Gio 18 Aprile 2024

Videocamera JY-HM360E

Test estratto da: Tutto Digitale 114 – Speciale Estate 2
Videocamera
JVC
JY-HM360E
– Prezzo: € 1.300,00 IVA 22% Esclusa
Pensata e costruita per affiancare i videomaker che fanno il lavoro duro, quello sul campo, la videocamera JY-HM360E mette a disposizione flessibilità, velocità e soprattutto qualità. Il tutto, ad un prezzo inaspettato, un vero miracolo economico
JVC

Ogni prodotto, quando viene presentato da un’azienda, ha un pubblico di riferimento. Da quanto possiamo apprendere da comunicati stampa e materiale informativo, la JVC ha destinato la JY-HM360E ad un gruppo molto esigente di utenti, i matrimonialisti, ma il nostro parere è che questa destinazione è probailmente riduttiva, e che ci saranno molte altre categorie di professionisti interessate alla macchina.
Chi si occupa di video matrimoniali in effetti ha a che fare con situazioni a volte molto complicate: le scene più intime e raccolte vogliono dire scarsa luminosità; non lasciarsi sfuggire nemmeno un momento particolare, di solito irripetibile, vuol dire essere sempre pronti a registrare con partenze velocissime; lunghe giornate di lavoro, che iniziano con cerimonie e finiscono con ricevimenti, significano una lunga autonomia di ripresa; infine, catturare la spontaneità di ciò che succede obbliga a non interferire con attrezzature vistose accompagnate da sistemi di illuminazione che cambiano non solo la visibilità, ma anche il comportamento dei soggetti ripresi.
Ma, se ci pensiamo bene, tutto questo può essere traslato anche nel mondo delle news, senza colpo ferire. Sono anni ormai che vediamo troupe così leggere da essere composte da una sola persona, che impugnano videocamere del tutto simili, anche nell’estetica, a questa bella e leggera JVC.
Quello che ora fa la differenza, però, è il prezzo: siamo su poco più di 1.500 euro iva compresa, che per uno strumento fondamentale come questo, per chi lavora nel video, sono una gradita sorpresa.
La cifra non tragga in inganno, però: siamo certamente in presenza di uno strumento professionale.

Velocità prima di tutto

Il lato sinistro della videocamera, come è giusto che sia, è pieno di controlli per gestire in piena autonomia ogni aspetto della ripresa. Si può impostare la modalità automatica o manuale su messa a fuoco, bilanciamento del bianco, guadagno o shutter, si possono attivare ausilii di ripresa come lo zebra pattern o dei contrassegni nel mirino.
Ma tutto questo, come si concilia con la velocità nelle operazioni quando siamo sul campo? Anche l’utilizzatore più esperto si troverà di tanto in tanto a dover fare attenzione a trovare quel dato pulsante o regolare quel certo parametro.
La risposta sta nella registrazione di preset, delle impostazioni di ripresa che vengono memorizzate in due memorie diverse. La Scena A e la Scena B possono essere richiamate velocemente per passare, ad esempio, da una situazione di interni con poca luce ad una in esterni in pieno sole. Passare da un set di parametri all’altro è, per l’operatore, facile come spostare una levetta; nella registrazione, nessun trauma: si passa da una situazione all’altra in modo molto fluido, il che non obbliga a dover tagliare il momento del cambio, se ciò che succede è fondamentale per il video.
Cosa si può impostare con questi controlli? Praticamente tutto ciò che ha a che fare con l’esposizione, la luminosità, il contrasto. Le impostazioni si possono selezionare anche in modo generico prima di arrivare sul posto (considerando anche che non sempre si possono fare sopralluoghi), ad esempio con un set che prevede una scena in interni, con molta luminosità sul volto e un alto contrasto con il fondo. Ma è possibile arrivare anche a regolazioni molto dettagliate, con regolazioni in tempo reale di valori specifici, tramite menu.
In tema di velocità, segnaliamo che la macchina può tenere in memoria fino a 15 secondi precedenti l’inizio della registrazione. La clip potrà includere quindi non solo l’istante in cui è stato premuto il tasto Rec, ma anche i secondi immediatamente precedenti: un gran sollievo per chi ha i riflessi meno pronti, che può lavorare con meno stress.
Sempre nel nome della velocità, ovviamente.

Comoda da usare

Una videocamera che funziona bene è anche e soprattutto comoda da usare. Ciò non vuol dire solo leggera, e questa JY-HM360E lo è davvero: 1,9 chili ottimamente distribuiti permettono di lavorare senza fatica anche impugnando la macchina nelle posizioni più scomode. La comodità si esprime anche nell’interazione con i tasti e i controlli del camcorder.
Ad esempio, di tasti di registrazione ce ne sono ben tre a disposizione: è possibile scegliere quello giusto in funzione dell’impugnatura adottata. Bisogna decidere se usare il tasto classico sotto il pollice destro che impugna la videocamera, quello sul manico (che controlla anche il blocco di registrazione, per evitare riprese indesiderate) o infine quello posto in basso, sotto l’obiettivo.
Lo zoom – sensibilissimo – si può ovviamente comandare con bilancieri presenti sia nell’impugnatura destra che sul manico superiore.
In tema di usabilità, per adattare la videocamera all’utente, e non viceversa, ci sono a disposizione anche ben 11 tasti a cui assegnare operazioni specifiche, programmabili tramite menu. è possibile infatti cambiare la funzionalità prevista ai pulsanti AE Lock, Zebra e Marker, agevolmente raggiungibili anche “alla cieca” con l’occhio nel mirino, ai quattro pulsanti freccia nel selettore centrale circolare, ai tre pulsanti IOS, Lolux e Focus Assist sopra di esso, ed infine al pulsante vicino allo zoom, il Preview, che permette di solito di vedere gli ultimi secondi registrati su scheda.

Memoria e collegamenti

La videocamera JY-HM360E mette a disposizione due diversi alloggiamenti per schede di memoria SD. Questo permette di registrare sull’una o sull’altra a seconda dei casi o delle esigenze. Pensiamo ad esempio ad una ripresa di un evento piuttosto lungo, in cui non c’è da perdere nemmeno un minuto di registrazione: in questo caso si può registrare sulla scheda A, per poi passare alla scheda B mentre si predispone una nuova scheda nell’alloggiamento A. O ancora, è possibile registrare sulle due schede contemporaneamente, oppure di continuo su una scheda mentre sull’altra si fa una selezione delle scene decidendo quando dare avvio o pausa alle clip.
Il processore di immagini Falconbrid permette di salvare le immagini in un formato a scelta tra .mov compatibile con Apple Final Cut Pro, .mp4 o .mts per la compatibilità AVCHD o XHQ.
Le schede utilizzabili sono quelle di classe 4, 6 o 10, e, a seconda delle modalità di registrazione e della capienza della scheda stessa, cambia la durata delle riprese memorizzabili. Su una scheda di appena 4GB, si passa dai 9 minuti in formato MOV H.264/HD in XHQ (1920x1080pixel fino a 50Mbps) per arrivare agli 82 minuti in MTS / AVCHD in modalità EP (1440×1080 pixel a 5Mbps). La qualità ovviamente varia di molto, quindi sta all’utilizzatore compensare qualità e quantità a seconda di ciò che sta riprendendo. Usando schede da 128GB si arriva a registrare addirittura più di 25 ore su una singola unità con il formato adatto (la tabella di riferimento aiuta nelle impostazioni); se aggiungiamo il fatto che possiamo passare da una scheda all’altra senza interruzioni visibili, se ne deduce che le registrazioni sono potenzialmente infinite.
In quanto a collegamenti, la videocamera non si fa mancare nulla: dall’HDMI al TC Sync, dall’audio XLR (due) alla USB per il trasferimento dati al computer, ai classici spinotti per il comando remoto o le cuffie.

La parola alle immagini

L’obiettivo della JY-HM360E ha un bel grandangolo e permette di riprendere in modo ottimale anche quando la folla dei colleghi cronisti ci costringe ad improbabili riprese ravvicinate sul protagonista del momento. La ghiera può regolare, a nostra scelta, sia la messa a fuoco che lo zoom. Le immagini sono visualizzabili su mirino o monitor: in entrambe le situazioni le immagini ci sono sembrate di elevatissima qualità, e soprattutto il mirino (da 0.24” a 1.56 milioni di pixel LCOS, mentre il monitor è un 3.5” da 920mila pixel) è stato una piacevole sorpresa.

Signora della notte

Obiettivo (apertura massima f 1.2) e sensore da 18,9 megapixel CMOS retroilluminato fanno un ottimo lavoro sul fronte della luminosità, come promesso nella presentazione della macchina da parte di JVC. Anche in situazioni di luce scarsissima, si portano a casa risultati molto buoni. Ovviamente si può intervenire anche con elaborazioni digitali, in quel caso bisogna stare attenti a non esagerare, per non rendere visibili artifici spiacevoli. Ad ogni modo le immagini, anche in situazioni critiche con aree sovraesposte e zone di buio, si possono gestire e controllare nel migliore dei modi.
A proposito di elaborazione digitale, la JY-HM360E permette di attivare funzioni che aiutano l’operatore nella messa a fuoco dei volti, nella selezione del volto principale da seguire quando a schermo ce n’è più di uno, oltre ad un effetto “Beautiful skin” che interviene sul tono e luminosità della pelle (questo sì, destinato ad un uso in prevalente ambito matrimoniale).
Sull’elaborazione delle immagini meglio non eccedere con gli effetti digitali per guadagnare in luminosità e contrasto: se si spinge al massimo, come si potrebbe essere tentati di fare, gli artifici escono allo scoperto, cosa che non deve accadere.
Sta all’operatore decidere fin dove affidarsi alla macchina e dove fermarsi, per non trasformare la flessibilità della macchina nella pigrizia di chi la utilizza.
Poi ci sono anche utilità tecniche indubbie, nascoste nei meandri di un menu piuttosto articolato: ad esempio per chi avesse bisogno di riprendere un evento con più JY-HM360E contemporaneamente, c’è l’apprezzatissima funzione di taratura, che permette di uniformare le immagini su determinati valori come saturazione, colore e luminosità.

Ottima compagna di vita

Nonostante il prezzo, tutto considerato, davvero alla portata di tutte le tasche o quasi, la JY-HM360E si dimostra sul campo una professionista dell’immagine, ma ancora prima una compagna di viaggio affidabile, capace di adattarsi alle esigenze dell’operatore e delle situazioni di lavoro più varie.
La grande flessibilità della videocamera si dimostra anche nella scelta del formato di registrazione, sia pensando alla qualità e alla durata, che all’esportazione per la successiva postproduzione.
Tutto fa pensare ad una grande cura dei dettagli: dalla disposizione dei comandi e dei collegamenti, alla qualità costruttiva (adeguata, con qualche piccolo neo), all’ergonomia, all’uso. Nella testa dei progettisti c’è stata costantemente l’immagine dell’utente finale, con l’obiettivo di semplificargli la vita.
Insomma, si tratta di una macchina destinata ad un utente esigente, se non ad un vero professionista, che ha con la videocamera un contatto continuo nella giornata. Un utente costantemente alla ricerca dell’immagine migliore nelle situazioni più difficili, e che spesso deve tornare in studio ed elaborare le sue stesse riprese.
E che si trova spesso a girare ore ed ore di materiale, da conservare magari in pochi grammi di schede nel taschino della giacca.
Ecco forse spiegato il motivo per cui, nel lancio del prodotto, è stata scelta, come potenziale target, proprio la figura del matrimonialista. Matrimonialista che senz’altro apprezzerà al meglio la JY-HM360E, ma certamente non sarà il solo utente professionale, come abbiamo detto in apertura del test, vista la polivalenza e completezza della macchina.

Carlo Melis

Pagella

ESTETICA         6/10
Nulla di nuovo sotto il sole: l’impostazione è quella classica da macchina ENG, senza concessioni particolari all’occhio
COSTRUZIONE      8/10
La macchina è ben bilanciata, e in opera non fa assolutamente sentire i quasi 2 kg con batteria. Adotta diversi accorgimenti studiati in nome del comodo uso, anche se qualche materiale sembra apparentemente piuttosto delicato.
VERSATILITA’   10/10
La macchina si adatta ad ogni situazione di ripresa e permette di scegliere tra diversi formati di registrazione; ha anche tasti programmabili e molto altro rispetto al prezzo.
PRESTAZIONI  8/10
Ottimi risultati verificati anche in situazioni estreme, quelle con poca luce. Occhio alla scelta del formato di registrazione per le prestazioni migliori.
RAPPORTO Q/P   10/10
Eccellente! Un prezzo super per un prodotto professionale entry level come questo.

PRO
✔  Prezzo accessibilissimo
✔  Comodità d’uso in ogni situazione
✔  Regolazioni dettagliate
✔  Versatilità notevole per la categoria
CONTRO
✔  Talmente leggera da sembrare fragile
✔  Elaborazioni digitali da tenere a bada

Costruttore:  JVC Kenwood, Giappone
Distributore: JVC Kenwood Italia, via Giuseppe Sirtori 7/9 20129 Milano tel. 02 269431 – www.jvcpro.it

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

Dimensioni: 177.5 mm x 197 mm x 416 mm
Peso: circa 1.7 kg (1.9 con batteria)
Sensore di immagine: 1/2.3″ CMOS 18.9M pixel
Stabilizzatore di immagini: Stabilizzatore ottico con Enhanced Advanced Image Stabilizer
Obiettivo: F1.2 / F2.8 – f= 3.76 / 37.6mm (equivalente a f=29.9 / 586mm in 35mm)
Diametro filtro: 46 mm
Velocità ottiratore: 1/6.25 ~ 1/10000, EEI
Guadagno: 0, 3, 6, 9, 12, 15, 18, 21, 24 dB, Lolux (30 dB), AGC
Display LCD: 3.5 pollici, 920 k pixel, 16:9
Mirino: 0.24 pollici, 1.56 M pixel, 16:9
Supporto di memoria: 2x SDHC/SDXC memory card (HD: Classe 6/10, AVCHD/SD: Classe 4)
Video output: AV output (ø3.5mm mini jack x1) / HDMI output x1 / Audio input XLR x2 (MIC,+48V/LINE), ø3.5mm mini jack x1 / Audio output AV output (ø3.5mm mini jack x1)        Cuffie ø3.5mm mini jack x1 / Remote ø2.5mm mini jack x1 / Time code link input/output RCA x1 / USB x1
Accessori in dotazione: batteria (SSL-JVC50) x1, adattatore AC, cavo di alimentazione, manuale base

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