Sony di rivaleggiare con armi pari o superiori con alcune videocamere professionali. Insomma, una macchina con una ottima versatilità per chi cerca grande velocità o un apparecchio all in one dotato di buone prestazioni in ogni condizione d’uso.
In due parole, una macchina ‘fortemente raccomandata’.

Paolo Castellano

Pagella

ESTETICA  8/10
L’aspetto è gradevole, anche se un po’ massiccio. Ricorda molto da vicino una DSLR da cui riprende il vezzo (e l’utilità) del display LCD superiore.
COSTRUZIONE  8/10
La qualità dei materiali è notevole, la finitura di buon livello. Corpo tropicalizzato, sportelli di protezione laterali anche migliori di quelli delle sorelle A7 ed A9.
VERSATILITA’  10/10
Macchina studiata per soddisfare pienamente fotografi e videomaker. Una delle fotocamere più versatili provate da Tutto Digitale.
PRESTAZIONI   9/10
Ottima resa fotografica e video. Perde la lode per l’assenza del 4K a 50/60p e qualche incertezza alle basse luci.
RAPPORTO Q/P  9/10
è la più costosa di sempre tra le bridge: 2000,00 Euro non sono pochi, ma sono giustificati da prestazioni e contenuti tecnologici.

PRO
✔  Velocità di scatto a 24 fps
✔  Autofocus accurato e rapidissimo
✔  Ottica Zeiss di grande escursione
✔  Syncro Flash attivo sino a 1/1000s
✔  Slowmotion sino a 1000Fps
✔  Funzionalità Video
✔  S-Log di serie
CONTRO
✔  Un po’ pigra ad alti ISO
✔  Mancanza del 4K a 50/60p
✔  Piuttosto massiccia per una bridge
✔  Monitor sacrificato nel movimento
✔  Menu non sempre intuitivo

Costruttore:  Sony, GiapponeDistributore: Sony Europe Limited, Sede Secondaria Italiana, via Rizzoli 4, 20132 Milano – tel. 02 618381 – www.sony.it

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

Sensore: CMOS Exmor RS da 1″ (13,2 mm x 8,8 mm). Risoluzione effettiva 20.1 MP
Ottica: Carl Zeiss, 24-600mm equivalenti 35mm, apertura max F2.4-4
Stabilizzatore: Sony Steady Shot ottico, 4,5 stop di intervento
Otturatore: Meccanico sino a 1/2000s, Elettronico Global Shutter sino a 1/32000s
Autofocus: ibrido a rilevamento di fase e contrasto su 315+25 punti, copertura 65%
Schermo: Touch da 3,0″, A/R 4:3, risoluzione 1.440.000 punti
Viewfinder: XGA OLED da 2,36 MP e copertura del 100% del campo
Raffica fotografica: RAW+JPEG a 24 immagini/secondo (max 249 scatti)
Registrazione video: sino ad UHD 4K con codec XAVC S a 100Mbps
Memorizzazione: Slot singolo per SDHC-SDXC, transfer rate sino a 104MBps
Formattazione schede: su file system exFat, durata di registrazione video illimitata
Interfaccia Audio: opzionale XLR per collegamento a microfoni professionali
Registrazione Video:  ad alta velocità fino a 120 fps (FHD); ad altissima velocità (HFR): sino a 1000Fps, in file FHD a raster ridotto
Note: Corpo ed ottica tropicalizzati, resistenti ad umidità, spruzzi d’acqua e polvere
Dimensioni e peso: 132,5 x 94,0 x 127,4 mm (dal lato anteriore dell’obiettivo al monitor); Circa 1.095 g (batteria e scheda SDXC incluse) / Circa 1.050 g (solo corpo)

Condividi:

Potrebbero interessarti anche...
Un colpo di fortuna

Un colpo di fortuna

L’ultimo film scritto e diretto da Woody Allen – Colpo di fortuna/Coup de chance – arriva in home video con Lucky Red