Ven 26 Luglio 2024

Oppenheimer, Tutto Digitale lo ha visto in IMAX 70 mm e 70 mm tradizionale

Oppenheimer IMAX 70 mm

Il film del momento visto da Tutto Digitale in versione top IMAX 70 mm in uno dei 30 cinema al mondo attrezzati ad hoc, a San Francisco, e in una versione comunque spettacolare, in tradizionale 70 mm, in uno dei pochi cinema italiani predisposti allo scopo. Ecco le nostre impressioni

Nel numero di Tutto Digitale 157, di imminente distribuzione in edicola e già disponibile in formato digitale sul web, abbiamo dedicato molte pagine alla pubblicazione delle note di regia – accompagnate da un’approfondita analisi degli aspetti artistici e tecnici – del film dell’anno, Oppenheimer di Christopher Nolan.

Un film davvero unico sotto molti profili, in cui la narrazione è intrecciata a doppio filo con soluzioni tecniche importanti – camere large format, aspect ratio variabile, b/n e colore in funzione del momento… – legate alla storia. Soluzioni tecniche che è possibile provare al meglio solo in un cinema IMAX “vero” (ovvero con proiezione con pellicola 15/70), oggi esistente in appena 30 location nel mondo. In Europa l’opportunità è offerta solo a Praga (oltre a tre opzioni nell’ex europea Gran Bretagna); va meglio con il Canada, nazione d’origine dell’IMAX, e negli Stati Uniti.

Approfittando di una fortunata coincidenza, e di un amico indigeno in loco, abbiamo potuto prenotare due posti in posizioni ottimale per una proiezione all’Imax AMC Metreon 16 nel complesso del Metreon, a San Francisco.

Diciamo subito che si è trattato di uno spettacolo totale, per la storia (che scorre quasi senza accorgersi del tempo che passa, nonostante le 3 ore di lunghezza) e per la resa tecnica, sia di suono che di immagine, davvero sorprendente (o meglio, prevedibilmente emozionante, viste le premesse): immagini davvero “grandi”, aspect ratio e cromaticità variabili che si percepiscono essere parte effettiva della narrazione. In altre parole, uno spettacolo “immersivo” come va di moda dire oggi, circondati da spettatori davanti, dietro, a destra e a sinistra (come in grandissima parte degli IMAX “veri”, le sale sono prive di corridoi fra le poltrone). Tutto perfetto, dunque? A dire il vero, in alcuni frangenti abbiamo avuto difficoltà a percepire le sfumature dei dialoghi rispetto alla musica… e non solo perché abbiamo evidentemente limiti nella comprensione della lingua, dato che il nostro amico – nato e residente a San Francisco, dunque perfettamente a suo agio – ha avuto le stesse perplessità.

Oppenheimer IMAX 70 mm

Da segnalare anche, come si può notare sulla copia della prenotazione che pubblichiamo (dalla quale abbiamo cancellato i dettagli dei posti, per ragioni di privacy) che per partecipare alla proiezione è richiesta una cifra decisamente elevata, ovvero, come dicono da queste parti, “whopping” (bestiale, in slang) rispetto agli standard italiani: circa 25 dollari a persona (circa 25 euro). Va detto però che qui i prezzi di qualsiasi cosa sono ben più alti che dalle nostre parti (provate ad ordinare un cappuccino e cornetto… crederete di non aver capito l’importo richiesto!). In altre parole, per gli standard di San Francisco il biglietto per questo film è addirittura conveniente!

La visione successiva non ci ha riservato sorprese linguistiche (pur confermando una qualche, per così dire, “incertezza”, nel mix audio di dialoghi e musica; ci vorranno altre visioni per verificare esattamente la natura della cosa) dato che si è svolta in Italia, a Roma, al cinema Quattro Fontane, uno dei pochissimi attrezzati per la proiezione in 70mm (attenzione: tradizionale 70mm, non IMAX 70 mm, ovvero 15/70, al contrario di quanto si è letto su buona parte dei giornali dalle nostre parti, che hanno confuso i due formati).
Anche in questo caso, abbiamo scelto un posizionamento presumibilmente ottimale in sala (nella riproduzione qui sotto oscurato per motivi di privacy), che ovviamente ha un aspetto tradizionale, o meglio tradizionale dei bei tempi andati, quando il 70 mm era uno dei must.

Oppenheimer 70 mm

Naturalmente oggi comfort e dotazione tecnica, per quanto possibile, sono aggiornati, anche se non ci sono indicazioni sulle dimensioni effettive dell’immagine proiettata, sul tipo di surround…

L’immagine è stata proiettata correttamente con aspect ratio 1:2,20, come previsto per le “vecchie” produzioni in Super Panavision proiettate in 70 mm, e come indicato da Nolan per questa versione del film. La visione nel complesso è risultata ben godibile – anche se lo schermo non è sembrato davvero immenso, almeno rispetto ad altre situazioni-record, ed è stato ovviamente impossibile disporre dell’aspect ratio variabile: ma queste non sono “colpe” del cinema, solo dati di fatto.

Peraltro, per dovere di cronaca segnaliamo che non abbiamo gradito alcune indicazioni riportate nell’informativa sulla privacy che andrebbero accettate per iscriversi al circuito ed acquistare i biglietti online (ed infatti ci siamo recati di persona alla cassa un paio di giorni prima della proiezione scelta). Come raccontano infiniti esempi, una situazione di iscrizione obbligatoria con elementi dell’informativa troppo vincolanti, comune a tante altre realtà di ogni settore, spesso può aprire la strada a, diciamo, possibili piccoli fastidi futuri (eufemismo). Approfondiremo la questione sul prossimo numero 158 di Tutto Digitale.

In ogni caso il costo del biglietto (leggermente variabile in funzione dell’orario prescelto; la matinée costa 10 euro) è stato di 12 euro a persona, perfettamente congruo con quanto offerto a livello audiovisivo e di comodità delle poltrone.

A questo punto bisognerebbe porsi, rispetto al film, alcuni problemi “ideologici”, per così dire: ha senso realizzare un’opera cinematografica che poi può essere apprezzata come è stato concepita in appena 30 sale in tutto il mondo? A questa e ad altre domande cercheremo di rispondere sul prossimo numero di Tutto Digitale, in previsione della probabile prossima uscita in home video… per non parlare del possibile streaming sullo smartphone, chissà! (sic!). À suivre!

Oppenheimer IMAX 70 mm

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